Iniziato nel 2018, il percorso verso il digitale terrestre DVB-T2 ha accumulato ritardi e dovrebbe essere concluso entro la fine del mese di settembre del 204, benché il condizionale sia d’obbligo. C’è quindi tempo per fare gli opportuni controlli e prendere le eventuali decisioni che ne conseguono.
Ciò significa che alcuni tv, in linea di massima quelli prodotti oltre 10 anni fa, potrebbero risultare incompatibili con il nuovo standard e potrebbero necessitare di accorgimenti per ovviare al problema, a meno che non si intenda acquistare un nuovo televisore.
Prima di tutto è utile verificare se il tv con lo standard DVB-T2 e questo può essere fatto in diversi modi, tra cui:
- Controllare se sul tv ci sono i bollini con la scritta DVBT-2HEVC oppure DVB-T2, simboli della compatibilità dell’apparecchio con il nuovo standard
- accedere al menu del televisore e selezionare la voce Sintonizzatore digitale. Se appare la scritta DVB-T2 HEVC/H265 vuole dire che il tv è compatibile.
Se il tv non è compatibile e non si ha intenzione di acquistarne uno nuovo, ci si può dotare di un apposito decoder per il digitale terrestre DVB-T2.
Un’alternativa praticabile è quella di ricorrere al Fire Stick TV di Amazon e usarlo come decoder.
Il passaggio al digitale terrestre sta avvenendo in modo graduale e, benché i dati disponibili non siano freschissimi, alla fine del 2020 sono state censite 11milioni di famiglie italiane con almeno un tv non compatibile con lo standard DVB-T2. I numeri attuali sono ragionevolmente inferiori ma, nonostante gli slittamenti, sta davvero arrivando il momento di ultimare le opportune verifiche per non dovere correre ai ripari in fretta e furia.
Oggi vige ancora l’epoca del DVB-T1 che ha comportato una recente nuova numerazione dei canali tv mentre nei prossimi mesi l’introduzione del nuovo standard verrà completata, con un uso calibrato delle frequenze rispetto a quelle attuali.
Per sapere di più sui decoder e sul passaggio al nuovo standard è possibile leggere questa guida.