Per antonomasia le “stelle cadenti”, altrimenti dette “lacrime di San Lorenzo” animano il cielo la notte del 10 agosto. In realtà, così come evidenzia l’Unione astrofili italiani (UAI), il fenomeno è osservabile tra l’11 e il 13 agosto con il picco massimo previsto il 12 agosto però durante il giorno.
Lo scenario ottimale per vederle consiste in un cielo buio, sgombro di nubi e al riparo dall’inquinamento luminoso tipico delle città.
Lo spettacolo è visibile a occhio nudo ma i più pazienti possono fare affidamento su un telescopio e, magari, sull’occorrente per fotografare il cielo.
Quelle che in gergo si chiamano stelle cadenti sono in realtà uno sciame meteorico generato dalla cometa 109P/Swift-Tuttle il cui nome più puntuale è Perseidi. Le scie luminose che si vedono nel cielo, le meteore, sono generate dall’impatto di polveri e detriti con l’atmosfera terrestre.
La cometa Switft-Tuttle è una scoperta indipendente ossia fatta in tempi ravvicinati da almeno due astronomi. Nello specifico, è stata scoperta il 16 luglio del 1862 da Lewis Swift e tre giorni dopo da Horace Parnell Tuttle. Il 22 luglio dello stesso anno è stata scoperta da Antonio Pacinotti (a Firenze) e il 25 luglio da Paolo Rosa (a Roma).
Ritorna ogni 135 anni e il suo ultimo passaggio risale al 1992, chi è troppo giovane per averla vista non la vedrà mai, perché il prossimo passaggio è atteso per il 2126.
Il transito della cometa 109P/Swift-Tuttle arricchisce la scia di frammenti che disperde nell’orbita terrestre e questo, ogni anno, consente di restare con il naso all’insù nelle notti agostane con la speranza di vedere una stella cadente il cui nome, Perseidi, deriva dal fatto che il punto del cielo da cui sembrano avere origine (il radiante) è prossimo alla costellazione di Perseo.
Le meteore (le stelle cadenti) hanno colore, luminosità, durata e velocità diverse che dipendono da più fattori. Brevemente, il colore dipende dalla composizione chimica della meteora. Per esempio, quando vaporizzati, il sodio restituisce il colore giallo-arancione, il calcio tende al violetto e il magnesio al bianco-blu.
La luminosità ha a che fare con la massa e la velocità della meteora, con la sua composizione e con l’angolo d’entrata nell’atmosfera, elementi che determinano anche la durata della visibilità della singola meteora.