Come scegliere il torrone
Se durante le feste il pandoro e il panettone occupano un posto centrale sulle tavole degli italiani, non bisogna dimenticarsi di un altro dolce natalizio fortemente legato alla nostra tradizione gastronomica e molto amato da grandi e bambini.
Stiamo parlando del torrone, un dolce molto antico di cui esistono decine di varianti regionali. È innegabile che i migliori torroni siano quelli che si possono acquistare in pasticceria, tuttavia anche nei supermercati e online si possono trovare dei prodotti di buona qualità e dal prezzo ragionevole. Se infatti volete acquistare diverse confezioni da regalare ad amici e parenti, oppure da avere in casa per offrirle ai vostri ospiti, è molto più conveniente acquistare un buon torrone al supermercato.
In questa guida all’acquisto vi aiuteremo perciò a scegliere il miglior torrone di tipo industriale e vi porteremo alla scoperta della storia di questo dolce e degli ingredienti che può contenere.Le origini del torrone
Come spesso accade quando si cerca di risalire alle origini di un piatto, non è possibile sapere con certezza quando e dove sia stato inventato il torrone. In alcuni testi di età romana si parla di un prodotto simile al torrone, chiamato cupedia, mentre la prima testimonianza scritta del torrone risale al Medioevo e ne colloca la diffusione in Catalogna e nel Regno di Valencia.
Già dall’antichità questo prodotto era associato con le città di Jijona e Alicante, il cui turrón è ancora oggi il più famoso al mondo. Con molta probabilità si trattava di un dolce di origine araba, il turun, poi diffusosi in tutta la Spagna islamica.
Ingredienti del torrone
La prima ricetta scritta del torrone è in spagnolo e risale al XVI secolo. Si trova su un libro chiamato Manual de mujeres e prevede l’uso di miele, chiari d’uovo e frutta secca, nello specifico mandorle, nocciole e pinoli sgusciati e tostati. Il miele, l’albume e le mandorle sono, assieme allo zucchero, la costante di quasi tutte le ricette di torrone nate in seguito. Le principali differenze tra le varie versioni si devono all’aggiunta di altra frutta secca (ad esempio pistacchi o arachidi), all’uso di cacao o di una glassa al cioccolato, oppure di aromi particolari, come arance e limoni.
Se gli ingredienti base restano sempre gli stessi, i torroni si possono dividere in due grandi categorie a seconda del tipo di cottura: quelli duri, o friabili, e quelli morbidi. Nei primi, il mix di ingredienti viene cotto fino a circa 12 ore, nei secondi un massimo di 2.Generalmente, vengono poi aggiunti due fogli di ostia sulla base e sulla superficie del composto ottenuto.
Varianti del torrone
Come abbiamo appena detto, non esiste un solo tipo di torrone. Già solo in Italia la ricetta cambia di città in città, e lo stesso avviene in Spagna. Ma queste non sono le uniche nazioni in cui si consumi il torrone. Facciamo un po’ di chiarezza.
In Europa, il torrone viene prodotto in Spagna (dove viene chiamato turrón in castigliano e torró in catalano), in Francia (nella zona di Roussillon) e in Portogallo (torrão). Nel resto del mondo il torrone è diffuso in Paesi che un tempo sono stati colonizzati dall’impero spagnolo, ovvero Cuba, Porto Rico, Perù e le Filippine.
Vediamo in cosa si distinguono alcuni dei torroni che abbiamo menzionato.
Torrone spagnolo
I due torroni spagnoli più famosi vengono entrambi prodotti nella Comunità Valenciana e sono quelli di Jijona e di Alicante. Il primo, chiamato anche turrón blando, è un torrone a pasta morbida in cui le mandorle vengono ridotte a una pasta e tra gli ingredienti viene usato l’olio. Il secondo è un torrone duro con mandorle intere. Anche in Spagna, come in Italia, esistono decine di varietà.
Torrone di Cremona
Il torrone è considerato un patrimonio della tradizione gastronomica cremonese ed è un prodotto De.Co. (a denominazione comunale), ovvero tutelato da un disciplinare di produzione.
È un torrone friabile (o duro), la cui ricetta base prevede solo quattro ingredienti: zucchero (fino al 25%), miele da apiari locali (minimo il 5%), mandorle sgusciate dolci di origine italiana (almeno il 36%) e albume d’uovo. Sono tuttavia ammessi aromi, come ad esempio il cedro, la cannella o le bacche di vaniglia. La stecca è solitamente racchiusa tra due strati di ostia, ma può anche essere ricoperta di cioccolato.
Torrone di Benevento
Un altro torrone storico è quello di Benevento, la cui produzione è radicata in tutta la provincia già dal XVII secolo. Quando si parla di torrone di Benevento non ci si riferisce a un’unica ricetta, bensì ai vari tipi di torrone prodotti dalle aziende locali. Troviamo il classico torrone bianco alle mandorle, sia duro, si morbido, quello bianco alle nocciole e i famosi croccantini di San Marco dei Cavoti, ovvero dei piccoli torroni di mandorle e nocciole ricoperti di cioccolato fondente.
Originario di Benevento è anche il marchio Alberti, che produce il liquore Strega e i torroni e torroncini aromatizzati con questa bevanda.Torrone di Bagnara
Il torrone di Bagnara, comune in provincia di Reggio Calabria, come abbiamo detto è l’unico ad aver ricevuto il marchio IGP in Italia, per la precisione nel 2014. Per produrlo vengono usati ingredienti di prima qualità, come il miele di arancia calabrese, e una particolare tecnica di cottura a fiamma viva. Di questo torrone esistono due varietà: Martiniana, ricoperta di zucchero di semola a cui la cottura ad alta temperatura conferisce un sapore caramellato, e Torrefatto Glassato, ricoperto con uno sciroppo di zucchero e cacao amaro.
Oltre al torrone di Bagnara, in Calabria esistono tante altre varianti locali di torrone e di cupeta, un dolce natalizio tipico del Sud Italia molto simile al torrone.Torrone di Caltanissetta
Anche la Sicilia è famosa per le sue varietà di torrone. Il più celebre è quello di Caltanissetta, che si caratterizza per la lunga cottura, l’uso dei pistacchi oltre che delle mandorle e del miele di sulla. Oltre a essere stato riconosciuto come Prodotto Alimentare Tradizionale italiano, è in corso l’iter burocratico per ottenere il marchio IGP e il riconoscimento come prodotto tutelato da parte di Slow food.
Torrone aquilano
Prodotto sin dal XIX dalla pasticceria Nurzia, si distingue innanzitutto per la consistenza morbida della pasta. La ricetta prevede inoltre l’uso della vaniglia, del cacao amaro e delle nocciole tostate. Anche il torrone Nurzia (marchio depositato nel 1910) è stato inserito nella lista dei Prodotti Alimentari Tradizionali.
Torrone di Dentecane
Il torrone di Dentecane è un’altra eccellenza della gastronomia dolciaria italiana. Dentecane, paesino in provincia di Avellino, è considerato la Cremona del Sud per la produzione di torrone, che avviene in quattro imprese artigiane diverse nonostante il paese abbia meno di 1.000 abitanti. Nel 2022 è stato avviato il processo per l’attribuzione del marchio DOP, che diversamente dall’IGP viene attribuito soltanto ai prodotti interamente ottenuti e confezionati nel luogo d’origine. È un torrone classico alle mandorle realizzato con una cottura lenta, di cui poi esistono anche varianti alle nocciole, agli agrumi etc.
Quelli appena citati sono solo gli esempi più famosi di torrone, ma come abbiamo già ripetuto, ne esistono decine di varianti e anche dolci molto simili, ma conosciuti sotto altri nomi, come ad esempio il panforte.
Come riconoscere un torrone di qualità
È difficile riconoscere un buon torrone prima ancora di averlo assaggiato, ma esistono alcuni indizi da tenere a mente quando vi trovate a confrontare le diverse confezioni. Gli ingredienti devono essere di buona qualità, in particolare la frutta secca, il miele e, laddove siano presenti, il cioccolato e il cacao. Possibilmente, questi devono essere prodotti in Italia e meglio ancora nella regione di provenienza del torrone.
Per quanto riguarda i dolcificanti, il miele dovrebbe essere l’ingrediente principale e non dovrebbe essere presente lo sciroppo di glucosio o la vanillina. Anche le gelatine alimentari e tutti gli additivi non naturali andrebbero evitati.
Come abbiamo spiegato, i torroni da supermercato o acquistabili online non hanno la stessa qualità di quelli artigianali, tuttavia è possibile trovare dei prodotti discreti, soprattutto se avete in mente di acquistarne diversi per regalarli ad amici e parenti.
Le domande più frequenti sul torrone
Cosa si può fare con il torrone avanzato?
Il torrone è un po’ meno versatile di pandoro e panettone, ma esistono comunque tanti modi per riciclare quello che avanza dopo le feste. Ottimi esempi sono il semifreddo o il gelato al torrone, squisiti anche in inverno e semplicissimi da fare con la gelatiera (ma anche senza). Altre ricette molto golose sono i brownie al torrone o una cheesecake con una base di torrone e biscotti tritati. Online potete trovare tante ricette.
Quali sono le migliori marche di torrone?
Se al posto della classica stecca di torrone preferite i torroncini, consigliamo quelli prodotti da Condorelli, Sperlari e Strega.
Qual è il miglior torrone alle nocciole?
Anche se i torroni tradizionali sono fatti con le mandorle, esistono delle ottime varianti alle nocciole. Sperlari produce sia torroni morbidi, sia duri con le nocciole al posto delle mandorle. Online si possono poi trovare diversi torroni di produzione artigianale alle nocciole: non consigliamo un brand in particolare bensì quelli prodotti in Piemonte con nocciole IGP.