Con il DMA è possibile inviare messaggi da WhatsApp ad altre app (e viceversa)

Con il DMA è possibile inviare messaggi da WhatsApp ad altre app (e viceversa)

Lo vuole il Digital Markets Act (DMA) europeo e sono due anni che se ne parla con una crescente ricorrenza. WhatsApp ha annunciato una novità di rilievo e altrettanto dovranno fare altre app di messaggistica istantanea. Tuttavia, c’è il rischio che a farne le spese saranno gli utenti.

Meta, la holding che possiede Facebook, Instagram e WhatsApp, si allineerà al DMA europeo già nelle prossime settimane e consentirà di usare l’app di messaggistica proprietaria per inviare messaggi ad altre app.

WhatsApp e l'interoperabilità. Il DMA può esporre gli utenti a rischi

Un compromesso che richiede qualche sacrificio e che – almeno sulla carta – può aprire le porte a truffe e a violazioni della privacy, materia quest’ultima che non sembra essere nelle corde degli italiani.

Sarà l’utente a decidere se e quando attivare la modalità che consentirà di interagire con chi usa altre applicazioni di messaggistica istantanea senza doverle prelevare dagli store e installare sui propri dispositivi.

Questa interoperabilità prevede una negoziazione sul piano della crittografia end-to-end e ciò è oggetto di attenzione ed è anche spunto di considerazione.

La crittografia end-to-end garantisce che i messaggi di una chat siano leggibili soltanto al mittente e al destinatario, escludendo quindi che altri possano curiosare (inclusi gli sviluppatori delle app stesse).

Non esiste però una sola crittografia end-to-end, ogni applicazione la implementa in modo non identico alle altre e, in attesa di avere informazioni più dettagliate, c’è il rischio potenziale che la riservatezza non venga completamente garantita.

Le possibilità sono principalmente due: o chi produce le app di messaggistica istantanea dovrà ridisegnare i propri standard di crittografia, oppure sarà necessario adottare uno standard comune e questo premierebbe le intenzioni dei promotori del DMA che, di fatto, vogliono fare in modo che gli utenti possano scegliere liberamente le applicazioni da usare.

Al momento attuale, però, sapendo che ogni app è esposta a potenziali attacchi e rischi, l’interoperabilità costringe gli sviluppatori a valutare in che modo i rispettivi utenti possono essere compromessi, in un momento storico in cui le minacce proliferano ed è necessario che le persone attuino politiche di profilassi per difendersi, al contrario di quanto avviene oggi.

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