Cos’è e come funziona la sigaretta elettronica

Cos’è e come funziona la sigaretta elettronica

Da qualche anno la sigaretta elettronica è un prodotto acquistato da chi vuole provare a smettere di fumare o diminuire il consumo di sigarette, oppure da chi vuole seguire questa moda e sperimentare un nuovo modo di fumare.

Vaporizzatore appoggiato su un piattino accanto a una tazzina da caffè
Ma cosa sappiamo davvero di questo accessorio? Quanto è più salutare rispetto alle sigarette normali e quanto il suo utilizzo aiuta effettivamente a lasciarsi alle spalle il vizio del tabacco?
Nei prossimi paragrafi proveremo a rispondere a queste e altre domande sulla e-cig, cercando di fornirvi tutte le informazioni necessarie su questo prodotto.

Origine della sigaretta elettronica

Nonostante la commercializzazione intensiva della sigaretta elettronica sia abbastanza recente, l’invenzione di questo accessorio risale a molto tempo fa: il primo a brevettare questo tipo di prodotto è stato infatti lo scienziato americano Herbert A. Gilbert nel 1963. Per posizionarsi stabilmente sul mercato però è stato necessario aspettare ben 40 anni: la prima e-cig è stata infattiprodotta in Cina nel 2003 da un farmacista, Hon Lik, che mise in vendita una sigaretta elettronica piezoelettrica.

Cigalike o sigarette elettroniche di prima generazione

Le prime sigarette elettroniche a essere commercializzate erano caratterizzate essenzialmente da due aspetti: da un lato il design molto somigliante alla classica sigaretta, dall’altro il meccanismo di funzionamento alimentato da piccole batterie al litio e da cartucce intercambiabili.

Una cigalike sdraiata sul tavolo accanto a due batterie a forma di filtro in piedi
Come si vede nella foto qui sopra, questo tipo di sigarette elettroniche aveva l’obiettivo di emulare la sigaretta vera e propria, addirittura con il dettaglio del tappino sulla sommità, in cui era inserita una luce a LED che s’illuminava di rosso al momento dell’aspirazione, simulando la brace della sigaretta.

Tipologie di sigaretta elettronica

Sono principalmente due i tipi di sigaretta elettronica attualmente in commercio: i vaporizzatori personali e i riscaldatori di tabacco. Il principio di funzionamento è molto diverso, vediamo dunque come funzionano entrambi.

Vaporizzatore personale

Il meccanismo di funzionamento del vaporizzatore personale si basa su un principio molto semplice: sostituire la vaporizzazione alla combustione. Già negli anni ’60 del secolo scorso, infatti, numerosi studi dimostrarono come l’effetto cancerogeno delle sigarette normali fosse collegato alla combustione delle sostanze utilizzate per la raffinazione del tabacco. Ma come fare a eliminare questa fase e rendere il fumo meno pericoloso? La risposta fornita dagli studi scientifici è stata appunto l’utilizzo della vaporizzazione.

Un vaporizzatore sdraiato su un tavolo
Tramite un apposito atomizzatore questo processo permette di trasformare un liquido contenente una percentuale variabile di nicotina in vapore, riproducendo così la sensazione e l’aroma delle sigarette, senza tuttavia produrre catrame e monossido di carbonio, ovvero le sostanze più dannose prodotte dalla combustione del tabacco.

Riscaldatore di tabacco

Questa peculiare tipologia di sigaretta elettronica è, se vogliamo, l’evoluzione più diretta della sigaretta elettronica di prima generazione: anche in questo caso, infatti, si tratta di un apparecchio con cartuccia intercambiabile, senza resistenza, ma con un elemento riscaldante, utilizzabile esclusivamente con cartucce prodotte dalla stessa marca.

riscaldatore di tabacco nero

Gli esempi più rinomati di e-cig di questo tipo sono sicuramente le Iqos e Glo, che si caratterizzano per le cartucce contenenti foglie di tabacco pressate anziché liquidi aromatici. La cartuccia contiene, oltre al tabacco, anche il filtro, e la vaporizzazione avviene per riscaldamento della porzione di cartuccia contenente il tabacco: la parte terminale col filtro rimane infatti sporgente, pertanto viene riprodotta esattamente la sensazione della sigaretta tra le labbra (per quanto sia la Iqos, sia la Glo siano ben più ingombranti e pesanti rispetto a una normale sigaretta).

Sigaretta elettronica a ultrasuoni

Più o meno a partire dal 2018 ha fatto la sua comparsa anche un altro tipo di sigaretta elettronica che, al contrario di quelle viste fino a ora, non si avvale di una resistenza per la generazione del vapore. A venire utilizzata è invece la tecnologia ultrasonica, il cui cuore è un piccolissimo trasduttore o chip vibrante la cui rapidissima frequenza di vibrazione (ultrasonica, appunto), a contatto con il liquido ne nebulizza la superficie formando un sottilissimo fumo-non-fumo a temperatura ambiente (il fumo delle e-cig a resistenza può invece essere più o meno caldo).

Una sigaretta elettronica a ultrasuoni
La vaporizzazione così ottenuta risulterebbe più “pulita” rispetto a quella sprigionata con il calore di una resistenza elettrica: nella nebulizzazione ultrasonica non sono infatti presenti tracce né del tessuto, né della resistenza metallica, né del tabacco, che si possono invece trovare nel vapore “tradizionale” semplicemente a causa del contatto con un elemento riscaldante. L’aroma del liquido scelto, inoltre, non rischia di venire alterato dal calore eccessivo o peggio di prendere una sgradevole connotazione di bruciato a causa di un surriscaldamento del filo resistivo.
La tecnologia ultrasonica sembrerebbe essere anche più duratura rispetto ai vaporizzatori personali: mentre il filo resistivo è tutto sommato un elemento fragile, soggetto a deperimento nel corso del tempo e necessitante un’attenta manutenzione, il chip ultrasonico “invecchia” molto più lentamente e richiede una minore manutenzione.
L’opinione degli “svapatori” di lungo corso in merito alle sigarette ultrasoniche non è però in generale particolarmente favorevole: mentre il fumo a freddo può piacere o meno, in molti trovano la carica aromatica della nebulizzazione ultrasonica molto insoddisfacente rispetto a quella del vaporizzatore personale.

Gli accessori più comuni

Alcune sigarette elettroniche di fascia alta sono dotate di un caricatore incorporato che funge anche da custodia. Tutti i modelli definiti “all in one“, invece, devono essere ricaricati a parte utilizzando il cavo in dotazione. Per questo motivo uno degli accessori più diffusi per quanto riguarda il mondo delle sigarette elettroniche è la classica power bank, da utilizzare all’occorrenza. Uno degli oggetti più originali per caricare il vostro riscaldatore di tabacco è poi il bracciale con connettore USB-C.
Per proteggere i dispositivi dagli urti e per trasportarli facilmente, molto spesso vengono utilizzate delle custodie in silicone, in ecopelle o in microfibra satinata. Alcuni produttori inoltre realizzano anche cover laterali in alluminio o in metallo. Altri hanno lanciato delle pochette colorate con laccetto laterale per conservare e trasportare facilmente tutti gli accessori.
Degna di nota anche la trovata dei posastick per la casa e per l’automobile che permettono di smaltire nel pieno rispetto dell’ambiente tutti gli stick usati.

Si può fumare la sigaretta elettronica in gravidanza?

No, sia i vaporizzatori personali, sia i riscaldatori di tabacco sono assolutamente sconsigliati in gravidanza. Per quanto riguarda i riscaldatori di tabacco, contenendo la nicotina, sussistono rischi molto simili a quelli delle sigarette tradizionali per il feto. Per i vaporizzatori, ove non presente nicotina, vale invece il discorso che la letteratura in merito è ancora troppo limitata: non ci sono abbastanza informazioni per affermare che i vaporizzatori possano essere sicuri per il feto, per questo motivo è assolutamente sconsigliato il loro utilizzo.