Lo champagne
Lo champagne è considerato da tutti il più prestigioso esempio di spumante. Le difficili condizioni climatiche in cui crescono i vitigni, il delicato processo di produzione secondo gli standard AOC (appellation d’origine contrôlée) e il lungo periodo di invecchiamento contribuiscono infatti a rendere ogni bottiglia di champagne un piccolo miracolo della vinificazione.
In questa pagina andremo a scoprire le origini di questa bevanda di lusso, il suo metodo di produzione e le informazioni più importanti da sapere prima di acquistare una bottiglia di champagne e anche dopo, quando è il momento di servirlo.Come scegliere un vino spumante
I migliori champagne
Prima di vedere quali siano le caratteristiche dello champagne, vogliamo consigliarvi una selezione delle etichette più interessanti disponibili sul mercato italiano. Non si tratta di bottiglie da migliaia di Euro, ma di champagne di qualità con cui festeggiare un’occasione speciale.
Dom Pérignon Vintage 2013
Dom Pérignon non ha bisogno di presentazioni. Questi champagne, prodotti dalla maison Moët & Chandon, sono esclusivamente millesimati, ovvero appartengono a un’unica annata. Quello in questione è del 2013, un’ottima annata per lo champagne. Ha un perlage sottile e persistente, al naso presenta note fruttate, speziate e vegetali, mentre al gusto ha un perfetto equilibrio tra acidità e rotondità. Se volete stupire i vostri ospiti, questa è la bottiglia da servire.
Bollinger Special Cuvée
Bollinger è la maison di champagne più amata dai reali inglesi. Questo è un brut dorato dal perlage fine e di ottima qualità nonostante il prezzo contenuto. Ideale da servire con pesce e crostacei, presenta note di frutta matura e spezie. Viene realizzato con uve di grande qualità, infatti l’85% del blend proviene da uve grand cru e premier cru (ne parleremo più avanti).
Louis Roederer Cristal
Come si evince dal prezzo, ci troviamo di fronte a un altro champagne millesimato, questa volta prodotto nel 2015. Questo brut è lo champagne più famoso della maison ed è stato realizzato a fine ‘800 su desiderio dello zar di Russia, che temeva che una bottiglia opaca potesse contenere ordigni o sostanze infiammabili. È un vino molto conosciuto tra gli appassionati di champagne, aspetto che ne ha fatto ulteriormente aumentare il prezzo. La fama non è però immeritata: ha un ottimo gusto, persistente ed equilibrato, con piacevoli note di agrumi e frutti bianchi.
Ruinart Blanc de Blancs
Questo champagne è fatto interamente con uve chardonnay e farà contenti gli appassionati dei blanc de blancs (e coloro che ancora non sanno di esserlo). È un brut dalla spuma corposa e dal profilo tostato, con note minerali persistenti ma delicate e sentori di agrumi, spezie e frutti esotici.
Moët & Chandon Rosé Impérial
Moët & Chandon è la maison di champagne più popolare al mondo e propone bottiglie di buona qualità a un prezzo relativamente basso. Per provare qualcosa dal gusto leggermente diverso noi vi consigliamo il suo Rosé Impérial, fatto con una percentuale di vino rosso. Il sentore di frutti di bosco è piacevole e interessante e lo rende ideale per gli aperitivi.
Storia dello champagne
Il vino veniva prodotto nelle abbazie della regione Champagne già a partire dal Medioevo, ma non si trattava della bevanda frizzante che tutti conosciamo, bensì di vini rossi e fermi. I metodi di produzione si sono poi evoluti progressivamente nei secoli fino a raggiungere gli elevati standard di qualità attuali.
I progressi più importanti nella produzione dello champagne sono stati fatti nel XVII secolo, quando nelle corti iniziò a diffondersi la preferenza per i vins gris (simili ai rosati) anziché per i rossi. Visto che questi vini invecchiavano male in botte, i produttori iniziarono a praticare l’imbottigliamento in bottiglie di vetro con tappi di sughero (entrambi gli oggetti furono inventati in quegli anni).
Sebbene i viticoltori fossero molto abili nel produrre vino di qualità, la regione era però nota per essere afflitta da inverni molto freddi, in cui le temperature rigide facevano arrestare il processo di fermentazione. Quando le temperature aumentavano nuovamente in primavera, si verificava una fermentazione secondaria all’interno della bottiglia, che provocava la formazione di bolle di anidride carbonica nel vino creando la consistenza frizzante che oggi associamo allo champagne. Inizialmente, l’enorme pressione generata dalle bolle di gas faceva talvolta esplodere le bottiglie, ma questa particolarità, unita al gusto originalissimo dello champagne, contribuì a renderlo molto popolare tra i reali francesi e successivamente anche fuori dalla Francia.
Produzione dello champagne
Vediamo ora quali sono le particolarità dello champagne e come questo si distingua da tutti gli altri vini.
Zona di produzione
Per ottenere l’appellativo di champagne un vino spumante deve essere prodotto nell’omonima regione vinicola a est di Parigi, un’area che comprende 319 cru (comuni vinicoli) e dal 2015 fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
La posizione geografica influisce enormemente sulle caratteristiche dello champagne. Ad esempio, il sottosuolo presenta un’alta percentuale di gesso, che favorisce il drenaggio dei terreni anche nei mesi più caldi. I vigneti sono inoltre esposti sia al clima oceanico, sia a quello continentale, perciò a temperature miti ma anche a improvvisi sbalzi di temperatura, con forti gelate durante l’inverno e violenti temporali estivi. Se da una parte queste condizioni possono essere disastrose per le uve e costringono i vignerons ad adattarsi continuamente, dall’altra l’alternanza di sole e precipitazioni favorisce il perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità, unico nel suo genere.Si tratta infine di una regione collinare, in cui i vigneti sono coltivati anche su pendii molto ripidi affinché siano esposti il più possibile al sole e il drenaggio dell’acqua avvenga facilmente.
I vitigni
La regione vinicola dello Champagne si estende su cinque dipartimenti (simili alle nostre province) ed è suddivisa in quattro “sottoregioni” vinicole, a ognuna delle quali è associato un vitigno diverso:
- Montagne de Reims: in questa zona il vitigno dominante è il pinot noir, un’uva a bacca nera che dà vita a champagne rinomati per la loro forza, struttura e nobiltà. Reims, con le sue grandi cave di gesso adibite a cantine, è uno dei due grandi centri vinicoli della regione (l’altro è Épernay);
- Valle de la Marne: un’altra uva a bacca nera che cresce su un terreno a prevalenza calcarea è il pinot meunier. Con questa si producono champagne dal bouquet fruttato e di grande morbidezza;
- Côte des Blancs: qui il vitigno protagonista è lo chardonnay, un’uva bianca che, unita al sottosuolo gessoso, dà origine a champagne molto pregiati, con aromi leggeri, delicati ed eleganti. In questa zona si trova Épernay, dove hanno sede alcune delle maisons di champagne più famose, tra cui Moët & Chandon;
- Côte des Bar: questa zona è prevalentemente coltivata a pinot noir e i suoi champagne sono vini di carattere, corposi e dagli aromi complessi.
Processo di produzione
La produzione dello champagne è legata al metodo champenoise o classico, ovvero la seconda fermentazione del vino in bottiglia che dà vita alle celebri bollicine. Ne abbiamo parlato più dettagliatamente nella nostra pagina sullo spumante.
Come viene prodotto lo spumante
Tuttavia per arrivare a ottenere le caratteristiche organolettiche uniche dello champagne, i viticoltori devono seguire un processo lento e rigoroso, che parte dalla potatura della vigna per prepararla alla crescita ottimale dei grappoli.
La vendemmia avviene a partire da metà agosto e le uve vengono raccolte esclusivamente a mano per assicurarsi che il grappolo abbia raggiunto il giusto grado di maturazione. Le uve vengono poi trasportate nel centro di pressatura il più rapidamente possibile (importantissimo per la corretta vinificazione in bianco delle uve nere) e pressate separatamente in base al cru e al vitigno. Si procede poi con la prima fermentazione nei tini, fase in cui il mosto si trasforma in vino grazie all’azione dei lieviti, sviluppando l’alcool e gli aromi fruttati tipici dei vini più giovani. Al termine di questo processo, la gradazione massima è di 11°.
A partire dal 1 gennaio gli champagne possono essere imbottigliati. È allora che ha inizio la seconda fermentazione. Durante questa fase, conosciuta come presa di spuma, lo champagne inizia a produrre le bollicine. La rifermentazione avviene grazie all’aggiunta del cosiddetto liquer de tirage, una miscela di zuccheri, lieviti e vino fermo, che oltretutto va a modificare il profilo sensoriale dello champagne.
A questo punto gli champagne sono pronti per la fase di maturazione sui lieviti, ovvero l’invecchiamento, durante il quale le caratteristiche del vino si modificano ulteriormente, acquisendo aromi più pieni e maturi. Lo champagne deve essere invecchiato almeno 15 mesi in cantina, ma è raro trovare bottiglie invecchiate meno di due o tre anni.
Il meticoloso processo di produzione non finisce però qui. Durante la maturazione le bottiglie vengono sottoposte al remuage, vengono cioè fatte girare lentamente a testa in giù per far confluire la feccia nel collo della bottiglia. Questa verrà poi congelata ed eliminata aprendo il tappo (dégorgement), dopodiché il vino verrà rabboccato (dosage) con un liquer d’expédition a base di vini più vecchi e zucchero. Questa ricetta cambia a seconda del produttore e dà allo champagne il suo profilo organolettico definitivo, determinando inoltre la tipologia a cui appartiene (brut, dolce etc.).
Terminato il dosaggio, lo champagne può essere finalmente tappato con il sughero e lasciato ad affinare da uno a tre anni.
Tipi di champagne
Esistono molti parametri che definiscono la tipologia di champagne. Vediamoli tutti.
Colore
Lo champagne è un vino spumante bianco che si può ricavare da un blend di uve bianche e di uve nere. Se invece vengono utilizzate esclusivamente uve bianche si parla di blanc de blancs, mentre se si utilizzano solo uve a bacca nera si parlerà di blanc de noirs.
Oltre a questi esiste però anche lo champagne rosé, che rappresenta il 5% della produzione di champagne. Questo è l’unico vino francese che possa essere ottenuto dall’assemblaggio di vini bianchi e vini rossi. Un altro metodo per ottenere lo champagne rosé è la saignée, ovvero una breve macerazione delle bucce di uve nere nel succo, proprio come avviene per i vini fermi. I primi rosé hanno un colore tendente più al rosa che all’arancione, nonché un gusto meno “vinoso”. Non esiste invece uno champagne rosso.Assemblaggio
Come abbiamo detto in precedenza, la fase di assemblaggio di diversi vini è molto importante per dare allo champagne la sua identità. Si parla di cuvée quando si usa un blend di vini di annate diverse, e di millésimé (molto più rari) quando si usa una sola annata. Ogni maison ha infine una cuvée de prestige, ovvero un’etichetta assegnata a quello che rappresenta l’eccellenza dei suoi champagne.
Dosaggio
Il grado di dolcezza, definito durante la fase di dosaggio, è l’aspetto più importante per capire se uno champagne possa essere di vostro gradimento o se si presti a essere accompagnato a un particolare piatto o momento del pasto. È una classificazione stabilita dall’Unione Europea che vale per tutti i tipi di spumante. Ne parliamo nel dettaglio al link qui sotto.
La dolcezza nello spumante
Qualità delle uve
Sull’etichetta dello champagne a volte è possibile trovare una dicitura che indica la qualità delle uve, basata sul cru di provenienza. I 319 cru della regione Champagne sono infatti suddivisi in tre livelli: grand cru è la classificazione più prestigiosa, di cui si possono fregiare solo 17 cru e che viene assegnata alle uve con uno standard qualitativo del 100%.
Alla seconda fascia, premier cru, appartengono 44 cru le cui uve hanno ricevuto un punteggio di 90-99. Tutti gli altri rientrano nella categoria autre cru e hanno comunque un punteggio di 80-89, a riprova del fatto che per produrre lo champagne vengono sempre usate materie prime di qualità.Anche se è possibile che delle etichette particolarmente pregiate siano realizzate solo con uve grand cru e/o premier cru, nella maggior parte dei casi le maison usano blend di qualità diverse, inoltre la classificazione dei cru risale al 1920 e non viene modificata dal 1985, quindi non dovrebbe essere presa come unico indicatore della qualità di una bottiglia.
Produttore
Non ci riferiamo al nome della maison, bensì alla categoria professionale a cui appartiene (cooperativa, distributore, viticoltore etc.), che viene riportata in etichetta con due lettere. Le bottiglie più pregiate hanno queste sigle:
- NM, ovvero le case produttrici che assemblano uve acquistate o coltivate nei loro vitigni;
- RM, champagne prodotti e commercializzati dagli stessi vignaioli.
Le domande più frequenti sullo champagne
Come si serve lo champagne?
Prima di servire una bottiglia di champagne è importante che questa sia alla temperatura ottimale, compresa tra gli 8 e i 10 °C, per esaltare al meglio gli aromi della cuvée. A una temperatura più bassa gli aromi sarebbero infatti meno percettibili e a una più alta si perderebbe la freschezza dello champagne.
Per servirlo correttamente è necessario tenere la bottiglia per il corpo o la base e non per il collo. Lo champagne va versato con delicatezza, in verticale e il più vicino possibile a un bicchiere inclinato, in modo da favorire la formazione del perlage.
Quale bicchiere usare per lo champagne?
Una volta versato, lo champagne reagisce in base alla forma del bicchiere in cui viene versato. Il miglior calice da champagne è quello a forma di tulipano, dove l’orlo più stretto rispetto alla coppa permette di concentrare e far sviluppare il bouquet del vino. Lo stelo stretto e lungo impedisce che la mano riscaldi inutilmente il vino e allo stesso tempo permette di apprezzarne le bollicine e il colore.
Anche la flûte è ideale per osservare il colore e le bollicine dello champagne, inoltre aiuta a preservarne una certa freschezza, tuttavia è troppo stretta perché il vino si esprima appieno e le bollicine si presentano troppo rapidamente sotto al naso, mascherandone gli aromi.
Le coppe di champagne, molto belle da vedere, sono le meno adatte ad attivare gli aromi del vino, la cui effervescenza tende a fuoriuscire troppo rapidamente dal bicchiere. Inoltre, per via della forma, si tende a tenere la coppa non dallo stelo ma dalla sottocoppa, riscaldando così il contenuto.
Per quanto riguarda il materiale del calice, vetro o cristallo, questo ha poco effetto sul gusto e sull’effervescenza dello champagne.
Quali sono i migliori produttori di champagne?
Sul mercato italiano è più facile trovare gli champagne realizzati dalle grandi maison rispetto a quelli prodotti dai piccoli vigneti indipendenti. Stiamo parlando di nomi storici, come Moët & Chandon (che produce anche il prestigioso Dom Pérignon), Veuve Clicquot e Mumm. Non si tratta però di champagne commerciali e quindi di scarsa qualità. Acquistando uno di questi marchi potrete infatti contare su secoli di esperienza nella produzione dello champagne, su una qualità costante delle loro annate (nonostante le gelate che affliggono la regione) e anche su una selezione molto ampia, che include etichette più accessibili e altre più esclusive, come i millesimati e i grand cru.
Quanto costa lo champagne?
Il prezzo minimo che ci si può aspettare di pagare per una bottiglia di champagne è di 35-40 €. Come per tutti i vini, la qualità aumenta assieme al prezzo: se perciò volete portarvi a casa uno champagne speciale, magari per fare bella figura con i vostri ospiti o festeggiare un’occasione importante, vi consigliamo di spendere tra i 70 e i 100 €. Le bottiglie più pregiate e costose possono raggiungere diverse migliaia di Euro.