Come fare un backup a prova di hacker

Il backup come arma di difesa

Come fare un backup a prova di hacker

L’Italia è un obiettivo ambito dagli hacker i quali, al contrario di quanto si possa credere, non mirano soltanto agli obiettivi strategici ma tendono a irretire anche gli utenti privati. Ciò significa che il backup dei dati non è una priorità soltanto per le aziende.

Le minacce sono di diverso tipo e non tutte vengono intercettate in tempo reale dagli antivirus, anche perché tra la scoperta di un nuovo virus e il momento in cui si è in grado di porvi rimedio passano alcuni giorni (nel migliore dei casi).

Se per ovviare ai tentativi di phishing è opportuno cambiare con buona regolarità la password di accesso ai diversi servizi online e, dove possibile, usare l’autenticazione a più fattori, prevenire gli effetti di un ransomware è tendenzialmente più complesso.

I ransomware sono tra le minacce più temibili, perché crittografano tutti i file conservati su un dispositivo rendendoli di fatto inutilizzabili fino a quando, pagando il riscatto fissato dai cyber criminali, viene rilasciata la chiave necessaria alla loro decifrazione.

Un disco esterno, un software, e il backup è servito

Conservare i file in Cloud è una buona strategia ma non mette al riparo da alcune famiglie di ransomware che sono in grado di infettare anche i dati online oltre a quelli conservati sui supporti fisici dei dispositivi colpiti. Rimane un unico rimedio, ossia il backup.

Per fare dei backup efficaci servono due elementi: un software apposito e un supporto esterno, tipicamente un hard disk che può essere collegato a un dispositivo per tutto il tempo utile alla copia di sicurezza dei file. Chi ha pochi dati può ricorrere all’uso di una pendrive che, però, tende a essere più suscettibile agli urti e allo smarrimento.

Ci sono diverse risorse software gratuite per effettuare backup in modo semplice e che non prevedono conoscenze tecniche elevate: tra queste Cobian backup (per sistemi operativi Windows, che può essere prelevato sul sito cobiansoft.com), Restic (per sistemi Linux, prelevabile dal sito restic.net) oppure Disk Drill (per macOS, disponibile sul sito cleverfiles.com).

Dopo avere effettuato il backup, che consigliamo di fare almeno una volta ogni settimana, è necessario disconnettere il supporto esterno dal dispositivo. In questo modo, se si dovesse incappare in un ransomware, sarebbe sempre possibile ripristinare i file senza dovere pagare riscatti e limitando i danni.

Un backup aggiornato è utile anche quando si cambia dispositivo o, più banalmente, quando un file viene cancellato inavvertitamente.

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