La vitamina D è una sostanza fondamentale per il benessere dell’organismo umano: è un nutriente essenziale che viene immagazzinato nel fegato e che può essere introdotto nel corpo attraverso la dieta e tramite un’adeguata esposizione alla luce solare. Esistono due forme di vitamina D che risultano importanti per l’alimentazione: la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo); la prima deriva dai precursori del lievito e da alcune piante, la seconda principalmente da latticini, pesce grasso e cereali. Vediamo ora in breve le funzioni di questa sostanza e cosa comporti una carenza di vitamina D.
Funzioni della vitamina D
La vitamina D ha numerose funzioni:
- Contribuisce a regolare il metabolismo del calcio e del fosforo e assicura che il primo venga correttamente assorbito a livello intestinale;
- Ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento di ossa e denti;
- Stimola la produzione di serotonina, dopamina ed endorfine, migliorando l’umore in generale e contrastando stress e depressione;
- Contribuisce a regolare il sistema immunitario, contrastando l’infiammazione e innalzando le difese durante le infezioni;
- Svolge un ruolo attivo nel mantenimento della salute cardiovascolare;
- Rinforza il sistema muscolare dando tono e forza ai muscoli.
Sintomi della vitamina D bassa e possibili conseguenze
I sintomi caratteristici della vitamina D bassa sono diversi e spesso anche generici o ricollegabili ad altre condizioni mediche, ma, se colti in tempo e trattati, possono non solo essere risolti, ma evitare le conseguenze anche piuttosto gravi di cui parleremo fra poco. Ecco alcune delle avvisaglie che devono far pensare a un valore troppo basso della vitamina D:
- Debolezza muscolare;
- Dolore alle articolazioni e alle ossa;
- Fragilità ossea;
- Senso di affaticamento generale cronico;
- Difficoltà di concentrazione e problemi neurologici generali;
- Calo delle difese immunitarie e aumentata suscettibilità alle infezioni.
In presenza di questi sintomi è sempre bene svolgere degli esami del sangue specifici (dosaggio del 25-OH-D) per stabilire i livelli sanguigni di vitamina D ed escludere che essi siano dovuti a carenza di nutrienti differenti, quali per esempio il ferro, il glutatione, il magnesio o la vitamina B12. Vediamo adesso quali sono le conseguenze più gravi che possano derivare da una carenza di vitamina D.
Osteoporosi e osteomalacia
Entrambe queste condizioni riguardano il deterioramento del tessuto osseo, ma le due hanno caratteristiche differenti e vengono dunque trattate in modo diverso: l’osteoporosi consiste in una perdita di massa ossea ed è solitamente più comune negli anziani, mentre l’osteomalacia è in sostanza un difetto di mineralizzazione dell’osso e si manifesta molto spesso in caso di vitamina D bassa. Ecco quindi che quest’ultima condizione è migliorabile grazie all’assunzione di integratori di vitamina D.
Rachitismo
Nel rachitismo si riscontra un difetto di mineralizzazione ossea che causa il cedimento e la deformazione di alcune ossa: uno dei tratti caratteristici è spesso rappresentato da una cassa toracica molto incavata e da gambe che crescono storte. Questa condizione riguarda principalmente i bambini e per fortuna oggi, con le maggiori conoscenze a nostra disposizione e la somministrazione rapida e immediata di integratori vitaminici, la sua incidenza si è ridotta di molto.
Malattie cardiovascolari
Avendo la vitamina D un ruolo attivo nella salute del sistema cardiovascolare, pare che una sua carenza possa condurre all’insorgenza di malattie a esso legate più o meno gravi. Tra queste le più ricorrenti sono l’ipertensione, malattie coronariche, dislipidemie e, nei casi più critici, scompenso cardiaco e infarto miocardico.
Malattie autoimmuni
Secondo alcuni studi, sembrerebbe che una vitamina D bassa possa portare, se ignorata per lungo tempo, a un maggior rischio di sviluppare malattie autoimmuni, su tutte la sclerosi multipla e il diabete di tipo 1.
Disturbi più lievi ma invalidanti
Tra questi non possiamo non citare i più comuni, alcuni dei quali abbiamo già elencato nei sintomi che segnalano una possibile carenza di vitamina D: fragilità ossea e dolori alle articolazioni e alle ossa, costante senso di affaticamento, peggioramento dell’umore e sensazione di confusione mentale.
Cosa fare in caso di vitamina D bassa
Una volta accertato, tramite esame del sangue specifico ed eventualmente anche esami radiologici, che ci si trova in una condizione di vitamina D bassa, i passaggi successivi sono i seguenti:
- Comprendere a fondo le cause di tale carenza, riguardino esse l’alimentazione, una scarsa esposizione alla luce solare o altre condizioni particolari;
- Modifica dello stile di vita con una maggior attenzione a quanto tempo si trascorra al sole e alla dieta seguita. Cibi quali il pesce, i funghi, il tuorlo d’uovo e molti altri possono aiutare a far salire in modo naturale il livello di vitamina D;
- Integrazione mediante integratori di vitamina D: questo tipo di supplementi alimentari può davvero dare un grosso aiuto nel reintegrare questo nutriente fondamentale;
- Tenere monitorati i valori di vitamina D eseguendo esami del sangue periodicamente.
Integratori per vitamina D bassa
Ci sono molti integratori che possono aiutare a colmare una carenza di vitamina D, alcuni contenenti solo la D2 concentrata, solo la D3 o entrambe, e si differenziano perlopiù per la quantità di vitamina D contenuta nella singola dose. In generale, il limite giornaliero sufficiente per un adulto dovrebbe variare tra 600 e 800 UI, ma in casi di carenze accertate si raccomandano dosi tra le 2000 e le 4000 UI. Le circostanze in cui raccomandiamo maggiormente di assumere un integratore di vitamina D riguardano ovviamente tutte le condizioni di cui abbiamo parlato in questa pagina, ma anche le donne che si avvicinino o siano già nella fase della menopausa, in quanto in questo periodo le abitudini possono cambiare drasticamente, sia quelle alimentari, sia di stile di vita, con frequenti ripercussioni sui livelli di questo nutriente. Per una donna in menopausa la vitamina D bassa può essere causa di molti dolori ossei e soprattutto di osteoporosi, che diventa tanto più pericolosa quanto più si avanza con l’età.