Google dà l’esempio e rende disponibili a chiunque i modelli Open source Gemma affinché possano essere usati da altri sviluppatori per creare i rispettivi modelli IA.
Big G sta approntando anche degli strumenti da mettere a disposizione liberamente per promuovere la collaborazione e l’uso responsabile di Gemma che, oggi, è disponibile in due diversi formati chiamati Gemma 2B e Gemma 7B, ossia con 2 miliardi e con 7 miliardi di parametri.
Di fatto, sono gli stessi modelli con cui Google ha creato Gemini, modello IA con cui Mountain View intende rendere la vita più difficile a OpenAI, a Microsoft e a Meta.
Ed è soprattutto a Meta che Google intende rispondere in prima istanza, proponendo un’alternativa ai modelli LLama e LLama 2 che, seppure con qualche limitazione nelle licenze d’uso, lasciano spazio di manovra agli sviluppatori. Big G ha già fatto sapere che Gemini 7B dà risultati migliori di quelli di Llama 2.
Con Gemma, in sintesi, chiunque potrà creare applicazioni di Intelligenza artificiale gratuitamente e questo è un assist per il mondo dell’Open source. Il rilascio e l’uso di modelli IA liberi e modificabili offrono il vantaggio di attirare sviluppatori e creare così un parco utenti che, sperano i contendenti del mercato delle IA, tenderanno ad appoggiarsi alle piattaforme di chi rilascia i modelli stessi.
La partita la giocano i big del Tech di tutto il mondo, inclusi Alibaba, Amazon e IBM che si stanno orientando verso modelli IA Open source al fine di creare ecosistemi in grado di fidelizzare le platee.
Si delineano così due scenari futuri: modelli IA Open source e strumenti e capacità di calcolo in Cloud per creare servizi e prodotti che in prima battuta andranno a contendersi il mercato enterprise, quello dedicato alle imprese di qualsiasi dimensione.
Ciò dovrebbe portare a una compressione dei costi delle IA, soprattutto quelle generative, e a una maggiore profilazione degli scopi a cui sono adibite, procedendo così alla loro progressiva democratizzazione.