Come scegliere il telescopio
L’osservazione delle stelle è un hobby affascinante che interessa da sempre bambini e adulti. Approcciarsi all’astronomia e all’esplorazione della volta celeste non è sempre facile, vista la relativa complessità dei telescopi e i tanti modelli sul mercato dai prezzi e caratteristiche altamente variabili.
In questa guida all’acquisto cercheremo di fare un excursus sull’argomento, fornendovi informazioni generali che possano aiutarvi a scegliere un telescopio di qualità discreta.1. Tipologie
Esistono tre grandi famiglie di telescopi: i rifrattori, i riflettori e i catadiottrici. Hanno peculiarità costruttive differenti e ognuna è più indicata per un certo tipo di osservazione.
Telescopi rifrattori
Il telescopio rifrattore è il telescopio per antonomasia: si tratta di un tubo lungo e stretto con una lente a un’estremità, l’obiettivo, e un oculare all’altra estremità. È la tipologia più antica di telescopio, la prima a venire costruita e la responsabile delle prime, importanti scoperte astronomiche.
I telescopi di questo tipo devono essere tanto più lunghi quanto più largo è l’obiettivo, poiché alla larghezza maggiore dell’obiettivo corrisponde una lunghezza focale (distanza tra obiettivo ed oculare) maggiore. Per questo le versioni casalinghe di questi strumenti hanno aperture limitate: si arriva al massimo a 120 mm e più comunemente si rimane sui 70 mm.Un obiettivo piccolo comporta l’ingresso di una quantità ridotta di luce, pertanto è limitato anche il numero di ingrandimenti: i telescopi rifrattori sono quindi indicati per l’osservazione dei corpi celesti vicini quali la Luna, i pianeti e i rispettivi satelliti, e non per l’osservazione dello spazio profondo.Essendo il tubo sigillato a entrambe le estremità comporta l’assenza di disturbi atmosferici nella camera focale, quali distorsioni dovute a pulviscolo o differenze di temperatura. È difficile che le lenti si disallineino con l’uso, essendo fissate saldamente al tubo. Non necessitano di pulizia frequente, basta tenere pulita la superficie esterna dell’obiettivo.
Svantaggi
I telescopi rifrattori non sono privi di svantaggi: innanzi tutto, come tutti gli strumenti che si servano di lenti, vanno soggetti alle aberrazioni cromatiche, che rovinano l’immagine finale con aloni iridescenti intorno agli oggetti osservati o con sfocature ai bordi dell’immagine stessa. Per la correzione di queste aberrazioni è necessario l’impiego di vetri particolari a bassa dispersione e il rivestimento delle superfici vitree con speciali preparati volti a limitare la “disunione” del fascio di luce che è all’origine delle aberrazioni cromatiche. Questi sistemi di correzione delle aberrazioni possono far salire di molto il prezzo.
La tabella qui sotto riassume vantaggi e svantaggi dei telescopi rifrattori:
Vantaggi | Svantaggi |
---|---|
Osservazione dei corpi celesti vicini | Apertura dell’obiettivo limitata |
Nessun disturbo atmosferico nel tubo | Soggetto ad aberrazioni ottiche |
Ottiche solide e stabili | Costo elevato |
Poca manutenzione necessaria |
Telescopi riflettori
Il telescopio riflettore è una tipologia di telescopio più recente rispetto al rifrattore, dove la focalizzazione del fascio di luce avviene tramite uno specchio concavo posto sul fondo del tubo. Il tubo del telescopio è infatti aperto dal lato dell’obiettivo, ha un grande specchio all’altra estremità (lo specchio primario) e un secondo specchio più piccolo (il secondario) il cui compito è quello di raccogliere il fascio di luce e rifletterlo verso l’oculare.
Rispetto ai rifrattori, l’apertura dell’obiettivo può essere maggiore perché la distanza focale in questo tipo di telescopio non è dettata dalla larghezza dell’obiettivo, bensì dalla curvatura dello specchio primario: con un tubo anche più corto rispetto a un telescopio rifrattore è possibile dunque ottenere ingrandimenti maggiori (ricordiamo che più grande è l’obiettivo, maggiore è la luce a disposizione, maggiore è il numero degli ingrandimenti).La larghezza dell’obiettivo di un telescopio riflettore può andare dai 12 fino ai 40 cm a seconda del tipo di costruzione: i telescopi astronomici più famosi, incluso quello spaziale Hubble, sono di questo tipo e hanno obiettivi naturalmente larghi metri.
I telescopi riflettori sono particolarmente indicati per l’osservazione dello spazio profondo: un buon modello da astronomia amatoriale può già permettere di individuare e osservare galassie lontane. Le sole lenti presenti in un telescopio riflettore sono quelle dell’oculare, dunque l’incidenza delle aberrazioni ottiche in questo tipo di telescopi è molto limitata: non si osserveranno aloni iridescenti né sfocature, ma solamente una leggera “stellatura” dei punti luminosi dovuta alla riflessione del fascio di luce. Il costo di un telescopio riflettore è significativamente più basso rispetto a un telescopio rifrattore ma, essendo il tubo aperto, l’osservazione può essere facilmente disturbata da perturbazioni dell’aria e l’interno va pulito molto di frequente. Questa manutenzione frequente può causare il disallineamento delle ottiche.
Vediamo in una tabella riassuntiva vantaggi e svantaggi dei telescopi riflettori:
Vantaggi | Svantaggi |
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Osservazione dello spazio profondo | Perturbazioni atmosferiche nel tubo |
Grande apertura dell’obiettivo | Richiede pulizia e riallineamento frequenti |
Nessuna aberrazione ottica | Poco contrasto |
Prezzo abbordabile |
Abbiamo accennato ai diversi tipi di costruzione che un telescopio riflettore può avere: vediamole ora nel dettaglio.
Telescopi newtoniani
Questa tipologia di telescopio riflettore prende il nome dal suo inventore, Isaac Newton, tra i primi a costruire un telescopio riflettore. L’oculare è posto in prossimità dell’obiettivo, caratteristica che rende l’osservazione particolarmente comoda e indicata per i principianti. Si contraddistingue per semplicità costruttiva, costo contenuto e dimensioni relativamente compatte, che lo rendono facile da portare con sé per osservazioni nella natura.
Telescopi dobsoniani
Il telescopio dobsoniano prende il suo nome da John Dobson, un astronomo non professionista contemporaneo. I telescopi dobsoniani sono di grande formato e presentano una base girevole anziché un treppiedi.
Telescopi catadiottrici
Sono telescopi che traggono vantaggio sia dall’uso di una grande lente collocata all’apertura, il correttore, sia dalla presenza di specchi per focalizzare l’immagine. Questo uso combinato di lente e specchi permette di coniugare le migliori caratteristiche delle altre due tipologie: la presenza della lente sigilla il tubo, riducendo il bisogno di pulizia e manutenzione, ma anche eliminando le interferenze atmosferiche, nonché di ottenere immagini più contrastate rispetto ai telescopi riflettori.
L’uso degli specchi, invece, permette di mantenere contenute le dimensioni senza rinunciare ad una generosa apertura dell’obiettivo: il catadiottrico è anzi il più compatto tra i telescopi amatoriali, oltre ad essere sufficientemente versatile da prestarsi bene sia per l’osservazione dei corpi celesti vicini, sia per quella dello spazio profondo.In breve, ecco i tanti vantaggi e i pochi svantaggi di un telescopio catadiottrico:
Vantaggi | Svantaggi |
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Osservazione versatile | Può essere pesante |
Dimensioni compatte | Può subire aberrazioni cromatiche |
Nessun disturbo atmosferico nel tubo | |
Costo medio |
Ci sono due tipologie costruttive di telescopio catadiottrico: la Schmidt-Cassegrain e la Maksutov-Cassegrain.
Schmidt-Cassegrain
Lo Schmidt-Cassegrain, abbreviato SCT, presenta una lente correttore sottile a menisco (piana all’interno e convessa all’esterno), con due specchi interni che deviano la luce per regolarne la messa a fuoco.
Maksutov-Cassegrain
Il Maksutov-Cassegrain ha una lente correttore più spessa e concava, progettata per correggere sia le aberrazioni cromatiche, sia quelle derivanti dalla riflessione (la formazione di “stelle” in corrispondenza dei punti luminosi).
2. Oculare
L’oculare è la parte su cui si poggia l’occhio per vedere l’immagine catturata dal telescopio. Abbiamo già visto che esso può essere collocato in posizioni diverse sul corpo del telescopio: nei telescopi rifrattori e catadiottrici l’oculare si trova all’estremità opposta rispetto all’obiettivo o all’apertura, mentre nei riflettori si trova accanto all’apertura, in posizione laterale.
L’oculare gioca un ruolo fondamentale nel determinare la qualità finale dell’immagine, tanto che in molti casi la semplice sostituzione di un oculare con uno di qualità superiore può cambiare radicalmente la resa di questo strumento.Lunghezza focale e ingrandimenti
Così come il telescopio in sé, anche gli oculari hanno una loro lunghezza focale. Il potere magnificante effettivo (cioè gli ingrandimenti) del telescopio si calcola dividendo la lunghezza focale del telescopio per quella dell’oculare. Ad esempio, se la lunghezza focale è 2000 mm e quella dell’oculare montato è di 25 mm, gli ingrandimenti totali sono 2000 : 25, ovvero 80.
Lunghezza focale massima
Come detto, l’oculare “di serie” del telescopio può essere sostituito con uno di qualità superiore. Per farlo bisogna conoscere la lunghezza focale massima che si possa usare: per ogni telescopio, oltre una certa lunghezza focale la luce va semplicemente sprecata e non offre alcun vantaggio rispetto a lunghezze minori. Per calcolare quale lunghezza focale massima il nuovo oculare possa avere bisogna prima di tutto calcolare il rapporto focale del telescopio. Questo si ottiene dividendo la lunghezza focale del telescopio per il diametro dell’apertura: ad esempio un telescopio con lunghezza focale di 1200 mm e apertura di 200 mm ha un rapporto focale di f/6, poiché 1200 : 200 = 6.
Appurato il rapporto focale, bisogna moltiplicarlo per 7: il risultato è la lunghezza focale massima dell’oculare. Continuando con il nostro esempio: 6 x 7 = 42, dunque il nostro telescopio non trarrà alcun beneficio dal montare oculari dalla lunghezza focale maggiore di 42 mm.
Larghezza dell’oculare e campo visivo
Un altro errore da evitare è quello di acquistare oculari della misura sbagliata. La maggior parte dei telescopi in commercio oggi montano oculari da 1,25″ (31,7 mm), ma può capitare di trovare telescopi che montano oculari più larghi, da 2″ (50,8 mm), pensati per coprire un campo visivo più ampio. Alcuni vecchi telescopi, che ormai non si trovano più in commercio, possono invece montare oculari più piccoli, da 0,965″ (24,5 mm).
La larghezza di un oculare è almeno in parte collegata anche al campo visivo che l’oculare (e di conseguenza il telescopio) permette di abbracciare.
Tipi di oculari
Ci sono innumerevoli tipi diversi di oculari, che differiscono per il numero e tipo di lenti utilizzate, per la loro costruzione, per il vetro in cui sono realizzate le lenti, i trattamenti antiriflesso applicati alle superfici e il campo visivo che offrono.
Ogni tipologia è adatta a un uso specifico e/o ad un tipo di telescopio. Abbiamo riassunto alcune caratteristiche nella tabella seguente: vi si trovano il numero di elementi, ovvero le lenti all’interno dell’oculare; i tipi di telescopio con cui l’oculare è compatibile; il campo visivo che offre e la fascia di prezzo in cui si colloca.Elementi | Telescopio | Campo visivo | Fascia di prezzo | |
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Kellner | 3 | SCT e rifrattori | 40°-50° | Bassa |
Orthoscopic | 4 | Newtoniani | 40°-45° | Media |
Plössl | 4 | Newtoniani | 50° e oltre | Media |
Erfle | 5 | Newton/Dobson | 60° | Media |
Nagler | 4-5 | Newton/Dobston | 72°-110° | Alta |
Focheggiatore
Tutti i telescopi, tranne i catadiottrici, hanno un meccanismo per la messa a fuoco: il focheggiatore. Questo elemento meccanico, montato a monte dell’oculare, si compone di due tubi che scorrono l’uno dentro l’altro, comandati meccanicamente da una rotella che allunga o abbrevia la distanza focale. I tipi di focheggiatore che si possono trovare sono sostanzialmente tre: quelli a cremagliera, quelli elicoidali e quelli tipo Crayford.
Foto | Tipo | Descrizione |
---|---|---|
Cremagliera | Nei modelli meno precisi l’uso della cremagliera può comportare un certo gioco nello scorrimento dei tubi e altri problemi legati all’incastro dei dentini. È il tipo di focheggiatore più comune nei modelli a basso costo. | |
Elicoidale | Si serve di una filettatura analoga a quella presente negli obiettivi delle macchine fotografiche. Il prezzo è mediamente più alto rispetto a quelli a cremagliera. | |
Crayford | Funziona attraverso il semplice attrito delle parti meccaniche, eliminando così i problemi connessi all’uso della cremagliera. È considerevolmente più costoso rispetto alle altre tipologie. |
Lente di Barlow
Un ulteriore elemento ottico che è possibile applicare prima dell’oculare è la lente di Barlow. Questo è un piccolo gruppo ottico che modifica la lunghezza focale del telescopio, aggiungendo così potere magnificante all’oculare.
Ci sono molti tipi di lenti di Barlow, caratterizzate da lunghezze ed ingrandimenti diversi: si può andare da 1,5 a 5x, ma gli esemplari più comuni sono quelli da 2 o 3x. Meno diffusi sono i modelli variabili, che possono cioè allungarsi o accorciarsi per variare il numero di ingrandimenti.
3. Cercatore
Un altro elemento molto importante in un telescopio è il cercatore: un piccolo cannocchiale o mirino utilizzato per individuare la porzione di cielo che si vuole osservare ed orientare così il telescopio nella direzione corretta. Per il puntamento si preferisce usare il cercatore, anziché il telescopio stesso, perché il cercatore ha un numero di ingrandimenti molto minore rispetto al telescopio. Esso permette dunque di vedere una porzione di cielo abbastanza ampia da permettere di non perdere l’orientamento nella volta celeste.
Le caratteristiche del cercatore di cui bisogna tenere conto sono fondamentalmente due: la sua combinazione di ingrandimenti e apertura dell’obiettivo, e l’orientamento visivo dell’immagine restituita.Ingrandimenti e obiettivo
Il discorso da questo punto di vista cambia a seconda che si tratti di un cercatore ottico o di un mirino semplice: vediamo come valutare ciascuno di questi due tipi di cercatore.
Cercatore ottico
Nel caso dei cercatori ottici, quelli cioè che consistono in un cannocchiale applicato al telescopio, bisogna fare attenzione al numero di ingrandimenti e al diametro dell’obiettivo. Spesso si trovano indicati entrambi questi dati nel nome stesso del cercatore, che è seguito da una dicitura come 6×30, 8×50 e via dicendo. Di queste cifre, la prima indica il numero di ingrandimenti, mentre la seconda il diametro dell’obiettivo. Tra gli astronomi amatori è opinione consolidata che un cercatore 6×30 sia accettabile e che i migliori e più comodi siano invece quelli da 8×50 in su. Si preferisce il maggiore diametro dell’obiettivo poiché, più grande l’obiettivo, maggiore la quantità di luce raccolta, dunque migliore la visuale.
Mirino semplice
In questo caso sul corpo del telescopio è montato un mirino “red dot” e non un cannocchiale ausiliario: un quadratino in materiale trasparente ma riflettente, su cui viene proiettato un reticolo luminoso.
Orientamento visuale
Un vantaggio del mirino è quello di non modificare in alcun modo la visuale ad occhio nudo, cosa che non è sempre vera per i cercatori ottici: questi, infatti, a seconda dell’orientamento visivo, possono mostrare la porzione di cielo osservata capovolta, ribaltata o entrambe le cose insieme. Sono infatti tre i possibili orientamenti visuali che un cercatore può avere:
- Standard: l’immagine risulta capovolta e ribaltata, dunque l’alto diventa basso e la destra sinistra;
- Right angle: l’immagine è parzialmente corretta, non capovolta, ma comunque ribaltata specularmente;
- Corretta: l’immagine è completamente corretta, dunque coincide con quanto osservabile ad occhio nudo.
Naturalmente la correzione del ribaltamento e capovolgimento richiede elementi ottici in più, che inevitabilmente fanno lievitare il costo del cercatore. La scelta tra l’uno e l’altro tipo di cercatore non è esclusiva: mentre il mirino è comodissimo per spostarsi velocemente da una porzione di cielo all’altra, il cercatore ottico è perfetto per puntare accuratamente il telescopio. Chi ha o sceglie un cercatore ottico deve comunque ricordarsi di allineare con cura il cercatore al telescopio, così che quanto inquadrato dal cercatore corrisponda perfettamente a quanto inquadrato dal telescopio. L’operazione è semplice, soprattutto se effettuata durante le ore diurne: basta puntare il cercatore su un oggetto a scelta nel panorama e stringere o allentare le apposite viti di regolazione fino a che l’oggetto scelto non risulta perfettamente inquadrato sia dal cercatore, sia dal telescopio.
4. Montatura
L’ultimo elemento che bisogna assolutamente considerare all’acquisto di un telescopio è la montatura che lo accompagna, ovvero il sistema meccanico che permette il movimento del telescopio. La montatura è particolarmente importante soprattutto se si ha intenzione di utilizzare lo strumento anche per dilettarsi con la fotografia astronomica. Dei due tipi di montatura esistenti, infatti, solo uno è adatto alla fotografia astronomica, in cui sono richiesti lunghi tempi di esposizione.
Montatura altazimutale
Prevede due movimenti rispetto all’orizzonte terrestre: lo spostamento orizzontale e quello verticale. La montatura altazimutale è dunque decisamente semplice e intuitiva da utilizzare e non richiede alcuna preimpostazione prima dell’uso. È quindi particolarmente indicata per chi sta muovendo i primi passi nell’osservazione astronomica ed è presente in dotazione in molti modelli entry level. È però inadatta alla fotografia delle stelle, con la sola eccezione degli scatti ad esposizione breve.
Questo si deve al fatto che questo tipo di montatura non è adatto a compensare il moto delle stelle, o per meglio dire quello del nostro pianeta. Come è noto, infatti, la volta celeste ruota intorno all’asse della stella polare per effetto del moto terrestre, e quando si osservano i corpi celesti con un telescopio ci si rende conto molto rapidamente di quanto veloce sia questo movimento. Seguire un corpo celeste richiede dunque un aggiustamento continuo del puntamento del telescopio, una condizione incompatibile con la buona riuscita di una foto astronomica a lunga esposizione.Il più comune ed economico tipo di montatura altazimutale è quella a forcella. Un altro tipo molto diffuso è quello fotografico a doppio snodo, analogo alla montatura di tanti treppiedi per fotografia nei quali si trovano singole manopole per il controllo di ciascun asse.
Montatura equatoriale
La montatura di tipo equatoriale è invece più complessa dal punto di vista costruttivo, e di conseguenza anche più costosa rispetto a quella altazimutale. Richiede l’allineamento al polo celeste prima dell’uso, un’operazione dopo la quale tutto quello che bisogna controllare per seguire un corpo celeste è un singolo asse.
Come è evidente, i presupposti sono perfetti per la fotografia astronomica: una montatura equatoriale motorizzata, che compensi automaticamente il moto terrestre, è l’ideale per scattare foto alla volta celeste prive di sbavature. Vi sono anche montature intelligenti, dotate di un computer interno, che conservano in memoria le coordinate di tantissimi corpi celesti osservabili: è sufficiente allineare il telescopio a poche stelle di riferimento per calibrare il computer, e la montatura da sola sarà in grado di puntare lo strumento verso gli astri desiderati. Il più diffuso tipo di montatura equatoriale è quello tedesco.Le domande più frequenti sui telescopi
Quali sono le migliori marche di telescopi?
Come è sempre il caso quando si tratta di strumenti ottici, ci sono marche che sono sinonimo di buona qualità e di specializzazione e altre che invece sono più generaliste. Ecco allora che marche specializzate nei prodotti ottici come Celestron, Orion, Sky-Watcher, Meade e Bresser riescono a offrire buoni prodotti, che spaziano dagli entry level alla fascia medio-alta adatta agli astronomi già esperti. Sono invece da sconsigliare, se non per un regalo ai propri figli e nipoti, i telescopi al di sotto dei 100 €. Si tratta di attrezzi più simili a giocattoli e, per quanto dotati di un notevole valore educativo, non sono telescopi in piena regola. La bassa qualità dei materiali potrebbe renderli frustranti da usare sia per i ragazzi, sia per gli adulti.
Quanto costa un telescopio?
Un telescopio che sia soddisfacente difficilmente costa meno di 200 € e, a seconda del tipo di strumento, della qualità delle lenti, del tipo di montatura ecc. il prezzo può lievitare fino a oltre 5.000 €. Tra questi due estremi però possiamo dire che con una spesa intorno ai 700 € sia possibile avere un prodotto il cui utilizzo sia pienamente soddisfacente nelle giuste mani. Inoltre, se siete dei principianti non vi consigliamo certamente di investire così tanti soldi, ma di orientarvi verso un modello da circa 250 €.
L’unico consiglio che possiamo darvi, se avete un budget limitato, è di scegliere un modello Dobson, in virtù dell’apertura molto grande. Gradualmente potrete spostarvi verso modelli più performanti, anche comprendendo meglio le varie differenze tra le diverse tipologie di telescopio, arrivando a capire quale faccia per voi.
Posso fare le foto con un telescopio?
Sì, con alcuni accorgimenti. Anzitutto bisogna dotarsi di un telescopio con montatura equatoriale, quindi non un Dobson. La macchina fotografica, meglio se una reflex, va acquistata a parte e attaccata con l’apposito adattatore. Come menzionato, viene fatto un gran lavoro da parte dell’otturatore, lasciandolo aperto diversi minuti perché catturi quanta più luce possibile. Un buon setting fotografico ed esperienza possono regalare fotografie con discreti dettagli e mostrare corpi celesti che a occhio nudo non sono visibili. L’astrofotografia è però un’arte vera e propria, che va studiata e messa in pratica con macchinari specifici. Ovviamente è possibile anche utilizzare uno smartphone con una buona fotocamera per realizzare delle foto amatoriali e senza pretese, che però possono essere il bel ricordo di una serata sotto le stelle.
Quali telescopi sono compatibili con lo smartphone?
Non esistono telescopi specifici per smartphone, al contrario, oggi è possibile usare lo smartphone per svolgere alcune importanti funzioni legate all’osservazione degli astri. Anzitutto è possibile usare lo smartphone come puntatore e mirino, nei modelli che presentano un supporto adatto a questo scopo. Sono infatti disponibili da diversi anni molte app sia per iPhone, sia per telefoni Android, che hanno una mappa geolocalizzata della volta celeste e indicano la posizione esatta utilizzando il giroscopio del telefono. Inoltre, alcuni telescopi hanno un ulteriore supporto, acquistabile comunque separatamente, che serve a mettere lo smartphone in posizione e usarlo per scattare fotografie.
Il bremer Skylux 70/700 a 89€ da Lidl è di fascia troppo bassa per iniziare? E’ per un bimbo di 9 anni che vorrebbe utilizzarlo dal terrazzo. grazie.
No, anzi: è pensato esattamente per principianti, dunque va benissimo.
Buonasera, con un 300,00/350,00 vorrei comprare un telescopio a mia figlia visto che è molto appassionata a stelle, pianeti.Viviamo in campagna
Per imparare ad usare il telescopio può andare molto bene il Celestron AstroMaster 130EQ.
Buonasera, con un budget di 100 – 150€ quale telescopio potrei regalare ad un principiante interessato principalmente a luna e pianeti? Grazie!
In quella fascia di prezzo possiamo consigliarti il Seben 700-76 Big Pack KT1, altrimenti, spendendo un poco di più, puoi optare per l’Orion StarMax 10022
salve…volevo una vostra valutazione sul telescopio Seben 1000-114 Star-Sheriff EQ3 Telescopio riflettore…grazie!!!!
Si tratta di un modello di fascia bassa con buone caratteristiche, ma adatto soprattutto a utenti principianti.
Allineando il mio telescopio riflettore 114/1000 l’immagine si vede in diagonale. Qual è il motivo?
Non è chiaro se il problema riguardi il telescopio o l’eventuale cercatore, comunque se non si tratta del normale ribaltamento generato dalle ottiche del telescopio ci deve essere un problema di allineamento o collimazione o degli specchi o dell’oculare.