Lo dice la Corte europea dei diritti umani (Cedu) dando ragione a un’associazione di ambientaliste elvetiche convinte che la Svizzera abbia fatto poco per combattere la crisi climatica. Debolezza comune a molti Paesi e che costringe i cittadini a tutelarsi ricorrendo a purificatori d’aria per mantenere salubri gli ambienti in cui vivono e nei quali lavorano.
In sintesi, la sentenza Cedu sostiene che la Svizzera, non avendo adottato misure valide per la tutela dell’ambiente, ha violato i diritti umani. Rosmarie Wydler-Wälti, la co-presidente dell’associazione Anziane per il clima, ha sostenuto che la decisione dei 17 giudici “Non è solo una vittoria per la nostra associazione. È una vittoria per tutte le generazioni”.
L’associazione elvetica si è rivolta alla Corte europea sostenendo che la Svizzera non sia stata rapida nell’approntare e nel mettere in pratica una strategia per la riduzione dei gas serra, rendendo persino complesso l’accesso ai tribunali nazionali per avere giustizia.
I giudici hanno riconosciuto che le politiche della Svizzera in materia di crisi climatica non fanno leva su dati oggetti e su riscontri scientifici. A prescindere dalla questione elvetica e dalla sfida che l’associazione KlimaSeniorinnen Schweiz ha lanciato al governo di Berna, la Cedu ha ribadito che gli Stati sono obbligati a impegnarsi per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto degli 1,5 gradi centigradi.
La parola Stato è ovviamente un contenitore al cui interno ci sono gli attori economici ma anche i cittadini. I comportamenti dei singoli e delle famiglie sono fondamentali, tenendo conto che ci sono agenti inquinanti anche nelle case e che si può fare un uso più accorto di energie (gas ed elettricità) ricorrendo a opportune tecnologie per il riscaldamento e, più in generale, per il monitoraggio dei consumi.
Le sentenze Cedu fanno scuola nel senso in cui i Paesi firmatari devono impegnarsi ad adattare le norme interne a ciò che la Corte ha deciso, anche se questo non avviene sempre con puntualità. Nel caso specifico la Cedu ha riscontrato violazioni dell’articolo 8 (diritto alla vita privata e familiare) e dell’articolo 6 (diritto alla giustizia) della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il trattato ratificato da 44 Stati, tra i quali figura anche l’Italia.