Dreame T30 in breve
Voto finale: 8.7
La nostra recensione
In questa pagina recensiamo la Dreame T30, una scopa del moderno tipo a bastone popolarizzato da Dyson, con i cui modelli più recenti (V11 e V15) la Dreame si pone in confronto diretto. Le similitudini non si ravvisano solamente nel design, in particolare dei tanti accessori che avremo modo di vedere, ma vogliono farsi notare anche nelle prestazioni.
Vediamo allora le caratteristiche della Dreame T30.Struttura: voto 8
Prima di pensare alle prestazioni di una scopa a batteria raccomandiamo ai nostri lettori di badare ad alcuni importanti aspetti strutturali che, se sottovalutati, potrebbero avere un impatto negativo sul gradimento del modello che si finirà con l’acquistare.
Nel caso della Dreame T30, come abbiamo già detto, abbiamo a che fare con una scopa “a bastone”, leggera, maneggevole e convertibile in aspirabriciole semplicemente staccando il tubo. Il peso della scopa in allestimento “pavimento” è in effetti contenuto: il corpo motore da solo pesa 1,67 kg, il tubo ultraleggero in fibra di carbonio 198 g e la spazzola multisuperficie, larga 23 cm, pesa 802 g. Il peso complessivo è dunque di 2,67 kg, in linea con la Dyson V15. Lo svantaggio delle scope di questo tipo, però, è che non si reggono in piedi da sole: per parcheggiarle è sempre necessario appoggiarle da qualche parte o agganciarle alla loro base di stazionamento e ricarica, che va avvitata al muro (l’unica eccezione a noi nota è la Samsung Jet 90 Premium, che ha una base a pavimento). La Dreame T30 in questo non fa eccezione, infatti è fornita con la base e i due tasselli per il fissaggio alla parete. Merita un accenno anche il design del rullo spazzola: le due file di setole, una più morbida e l’altra più rigida, non adottano il classico design a spirale, ma descrivono invece una “V”. Questo particolare profilo è pensato per minimizzare i grovigli di peli e capelli: il design a “V” aiuta infatti a canalizzare i filamenti verso un piccolo pettinino, dove vengono perlopiù staccati dalla spazzola e aspirati verso il serbatoio.Batteria: voto 8,9
Fatta questa importante premessa, passiamo ad occuparci delle prestazioni della Dreame T30. Un primo elemento rilevante a questo proposito è la batteria, e dobbiamo dire che quella montata su questa scopa è di buona qualità: si tratta di una batteria agli ioni di litio da ben 29,6 V, tra le più potenti attualmente reperibili su una scopa di questo tipo (la Dyson V15, ad esempio, ha una batteria da 25,2 V).
La potenza aspirante massima generata è dichiarata in 190 AW (AirWatt), un’unità di misura che, sebbene controversa, viene sempre più spesso adottata dai produttori per sottolineare la bontà dei propri modelli. Continuando il paragone con la Dyson V15, ricordiamo che quest’ultima vanta una potenza aspirante di 230 AW, alla pari con un aspirapolvere a traino di buona qualità. È meno soggetto ad interpretazioni il dato sulla depressione generata, che equivale a 27 kPa (270 mbar), un valore molto elevato e apprezzabile appieno in assetto “aspirabriciole”. Parleremo nel dettaglio più avanti, nella sezione dedicata al nostro test, dei risultati che abbiamo ottenuto con la Dreame T30. A fronte di tanta potenza, l’autonomia di lavoro varia molto a seconda del livello di aspirazione utilizzato (sono tre quelli selezionabili) e dell’accessorio montato. I valori dichiarati sono i seguenti:- Modalità eco: 90 minuti con bocchetta non motorizzata;
- Modalità normale: 35 minuti con spazzola motorizzata;
- Modalità turbo: 7,5 minuti con spazzola motorizzata.
È interessante inoltre la modalità automatica: attivandola, un apposito sensore di rilevamento della polvere e della superficie adatta automaticamente la potenza aspirante alla quantità di sporco presente sulla superficie e al tipo di pavimento (potenza più bassa su superficie dura, più elevata su tappeti e moquette). Sul piccolo display posto sul motore un grafico mostra in tempo reale la quantità di polvere aspirata.
Chiudiamo questo paragrafo parlando dei tempi di ricarica, che si attestano sulle 4 ore circa: nell’attuale panorama delle scope a batteria si tratta di un valore medio-basso. La batteria è comunque staccabile, dunque è possibile acquistarne una aggiuntiva per raddoppiare di fatto l’autonomia di lavoro.Tecnologia: voto 9
Non è naturalmente solo la batteria a generare la potenza aspirante di una scopa senza fili, e quindi a determinarne le prestazioni: bisogna prendere in considerazione anche il motore e il sistema filtrante. La Dreame T30 monta un nuovo motore rispetto ai precedenti modelli della stessa marca, chiamato Space 5.0. Le prestazioni sono di buon livello, basti dire che alla massima potenza compie 150.000 giri/min (per continuare il paragone con Dyson: la V15 gira a 125.000).
Al contrario del concorrente britannico, però, il motore non è stato posto in linea con il tubo di aspirazione, ma è stato mantenuto l’assetto “classico”, comune a tutte le altre scope a batteria, con il cilindro del serbatoio e la testa del motore perpendicolari rispetto al tubo: una scelta che in parte penalizza le prestazioni in termini di potenza aspirante e durata della batteria. A proposito del serbatoio, esso è dotato di 12 cicloni che concorrono a separare efficacemente anche la polvere più fine dal flusso d’aria, ma la filtrazione prevede altri tre stadi: il ciclone principale del serbatoio, il filtro pre-motore in spugna e tessuto e il filtro HEPA. L’efficacia filtrante è dunque elevata, un aspetto che potrà far piacere in particolare a chi soffra delle più comuni riniti allergiche.Accessori: voto 8,5
Vediamo infine il corredo accessori della Dreame T30, che si presenta decisamente ricco. Abbiamo già ricordato la base da montare a muro che, oltre ad alloggiare la scopa, ha posto anche per altre tre bocchette o spazzole.
Gli altri accessori sono:- Bocchetta a pennello per superfici delicate;
- Bocchetta piana 2 in 1 con pennello retrattile;
- Bocchetta a lancia per fughe e fessure, in plastica traslucida;
- Spazzolina motorizzata per imbottiti;
- Snodo applicabile a entrambe le estremità del tubo.
La nostra prova
Abbiamo potuto testare la Dreame T30 nel nostro studio: ecco qui di seguito che impressione ci ha fatto.
Praticità d’uso
Dal punto di vista della semplicità di utilizzo non ci sono molte osservazioni negative da fare: la scopa è abbastanza leggera e maneggevole, i vari pezzi si staccano e attaccano con estrema facilità e la funzione di blocco del grilletto permette di lavorare senza dover tenere il dito premuto sulla levetta di attivazione.
Solo due aspetti negativi sono giunti alla nostra attenzione: il primo è che, una volta staccato il serbatoio, possono volerci diversi tentativi prima di ritrovare l’incastro giusto per riattaccarlo. Il secondo riguarda invece la mobilità della spazzola: la scopa si può reclinare completamente solo se il tubo è perfettamente allineato alla spazzola, ma la flessione laterale, oltre un certo angolo, fa sollevare la spazzola da terra. La foto qui sopra mostra il massimo angolo di inclinazione. Sotto i mobili, ad esempio, la manovrabilità della spazzola risulta ridotta rispetto ad altri modelli reclinabili completamente anche di lato.Sul tappeto
Abbiamo usato la scopa rigorosamente in modalità automatica e “lavoro continuo”, ovvero attivando il blocco del grilletto (che rimane attivo anche all’uso successivo). Sulla superficie del nostro tappeto, spesso 1 cm, abbiamo apprezzato in modo particolare il feedback visivo dato dal display: aspirare la polvere presente sui tappeti non è infatti semplice, e “toccare con mano” l’accuratezza della pulizia ci ha aiutati a lavorare con cognizione di causa.
Abbiamo voluto cospargere della terra sul tappeto, prendendoci anche la briga di calpestarla un po’ per farla affondare tra le fibre: il grosso dello sporco è stato comunque aspirato in due passate, dopo le quali non solo il tappeto appariva pulito, ma anche il feedback del display ci mostrava una superficie già libera dallo sporco.
Sul laminato
Viste le premesse su una superficie “difficile” come un folto tappeto, va da sé che sulle superfici dure le prestazioni siano impeccabili. Oltre alla polvere, anche sassolini e foglie sono stati risucchiati alla prima passata.
L’unico dubbio che ci rimane riguarda la fila di setole più rigide delle due che si trovano sul rullo spazzola: pensiamo che, su pavimenti delicati come il parquet, esse possano produrre micrograffi che, alla lunga, potrebbero portare a un’opacizzazione della superficie.
Voto finale: 8.7
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