Come scegliere le pentole in ghisa
Se siete alla ricerca di un tegame multiuso, la pentola in ghisa o forno olandese è uno degli articoli più versatili in circolazione. Questo prodotto, conosciuto per la sua solidità e durevolezza, può infatti essere usato per preparare tantissime ricette sia sul piano cottura che in forno: non solo stufati di carne e brasati, ma anche zuppe, risotti e persino il pane. Inoltre le pentole in ghisa, con i loro colori sgargianti, sono diventati un vero e proprio oggetto d’arredo nelle cucine di tutto il mondo e, anche quando non utilizzate, possono essere esposte in bella vista sulla propria credenza.
Ultimo aspetto, non meno importante, è la possibilità di “elevare” le proprie abilità culinarie imparando a realizzare, con questo strumento, ricette leggermente più elaborate rispetto alle preparazioni tradizionali.Anche se riteniamo la cocotte in ghisa un must per ogni cucina, sappiamo che trovare quella più adatta alle proprie esigenze può essere difficile. Ci sono infatti molti elementi da prendere in considerazione, primi tra tutti la forma, la capacità e, come vedremo, persino i materiali. Quando si acquista un prodotto così costoso è infatti importantissimo valutare questi aspetti prima di effettuare una scelta definitiva. La nostra guida vi aiuterà quindi a capire quale forno olandese faccia davvero al caso vostro. Continuate a leggere!
Cos’è un forno olandese?
Quando si parla di pentole in ghisa si pensa alla classica pentola ovale arancione con coperchio, dalle pareti molto spesse e dal peso considerevole. Tecnicamente si dovrebbe però parlare di “forno olandese”, traduzione del termine inglese “Dutch oven” con cui venne battezzata la prima pentola di questo tipo, risalente al XVIII secolo. All’epoca il metallo preferito per produrre le pentole e gli utensili domestici inglesi era l’ottone, che gli olandesi producevano a un costo più basso e con un innovativo metodo di produzione che prevedeva la fusione in stampi di sabbia anziché terriccio e argilla. Dopo aver studiato i metodi olandesi di lavorazione dell’ottone, gli inglesi ebbero l’intuizione di sostituire questo materiale con un metallo più economico, cioè la ghisa (una lega di ferro e carbonio). Nel 1707 fu così depositato il brevetto per il processo di fusione del ferro nella sabbia, che derivava dal processo olandese e ha quindi dato il nome a questo strumento, inizialmente utilizzato sul fuoco vivo o sulle braci.
Fatta questa premessa, dobbiamo però precisare che le pentole in ghisa a cui siamo oggi abituati apparterrebbero alla sottocategoria dei forni francesi, ma questo termine è utilizzato molto raramente. Verso la fine dell’Ottocento, infatti, in Francia fu inventato uno speciale tipo di forno olandese con un rivestimento smaltato per evitare che i cibi si attaccassero sul fondo della pentola, caratteristica che è stata poi mantenuta nella maggior parte delle pentole in ghisa moderne.Materiali
Anche se questa pagina è dedicata alle pentole in ghisa, bisogna chiarire che questo termine generico viene usato per estensione per descrivere prodotti dalle stesse caratteristiche strutturali, ma realizzati anche in altri materiali. Vediamo uno per uno quelli più diffusi e scopriamone i pro e i contro.
Ghisa
La maggior parte delle casseruole (nonché le migliori) sono tuttora realizzate in ghisa, materiale molto resistente alle alte temperature e in grado di trattenere ottimamente il calore e distribuirlo in maniera uniforme. Questa caratteristica lo rende ideale per la preparazione di cotture lente, come quelle degli spezzatini di carne. Il fondo del tegame e le pareti sono spessi e il coperchio è molto pesante: in questo modo si forma una chiusura ermetica che mantiene costante il livello di umidità e i nutrienti e permette ai cibi di rimanere costantemente irrorati durante la cottura.
A meno che l’interno della pentola non sia smaltato, la ghisa ha bisogno di essere stagionata (vedremo in seguito cosa vuol dire) per prevenirne la corrosione, l’arrugginimento e per evitare che il cibo aderisca alla superficie interna. Inoltre, anche se la ghisa ha un aspetto robusto, è comunque necessario trattare questo materiale con cura: il cibo attaccato dovrà essere rimosso con acqua calda, una spazzola morbida e senza agenti chimici. Infine una pentola in ghisa non smaltata deve essere asciugata immediatamente per evitare che arrugginisca.Alluminio
I forni olandesi in alluminio anodizzato sono più leggeri della ghisa ma, nonostante si riscaldino più rapidamente, non hanno la stessa ritenzione del calore. Sono di solito rivestiti con una superficie antiaderente che aiuta il cibo a non attaccarsi all’interno e facilita le operazioni di pulizia. Proprio come con la ghisa, bisognerà fare attenzione a non strofinare troppo se il cibo aderisce alle pareti.
Saranno necessarie spazzole non abrasive e uno strofinamento delicato, mentre è da evitare il lavaggio in lavastoviglie. Attenzione anche agli strumenti che si utilizzano per mescolare gli ingredienti nella pentola: no al metallo, sì a plastica, silicone o legno.
Ceramica
Questo tipo di pentole ha un esterno in alluminio e un interno in ceramica antiaderente. Questa composizione le rende uno strumento di cottura relativamente leggero. Si riscaldano rapidamente, in modo uniforme e distribuiscono e trattengono il calore grazie alle proprietà della ceramica. Si possono pulire in lavastoviglie, ma è sempre consigliabile lavarle e asciugarle a mano per proteggerne il rivestimento.
Rivestimento
Come abbiamo anticipato, quando si acquista una pentola di ghisa si hanno due scelte a disposizione per quanto riguarda il rivestimento interno: ghisa naturale e ghisa smaltata. Per coloro che sono più abituati a cucinare su un piano di cottura, un forno olandese in ghisa smaltata è il più adatto. Il rivestimento lucido dei tegami smaltati, che può essere bianco o nero, significa meno aderenza dei cibi, pulizia più facile e nessun bisogno di stagionatura. Ma il rivestimento si può anche graffiare e scheggiare, quindi è importante fare attenzione quando si maneggia la pentola, si usano cucchiai o altri utensili e si inserisce il coperchio.
Se siete appassionati di cucina all’aperto, un forno olandese tradizionale in ghisa naturale è sicuramente la scelta migliore. Queste pentole sono più durevoli delle loro controparti smaltate e possono resistere al calore intenso quando vengono posizionate sui carboni ardenti. Hanno anche una consistenza ruvida che le rende particolarmente valide per scottare la carne, tuttavia richiedono un’attenta pulizia e, per prima cosa, una fase di stagionatura.La stagionatura della ghisa è un processo in più passaggi che prevede l’applicazione di uno strato di grasso animale sulle pareti interne della pentola o di una piastra, per poi farla riscaldare in forno per diverse ore. In questo modo si produrrà un rivestimento antiaderente protettivo, che andrà rinnovato e rafforzato nel tempo ripetendo questa operazione 2 o 3 volte l’anno.
Coperchio
Anche se nella maggior parte dei casi il coperchio è realizzato nello stesso materiale della pentola, è possibile trovare in commercio anche forni olandesi con coperchio in vetro. Come è facile immaginare, questo elemento è molto utile per monitorare la cottura dei cibi, tuttavia è necessario verificare la temperatura massima che la pentola sarà in grado di sopportare in forno, dal momento che il vetro temperato è meno resistente al calore rispetto alla ghisa.
Forma e dimensioni
Esistono principalmente due forme di pentole in ghisa: la casseruola rotonda e la casseruola ovale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è solo una questione di design: ogni forma ha dei vantaggi specifici per il tipo di piatto che si vuole cucinare. La versione rotonda è la casseruola essenziale per cuocere a fuoco lento piatti tradizionali come risotto o spezzatino. Il modello ovale è molto più indicato per cuocere gli arrosti di carne e in alcuni casi può anche sostituire il vostro stampo per preparare dolci da forno.
La scelta della dimensione deve invece basarsi non solo sul tipo di piatti che siete abituati a preparare, ma anche sul numero medio di persone per cui cucinate. Le casseruole rotonde hanno solitamente un diametro minimo di 18 cm con una capacità inferiore ai 2 l, ideale per 2 persone, mentre quelle più grandi raggiungono i 30 cm di diametro (8 l) e permettono di cucinare fino a 10 porzioni. Per le pentole ovali le dimensioni vanno da 25 a 40 cm di lunghezza, che sono più che sufficienti per una dozzina di persone.Indicativamente, se volete cucinare per un gruppo di medie dimensioni, vi consigliamo di orientarvi verso un modello con una capacità di circa 6 l. Ricordate però di considerare le misure del vostro forno per evitare che la casseruola sia troppo grande, ma anche che le pentole in ghisa sono molto pesanti, perciò più grande è la dimensione del pezzo più questo sarà difficile da maneggiare.Altri formati
I vantaggi di cucinare nelle pentole in ghisa hanno portato i produttori a realizzare altri formati di pentole nello stesso materiale: in commercio si trovano perciò cocottine da portata, tegami bassi (a differenza del forno olandese che è alto almeno 10 cm), pirofile rettangolari, padelle (anche con manico rimovibile per la cottura in forno), wok con o senza coperchio in vetro e, naturalmente, bistecchiere.
Le domande più frequenti sulla pentola in ghisa
Cosa cucinare nella pentola in ghisa?
Se siete ancora indecisi se acquistare o meno una casseruola in ghisa, probabilmente vi starete chiedendo cosa ci si possa cucinare. La risposta è semplice: si può cucinare qualsiasi cosa. Grazie alle diverse dimensioni, forme e alla possibilità di usarla sia in forno che su piani cottura a gas, elettrici e a induzione, le possibilità sono davvero infinite.
Per quanto riguarda i primi piatti, sono ottime per preparare zuppe di legumi, minestre, risotti, ma anche sughi e salse per i propri piatti di pasta. Sono fantastiche per realizzare contorni di verdure ma soprattutto i secondi di carne, in particolare gli stufati e gli arrosti, che possono essere sigillati sul fornello e poi trasferiti in forno per una cottura più lenta. Anche il pesce può essere preparato nella casseruola in ghisa, in particolare quello in umido o le zuppe con frutti di mare. Non manca poi la possibilità di cuocere diversi tipi di pane, grazie all’umidità che si crea all’interno della camera di cottura.
Come pulire la pentola in ghisa?
Anche se i produttori non precludono la possibilità di pulire una pentola in ghisa in lavastoviglie, a lungo andare i lavaggi ripetuti o troppo aggressivi rischiano di rovinare lo smalto interno della pentola o lo strato derivato dalla stagionatura, finendo poi per arrugginirle. Un prodotto del genere può invece durare persino decenni e per questo è necessario prendersene adeguatamente cura. Vediamo brevemente come andrebbe pulita una casseruola in ghisa dopo ogni uso:
- Pulire l’esterno e il coperchio per rimuovere eventuali residui e macchie con una spugna imbevuta di acqua calda;
- Pulire l’interno con un po’ di detersivo per piatti, acqua calda e una spugna non abrasiva;
- Se rimane del cibo attaccato nella pentola, riempitela con acqua calda e qualche goccia di detersivo per piatti e lasciatela in ammollo per diverse ore, usando poi un raschietto in silicone o in plastica per staccare il cibo. Come ultima risorsa, usate del bicarbonato di sodio e una spugna morbida per rimuovere il cibo rimasto.
Quali sono le migliori marche di pentole in ghisa?
Da quando le pentole in ghisa si sono diffuse sul mercato, la Francia rappresenta il punto di riferimento per la loro produzione. Le marche leader del settore, entrambe transalpine, sono Le Creuset e Staub, e questi sono i due nomi che raccomandiamo a chi vuole acquistare una pentola in ghisa di alta qualità, in grado di durare nel tempo (offrono una garanzia a vita) e oltretutto bella da vedere grazie alle tante colorazioni disponibili.
Se avete un budget più basso, potete invece orientarvi su altri marchi specializzati nella produzione di pentole, come le italiane Lagostina e Pentole Agnelli, l’americana Lodge e la tedesca Stoneline.
Quanto costa una pentola in ghisa?
Il prezzo delle pentole in ghisa è legato al marchio produttore e, all’interno dello stesso catalogo, alla capienza dei diversi modelli. Le top di gamma sono le pentole prodotte da Le Creuset e Staub, che hanno un prezzo iniziale di circa 250 € per i classici modelli tondi o ovali dalla capienza di circa 4 litri. Come abbiamo detto, il prezzo aumenta per i modelli più grandi e può variare anche in base alle offerte disponibili sulla piattaforma da cui acquistate.
Marchi come Ballarini o Lagostina offrono modelli affidabili a circa la metà del prezzo. Inoltre, acquistando una pentola simile a quelle in ghisa, ma realizzata in alluminio pressofuso, potrete risparmiare ulteriormente sul prezzo.