I piani cottura a induzione
I piani cottura a induzione sono sempre più acquistati nel nostro Paese: nonostante in Italia ci sia un’importante tradizione di cucine alimentate a gas, infatti, molti consumatori scelgono di sostituire il piano cottura tradizionale con questa tipologia più moderna e ritenuta più sicura.
Per effettuare una scelta consapevole è però necessario informarsi in modo approfondito, esaminando il funzionamento di questi elettrodomestici e le loro caratteristiche tecniche e strutturali. Nella nostra guida all’acquisto del piano cottura, che vi invitiamo a consultare, abbiamo confrontato le diverse tipologie di piani cottura, mentre in questa sede ci occuperemo nello specifico dei piani a induzione, per aiutarvi a capire se questa sia veramente l’alternativa che fa per voi.
Come funziona un piano cottura a induzione
Il primo aspetto da chiarire è come funzioni questa tipologia di piano cottura e che cosa la distingua dalle altre in commercio. Il piano cottura a induzione appartiene al sottogruppo dei piani cottura elettrici. Anche in questo caso quindi non è necessario altro collegamento se non quello alla rete elettrica domestica.
Il funzionamento delle piastre a induzione è però particolare: sotto la superficie di cottura in vetroceramica (materiale infrangibile e altamente resistente alle temperature elevate) si trovano delle bobine conduttrici in filo di rame che alimentano un campo elettromagnetico direzionale quando l’elettricità le attraversa. Quando una padella o una pentola in materiale ferroso (conduttore) viene posizionata sulla zona di cottura, questo materiale “attira” il campo magnetico e genera calore, provocando il riscaldamento del tegame e non della superficie di cottura.
Il risparmio energetico è legato al fatto che non avviene l’emanazione del calore se la pentola non è posizionata sul fornello. Questo rende questo tipo di piano cottura anche più sicuro, perché impedisce di lasciare i fornelli accesi.
La migliore efficienza nelle prestazioni invece dipende dal fatto che il calore erogato raggiunge direttamente la pentola e in molti casi si adatta alle dimensioni di questa: non c’è quindi alcuna dispersione di calore come negli altri tipi di piani cottura.
Come scegliere il piano cottura a induzione
In primo luogo, bisogna stabilire se il piano cottura a induzione sia da preferire alle altre tipologie disponibili: vediamo dunque per prima cosa le differenze tra i piani a induzione e quelli elettrici e a gas. Se preferite una trattazione più breve, leggete il nostro approfondimento su vantaggi e svantaggi del piano a induzione rispetto alle altre due tipologie di piano cottura.
Differenza tra piano cottura a induzione ed elettrico
Come abbiamo illustrato nella pagina dedicata ai piani cottura elettrici, questi permettono il trasferimento del calore in due modalità: tramite lampade alogene o tramite piastre radianti. In entrambi i casi, è la piastra elettrica a riscaldarsi e a trasferire il calore alla pentola, mentre nel piano cottura a induzione il calore è generato direttamente all’interno del tegame.
Rispetto alle altre tipologie di piano cottura elettrico, le principali differenze sono legate all’efficienza. Le piastre a induzione, infatti, trasmettendo il calore direttamente alla pentola risultano più rapide ed efficienti. Negli altri piani cottura elettrici invece è sempre presente una dispersione di calore, maggiore per i piani cottura con piastre radianti e minore nei modelli con lampade alogene.
Un’altra conseguenza di questo specifico aspetto è che nei piani cottura a induzione la superficie in vetroceramica non si scalda e ciò comporta una maggiore sicurezza perché previene le scottature accidentali.
Differenza tra piano cottura a induzione e a gas
Rispetto ai piani cottura a gas, la prima e più evidente differenza si ha a livello strutturale: la cottura a gas (metano o GPL) avviene su dei bruciatori alimentati da una fiamma e attivati dall’erogazione del gas attraverso manopole frontali. La conformazione di questo tipo di piano cottura rende più difficili le operazioni di pulizia e manutenzione, inoltre comporta anche una dispersione aerea del calore, in quanto i fornelli accesi non distribuiscono la fiamma solo alle pentole.
Un ulteriore vantaggio dato dalla dispersione minima del calore propria dei piani a induzione riguarda i tempi più brevi per l’ebollizione dei liquidi (si pensi all’acqua di cottura della pasta) e perciò la possibilità di ottimizzare le tempistiche delle operazioni in cucina.
Oltre al rapporto tra utilizzo e costo, quindi, il piano cottura a induzione risulta anche meno pericoloso, perché non esiste alcun rischio legato a eventuali fughe di gas o incendi.
D’altra parte, il gas permette di avere il pieno controllo sulla gestione della fonte di calore, accendendo, spegnendo e regolando la fiamma con il semplice utilizzo della manopola. Anche in questo caso, con i fornelli a gas non è necessario acquistare nuove pentole o rinunciare all’uso di tegami in materiale non ferroso. Le pentole per i piani cottura a induzione sono più costose, ma sono tuttavia più resistenti all’usura.
Struttura del piano a induzione
Un secondo aspetto da valutare riguarda le caratteristiche strutturali del piano: dimensioni e numero di fuochi sono infatti elementi strettamente correlati alle proprie esigenze.
Prima di osservare nel dettaglio questi specifici aspetti è necessario ricordare che in questa pagina prenderemo in considerazione solo i piani cottura a induzione da incasso. In commercio è però possibile anche trovare delle piastre portatili che sfruttano la tecnologia ad induzione, ideali per chi vuole un fornello aggiuntivo o per chi ha pochissimo spazio a disposizione. Potrete trovare informazioni dettagliate su questi prodotti nella nostra guida all’acquisto delle piastre elettriche.
Infine sono disponibili anche piani cottura a induzione con 5 o 6 fuochi: misurano tra i 75 e i 90 cm di larghezza e sono sempre dotati di fuochi dalle diverse dimensioni. Ricordiamo che questi valori si riferiscono alle dimensioni del piano cottura e non a quelle della nicchia in cui andrà incassato, che sono leggermente inferiori e dovranno essere controllate separatamente.
Una delle caratteristiche strutturali più interessanti dei piani cottura a induzione è che, grazie al particolare tipo di funzionamento, è possibile trovare modelli che consentono di combinare i diversi fuochi trasformandoli in zone di cottura vere e proprie.
Si tratta di un aspetto molto interessante per chi non ha molto spazio a disposizione, ma ama cucinare con diversi tipi di pentole. Si potrà ad esempio acquistare un piano cottura a 4 fuochi con due zone di cottura, così da utilizzare i singoli fuochi con pentole piccole e le zone di cottura con pentole più ampie.
Ricordiamo che non tutti i piani cottura a induzione consentono di passare da fuochi a zone di cottura: troverete questa informazione nell’elenco delle funzioni disponibili per i vari modelli, argomento che prenderemo in esame nel prossimo paragrafo.
Funzioni del piano cottura a induzione
La presenza di funzioni aggiuntive per migliorare l’efficienza energetica e le prestazioni è uno degli aspetti che più attraggono i consumatori e li spingono a passare dal gas a questa nuova tecnologia. Vediamo un breve elenco di quali programmi aggiuntivi possono essere presenti nei piani cottura a induzione e come questi possano aiutare i consumatori.
Livello di cottura
La funzione principale del piano a induzione è la selezione del livello di temperatura, che può avvenire premendo i pulsanti touch – e + oppure il numero corrispondente a uno dei livelli preimpostati. Anche se i piani a induzione non permettono ancora di impostare una temperatura esatta (di fatto utile solo per poche ricette), i libretti forniti con ciascun modello dovrebbero dare un’indicazione del livello ideale per le diverse preparazioni. I livelli preimpostati possono andare da un minimo di 9 a oltre 15 e corrispondono a un range di temperatura che solitamente va da 30 a 200 °C.
Controllo temperatura
I modelli di fascia alta sono dotati di un sensore che permette di selezionare un programma automatico (le opzioni più diffuse sono friggere, fondere, bollire e sobbollire) e mantenere costante la temperatura necessaria per quella preparazione dall’inizio alla fine della cottura. Questo impedisce ad esempio di bruciare o scuocere i cibi e permette di dedicarsi ad altre attività mentre si cucina.
Timer
Tramite questa funzione è possibile monitorare le varie preparazioni in modo preciso, impostando i limiti di tempo oltre i quali si attiverà lo spegnimento automatico e, se presente, un segnale acustico. Si tratta di una funzione molto utile con alcune modalità di cottura, come ad esempio la cottura lenta.
Funzioni di sicurezza
Le funzioni di sicurezza che si possono trovare nei piani cottura a induzione sono diverse e variano in base all’azienda produttrice. Quasi tutti i piani cottura dispongono di spie di calore residuo che segnalano che i fuochi sono ancora caldi e di blocco dei comandi, che scongiura l’eventualità che il piano cottura venga acceso per sbaglio dai bambini o mentre lo si pulisce. Molto utili sono anche le funzioni di spegnimento del piano in caso di surriscaldamento o traboccamento.
Power boost
Chiamata anche turbo o boost, questa funzione consente di sfruttare una maggiore potenza per accelerare i tempi di cottura di alcune pietanze, come ad esempio la bollitura dell’acqua. Per evitare un consumo energetico troppo elevato la modalità turbo si può solitamente impostare per lassi di tempo brevi, trascorsi i quali si ritorna all’erogazione energetica normale.
Connessione delle zone di cottura
Questa funzione, chiamata Flex o Bridge a seconda del brand, consente di scegliere se utilizzare i singoli fuochi o se accorparli in un’unica zona di cottura più ampia. In alcuni modelli è addirittura possibile trasformare tutto il piano cottura in un’unica zona, in modo da erogare il calore a pentole o padelle molto grandi.
Pausa cottura
Questa funzione è ancora piuttosto rara, ma comunque degna di nota. Alcuni modelli di piano a induzione permettono di mettere in pausa la cottura, ad esempio per dedicarsi ad altre attività, e di riprenderla con le stesse impostazioni di prima.
Mantenimento in caldo
Questa utilissima funzione è sempre più richiesta dai consumatori, visto che le normali temperature di un piano cottura sono spesso troppo alte per tenere in caldo una pietanza appena cucinata senza farla cuocere troppo o ad esempio farne restringere eccessivamente la salsa.
Connessione alla cappa
Alcune case produttrici offrono modelli di piano a induzione (solitamente di fascia alta) dotati di collegamento senza fili alla cappa dello stesso marchio. Grazie a questo, quando si attiva il piano si attiva anche la cappa, la cui forza di aspirazione si adatterà al livello di cottura del piano.
App
Alcuni brand hanno anche sviluppato un’applicazione attraverso la quale gestire il piano cottura e tutti gli altri elettrodomestici dotati di questa funzionalità. Dall’app è possibile ad esempio selezionare un programma di cottura, impostare il timer o anche controllare di aver spento il piano quando non si è in casa.
Potenza del piano cottura a induzione
I piani a induzione sono elettrodomestici molto potenti. A seconda dei modelli, infatti, i fuochi più piccoli possono avere un assorbimento minimo di 1200 W (che aumenta di circa il 30% quando si usa il power booster) e quelli più grandi di oltre 2000 W (oltre 3000 con il turbo). Tuttavia, piuttosto che guardare al dato relativo al wattaggio di un prodotto, ci raccomandiamo di controllare che il modello da voi scelto sia dotato di limitatore di potenza: in poche parole, questa tecnologia permette di impostare un limite massimo di potenza assorbita dal piano cottura, in modo da evitare che scatti il contatore quando viene superato il limite imposto dal proprio contratto (solitamente 3000 W/3 kW). È un evento che si verifica molto spesso quando si usano più fornelli contemporaneamente e/o sono in funzione altri elettrodomestici energivori come il forno o l’asciugacapelli.
Ancora più importante è verificare quale sia il wattaggio minimo selezionabile con il limitatore (spesso sono presenti più livelli): ad esempio, se il limite minimo di un determinato modello è 3000 W ma avete un contratto da 2000 W, questo modello non andrà bene.
Le domande più frequenti sui piani cottura a induzione
Quanto consuma un piano cottura a induzione?
L’unico modo per conoscere con esattezza i consumi di un piano a induzione è quello di collegarlo a un wattmetro, un piccolo strumento da posizionare tra la spina e la presa elettrica. Per un calcolo approssimativo, si può dividere la potenza di un fuoco (i watt indicati sulla scheda tecnica), dividerla per 60 e moltiplicarla per i minuti di utilizzo per avere i kWh. Questo dato andrà poi moltiplicato per il costo attuale del kWh. Per saperne di più, consultate la nostra pagina dedicata ai consumi del piano cottura a induzione.
Come si usa il piano cottura a induzione?
Andiamo adesso a scoprire quali sono i passaggi da seguire per un corretto utilizzo. Innanzitutto, è importante verificare che la pentola che si andrà a utilizzare sia fatta di un materiale idoneo. Se non siete sicuri che il vostro tegame sia composto da un materiale ferroso, vi consigliamo di utilizzare una calamita. È essenziale inoltre assicurarsi che il fondo della vostra pentola non sia ruvido, perché potrebbe graffiare la superficie del piano.
Il pannello di un piano cottura a induzione presenta dei comandi touch ed è sufficiente premere sul simbolo corrispondente per poterli utilizzare. Oltre ai tasti per attivare un determinato fuoco o zona di cottura, sul pannello troverete anche i comandi per avviare funzioni particolari, come ad esempio il blocco del piano cottura. Nella maggior parte dei piani cottura ad induzione è un display LED o retroilluminato a segnalare i comandi in funzione.
Come si accende il piano cottura a induzione
Vediamo adesso quali sono i passaggi da seguire per iniziare a cucinare con il piano cottura a induzione:
- Tenere premuto il tasto di accensione del piano cottura per pochi secondi finché non si accende l’indicatore luminoso;
- Posizionare una pentola sul fuoco o sulla zona di cottura prescelti;
- Premere il tasto corrispondente alla zona di cottura per attivarla e visualizzarne il livello di potenza (a meno che il modello in questione non riconosca automaticamente la pentola);
- Aumentare o diminuire la potenza erogata attraverso i comandi + e – posti in corrispondenza del tasto di accensione della zona di cottura, oppure selezionare uno dei livelli preimpostati.
Come si spegne il piano cottura a induzione
Dopo aver visto come avviare la piastra di cottura, passiamo dunque a vedere come spegnere il piano cottura a induzione dopo aver preparato i vostri alimenti.
Questa operazione è molto semplice: basta infatti sfiorare lo stesso tasto che si è utilizzato per l’accensione di una determinata zona di cottura. In molti modelli, inoltre, si illuminerà il simbolo H sul pannello di controllo per segnalare che la zona di cottura appena utilizzata è ancora calda ed evitare quindi scottature. Questo simbolo si spegne al raffreddamento della zona di cottura.
Generalmente, i piani di cottura a induzione dispongono inoltre di un sistema di spegnimento automatico per evitare sprechi di energia.
Come si collega il piano cottura a induzione?
Installare un piano cottura a induzione è un lavoro da professionisti. Per completare l’operazione di montaggio e collegamento vi consigliamo dunque di usufruire del servizio di installazione offerto dal negozio di elettrodomestici da cui avete acquistato il vostro prodotto, o di rivolgervi a un tecnico nel caso in cui abbiate acquistato la vostra piastra a induzione da un rivenditore online. Questo perché, per collegare la fase ai contatti del dispositivo, è necessario avere dimestichezza con gli impianti elettrici. Oltretutto, alcuni piani di cottura a induzione richiedono un assorbimento di potenza molto alto (sopra i 3 kW dei normali contatori domestici) e bisogna verificare che la potenza massima del proprio contatore sia sufficiente per evitare un blackout.
Qualora decideste di provare a collegare voi stessi il vostro piano cottura a induzione, sarà sufficiente seguire alla lettera le istruzioni contenute nel manuale fornito dall’azienda produttrice.
Come si pulisce il piano cottura a induzione?
Consideriamo infine la facilità di manutenzione dei piani cottura ad induzione. La superficie di questi prodotti è realizzata in vetroceramica, un materiale molto resistente alle alte temperature, inossidabile e praticamente indistruttibile che necessita però di una manutenzione diversa rispetto all’acciaio inox.
Per pulire un piano cottura a induzione in modo corretto è infatti necessario acquistare detergenti appositi e spugne non abrasive, in questo modo non si correrà il rischio di danneggiare la superficie in vetroceramica.
Per evitare che lo sporco si incrosti è consigliabile pulire il piano cottura dopo ogni utilizzo, aspettando che esso sia completamente freddo. Nel caso di sporco incrostato si potrà effettuare una pulizia più profonda usando delle spatole apposite.
Quali sono le migliori marche di piano cottura a induzione?
In una fascia di prezzo medio-alta, i marchi che raccomandiamo sono Smeg, Samsung, Whirlpool, Electrolux, Bosch e AEG.
Se il vostro budget è limitato, potete trovare prodotti dal buon rapporto qualità/prezzo nel catalogo Candy e Hisense.
Quanto costa il piano cottura a induzione?
La crescente popolarità di questo elettrodomestico negli ultimi anni ha fatto sì che il costo diminuisse sensibilmente. Queste le diverse fasce di prezzo:
- 200-300 €: 4 fuochi, potenza complessiva inferiore a 7.000 W, limitatore di potenza fisso a 3.000 W;
- 300-500 €: 4 fuochi, potenza superiore a 7.000 W, limitatore di potenza su più livelli;
- Oltre 500 €: 4 o 5 fuochi, limitatore di potenza su più livelli, diverse funzioni extra (connessione alla cappa, mantenimento in caldo etc.).