Come scegliere la wallbox
Sempre più presenti nelle nostre città, le automobili elettriche stanno rivoluzionando completamente il mercato dell’automotive. Silenziose, dalle linee eleganti e spesso vagamente futuristiche, la auto elettriche raggiungono velocità considerevoli e inquinano molto meno rispetto alle sorelle maggiori a carbon fossile. Tutte le maggiori aziende di automobili, dalla Fiat alla Renault, dalla Honda alla BMW, hanno nel loro catalogo dei veicoli elettrici, un trend in costante crescita in tutto il mondo. Se alcuni marchi ancora non del tutto presenti in Italia come Tesla hanno investito pienamente in questo settore, molte case automobilistiche stanno compiendo una transizione ecologica che vede l’introduzione sul mercato di automobili ibride, ovvero che adottano entrambi i sistemi di approvvigionamento energetico, a carburante ed elettrico insieme.
Le ibride in commercio non devono essere tutte caricate manualmente, hanno infatti delle tecnologie di ricarica passiva che sfruttano l’energia cinetica creata dalla locomozione. Le elettriche pure hanno invece bisogno di ricariche periodiche per poter camminare, ed è anche la questione della ricarica che invoglia molte persone ancora a scegliere delle ibride. È bene inoltre ricordare che le batterie delle auto elettriche sono diverse dalle classiche batterie per auto.Vogliamo inoltre precisare che le auto elettriche hanno comunque dei prezzi di acquisto molto più alti, spesso anche il doppio di un’auto a benzina. Da diversi anni ormai svariate campagne regionali e ora nazionali promuovono l’acquisto di auto elettrice e ibride con incentivi consistenti, invogliando i nuovi acquirenti nella speranza di cambiare in qualche lustro il parco auto italiano ed europeo. A livello di rispetto dell’ambiente, va precisato, non è del tutto chiaro se il riciclo futuro di molte batterie sia meno inquinante rispetto al carbon fossile: molti studi parlano dell’insostenibilità di questo modello. Chi acquista un’auto elettrica sicuramente riduce l’inquinamento cittadino, e se utilizzate in connessione a pannelli fotovoltaici casalinghi, il risparmio è assolutamente consistente anche a livello di prezzi.
Per velocizzare e ottimizzare il modo in cui si ricarica la nostra auto elettrica ci vengono in aiuto dei nuovi dispositivi chiamati wallbox che prendono l’energia elettrica dalla nostra abitazione e la riversano nell’automobile. In questa pagina cercheremo di spiegarne il funzionamento.
Come funziona una wallbox
La wallbox è una scatola con dei circuiti elettrici e dei sistemi di messa a terra che consente, una volta installata in casa, di trasferire la corrente del nostro appartamento all’automobile elettrica. Va installata da un elettricista abilitato che rilascerà una dichiarazione di conformità dell’impianto e funziona poi in modo molto semplice, come una normale presa di corrrente. In base al voltaggio che abbiamo in casa la wallbox può essere programmata per erogare quantità di energia variabili in base alle nostre scelte. La maggior parte delle wallbox può essere programmata via Wi-Fi o LAN con l’utilizzo di un’app per smartphone dedicata che ci informa sulla quantità di energia in carica sull’auto, sulla programmazione degli orari di carica e anche su tempistiche e prezzi.
Un’automobile elettrica di media potenza, in base al chilometraggio che compiamo giornalmente, ha bisogno di circa 7-8 ore di ricarica, e di solito queste vengono fatte durante le ore della notte. Con l’utilizzo di una wallbox sarà possibile programmare un livello di carica durante il giorno, magari più basso, perché utilizziamo gli elettrodomestici in casa, e uno più alto la notte. Inoltre alcuni modelli compiono una ripartizione dell’energia erogata, nel caso si stia caricando più di un’autovettura. Una funzionalità molto comune a quasi tutti i modelli è quella di poter settare un massimo di energia prelevata dal contatore casalingo, lasciandoci energia disponibile per usare gli altri macchinari in casa senza che scatti il contatore.
- Protezione del sistema elettrico casalingo e della vettura da riscaldamento e potenziali incendi;
- Ottimizzazione del flusso di energia elettrica in base alle nostre esigenze;
- Velocizzazione del processo di carica se dotati di una vettura con apposita batteria;
- Allerta in caso di perdite di energia o cali di tensione;
- Monitoraggio del livello di carica e di spesa;
- Suddivisione ed equalizzazione del flusso energetico tra più vetture o dispositivi;
- Programmazione a distanza Wi-Fi tramite smartphone, tablet o notebook.
Esempi pratici di funzionamento di una wallbox
Vediamo brevemente alcune situazioni pratiche in cui la presenza di una wallbox nel nostro garage può cambiare le nostre abitudini riguardo alla nostra auto elettrica:
- Con contatore standard Enel da 3 kW, impostate ricarica da 2,3 kW per poter usare gli elettrodomestici in tranquillità. All’accensione del ferro da stiro, la wallbox automaticamente riduce la potenza di carica dell’auto;
- Con sistema fotovoltaico, la wallbox carica direttamente l’energia raccolta nelle ore di sole nella vettura, con spesa zero da parte dell’utente;
- Con wallbox a più uscite, un’auto carica da sola a 7 kW, aggiungendone un’altra l’energia si spartisce equamente tra le due auto;
- Nelle ore notturne è possibile con un qualsiasi smartphone, tablet o computer aumentare l’energia erogata.
Le tipologie di ricarica di un’auto elettrica
Vedremo in questo capitolo i tipi di prese che un’auto elettrica ha, sia in uscita sia per la ricarica, e le diverse opzioni che abbiamo. Anzitutto vogliamo precisare che la corrente elettrica a disposizione di noi utenti può essere:
- Corrente alternata (AC);
- Corrente continua (CC o DC).
Analizzeremo nei prossimi capitoli i diversi sistemi che vengono utilizzati per questo tipo di standard energetico.
Sistemi di ricarica a corrente alternata
La ricarica a corrente alternata, abbreviato AC (Alternate Current), è il sistema di corrente tipico delle abitazioni in Italia, che raggiunge i 3 kW (Kilowatt) a 16 A (Ampere). La corrente alternata può essere aumentata nelle abitazioni italiane, a pagamento, fino a 4,5 o 7 kW di energia, anche con Enel. Considerando che la media casalinga è di 3 kW, la corrente alternata a sua volta può essere erogata in:
- Monofase, che eroga al massimo 7 kW di energia;
- Trifase, che eroga al massimo 22 kW di energia.
Senza addentrarci troppo in questioni tecniche che verranno risolte dal vostro elettricista o dal tecnico della società elettrica, vediamo i diversi tipi di presa disponibili sul mercato per le vetture elettriche.
Tipo 1Il tipo 1, nome di produzione Yazaki, funziona con energia in monofase, ha 2 contatti pilota, una potenza massima di 32 A e 230 V (con 7,4 kW). Questo tipo di attacco si trova solo sul veicolo e come il nome suggerisce è uno standard giapponese, utilizzato anche negli Stati Uniti e in Europa.Tipo 2
Il tipo 2, nome di produzione Mannekes, è un mono/trifase, con 2 contatti pilota, massimo 32 A (con 63 A), 230/400 V. Lo si può trovare installato sui veicoli e sulle colonnine di ricarica ed è un tipo di presa abbastanza comune in Europa, ma non in Francia.Tipo 3A
Si tratta di un monofase, ha soltanto 1 contatto pilota, max 16 A, 230 V. Abbastanza comune su macchinari di altro tipo, è utilizzato nell’automotive per i veicoli leggeri come quadricicli e scooter.
Sistemi di ricarica a corrente continua
La corrente continua, chiamata anche DC (Direct Current) o CC (Continuous Current) è, rispetto alla corrente alternata, un sistema che garantisce un flusso costante di energia, e viene utilizzato principalmente in aziende e stabilimenti di grosse dimensioni. Le stazioni di ricarica elettriche utilizzano la corrente continua.
CHAdeMO
Il sistema CHAdeMO è di origine giapponese e si trova su molte auto asiatiche, è lo standard che consente una ricarica veloce su corrente continua. Lo si trova sui veicoli di Nissan, Mitsubishi, Subaru, Toyota e nei brand francesi Peugeout e Citroen. Di solito questi veicoli hanno nella controparte venduta in occidente due tipi di connettori, uno per la corrente continua ed uno per quella alternata.
Si tratta di una versione combinata che integra il Tipo 2 ad altri due connettori aggiuntivi, consentendo una ricarica sia a corrente continua che alternata. Per questo motivo viene chiamato in Europa anche Combo2. Lo si trova su molti veicoli, primi fra tutti quelli di Volkswagen e BMW.Queste prese, che cambiano in base alla potenza della vostra vettura, al tipo di batteria e al modello, vengono collegate a un cavo di serie in dotazione a tutte le auto elettriche, che può comunque essere collegato alla presa di corrente alternata tramite una presa SchuKo. Il caricatore domestico in dotazione con le auto elettriche andrebbe utilizzato il meno possibile, perché impiega molto tempo e viene considerato un mezzo di ricarica occasionale anche dalle aziende produttrici. I limiti di potenza potrebbero comportare il surriscaldamento della batteria e tecnicamente anche un eventuale incendio.
Quali sono i tempi di ricarica?
La ricarica del vostro veicolo dipende da due fattori:
- La capacità della batteria;
- Il vostro sistema di ricarica.
I tempi di ricarica dipendono direttamente dalla capacità del “serbatoio”: più è grande l’autonomia della vostra auto, più sarà grande la batteria, più tempo ci vorrà. La potenza dell’erogazione varia sensibilmente, dai 3 kW standard che abbiamo a disposizione nei contatori di casa fino ai 500 kW nei distributori che si trovano sulle grandi autostrade e arterie nelle città d’Italia e d’Europa. Le batterie delle automobili elettriche sono disponibile in tagli dai 17 kWh (Kilowattora) fino a 100 kWh.
Automobili elettriche di fascia alta, con prezzi decisamente importanti, hanno delle batterie da 90-100 kWh. Caricare una batteria del genere con una SchuKo casalinga non è consigliato, specialmente se si ha bisogno di farlo spesso, considerando i lunghi periodi di caricamento.
Le app di utilizzo di questi dispositivi ci aiutano a capire tempi di ricarica e spese: ci sembra interessante però capire realmente quanto tempo sia necessario per una ricarica completa. Il calcolo dei tempi di ricarica va fatto in questo modo: dividete la capacità della vostra batteria per l’energia erogata dalla vostro wallbox. Ad esempio: 17 kWh (dimensione batteria) : 2,3 kW (energia erogata dalla wallbox) = 7,5 ore.
Esempio di tempi medi
Le batterie da 17 kWh sono il taglio più piccolo a disposizione, perfetto per le utilitarie, e 3 kW è la potenza standard del contatore fornito da Enel in Italia.
Con un contatore base da 3 kW, quindi, una wallbox sarà impostata su un’erogazione massima di 2,3 kW, così da poter continuare ad utilizzare gli elettrodomestici della casa. Ecco alcuni esempi secondo la formula che abbiamo poco sopra illustrato:- Smart con batteria da 17,6 kWh: 7,5 ore;
- Renault Zoe con batteria da 50 kWh: 20 ore;
- Tesla Model 3 con batteria da 75 kWh: 32 ore.
Se avete un contatore esteso a 5 kW e una wallbox impostata su 3,7 kW, i tempi di ricarica saranno:
- Smart con batteria da 17,6 kWh: 4,7 ore;
- Renault Zoe con batteria da 50 kWh: 13,5 ore;
- Tesla Model 3 con batteria da 75 kWh: 20 ore.
Se invece vi recate a una colonnina l’erogazione può variare da 7 a 22 kW, e diventano ancora più veloci nelle stazioni Enel X dove le modalità Fast e UltraFast arrivano a 43, 50 e 350 kW per uso business. Considerate inoltre che con 15 kWh si percorrono circa 100 km, quindi non avrete bisogno di caricare completamente la vostra auto ogni notte.
Quanto costa ricaricare un’auto con una wallbox?
Il prezzo dipende ovviamente da molti fattori, che variano nel tempo e in base ai propri contratti di fornitura elettrica. Possiamo però dire che 1 kWh di energia costi in Italia tra gli 0,20 e gli 0,30 €. Se quindi avete un’auto elettrica con batteria piccola, ovvero da 17 kWh, spenderete circa 3-4 €, che corrispondono a poco più di 100 Km.
Se caricate da una colonnina o da una stazione di ricarica i costi sono variabili in base al tipo di abbonamento e se avete una batteria a caricamento veloce. La soluzione veloce può costare anche più del doppio della carica casalinga. Va specificato che questi prezzi sono comunque di molto inferiori all’attuale spesa necessaria per la benzina o il gasolio.Le domande più frequenti sulla wallbox
Come si installa una wallbox?
Una wallbox va obbligatoriamente installata da personale tecnico elettricista e impiantista autorizzato, che deve rilasciare una dichiarazione di conformità relativa alla messa a terra e agli amperaggi indicati. Preghiamo chi ci legge di diffidare assolutamente di chi consiglia installazioni manuali e personali, perché il livello di pericolosità di un’installazione sbagliata o senza le necessarie misurazioni potrebbe creare con facilità cortocircuiti e incendi. Le wallbox sono dei dispositivi dall’aspetto molto semplice una volta scartati e la tentazione di collegarli al muro e attivarli potrebbe venire agli utenti più esperti. Non fatelo da soli: l’installazione da parte di un elettricista autorizzato è obbligatoria.
Alcune aziende offrono un pacchetto di installazione con un tecnico autorizzato quando acquistare la wallbox, ad esempio l’omonima Wallbox offre da tempo questo servizio. La procedura di installazione consta di un sopralluogo, valutando la distanza dal quadro elettrico ed eventuali dispersioni. In tutto, la procedura potrebbe prendere 2-3 giorni, si consiglia quindi di pianificare in anticipo per avere una macchina da caricare in sicurezza già dal primo giorno.
È possibile installare una wallbox all’esterno?
Risposta breve: sì. Esistono delle torrette a stelo apposite che possono essere installate sottotraccia e utilizzate nel proprio giardino, senza dover attivare il sistema dall’interno del garage. Dotate di un sistema di lettura a infrarossi e Wi-Fi, possono essere programmate per funzionare in modo diretto e semplice.
Va precisato che tutte le wallbox una volta installate sono molto semplici da utilizzare. Inoltre, la procedura per il collegamento e lo scollegamento va seguita alla lettera. Va prima collegato il cavo e poi attivata via app o manualmente la corrente elettrica, e per scollegare va prima disattivata la corrente e poi staccato il cavo. Inoltre, molti modelli sono resistenti alla pioggia e all’acqua.Che tipo di wallbox comprare?
La wallbox va acquistata in base al modello di automobile, se quindi avete un’automobile che ha in catalogo anche una wallbox, malgrado il prezzo probabilmente più alto, consideratene l’acquisto.
Di solito sono prodotti ben ottimizzati per la vettura in questione. Jeep, Volkswagen e Mercedes hanno prodotti di serie. Considerate che parte della velocità e sicurezza di caricamento dipendono anche da fattori difficilmente immaginabili, quali l’update del sistema operativo dell’auto o l’aggiornamento dell’app. I prodotti dedicati sono testati esattamente sul vostro modello e sono da considerarsi una doppia garanzia. Altrimenti esistono sul mercato numerosi modelli, orientatevi su quelli che offrono anche il controllo Wi-Fi delle attività, in questo modo vi sarà semplice impostare la ricarica. La stessa marca Wallbox produce diversi modelli in base alla potenza, alcuni che emettono una luce rossa quando rilevano un problema di dispersione energetica e che si adattano alla quantità di energia erogata. Altri modelli della stessa marca hanno ad esempio dei sistemi per fornire energia a più automobili contemporaneamente e sistemi di pagamento integrati, per locali e piccole aziende.