I media internazionali stanno dando un certo risalto a quella che può sembrare una sottigliezza, ossia il significato della lettera “i” che accompagna diversi prodotti iconici di Apple, tra i quali gli iPhone e gli iPad.
Secondo Ken Segall, esperto di marketing e di tecnologia, quella “i” non ha più scopo di esistere perché rappresentava, prima di ogni altro significato, “internet”. Aveva quindi un senso usarla negli anni Novanta e nel primo decennio del nuovo millennio, quando non era scontato che i dispositivi potessero collegarsi alla rete.
È stato lo stesso Segall, ormai 25 anni fa, a convincere Steve Jobs di aggiungere la “i” ai prodotti Apple quando venne lanciato sul mercato il primo iMac che, nel frattempo, si è evoluto fino al punto di condividere ben poco con il suo progenitore.
La “i”, a dire il vero, non ha un significato univoco e, nel medesimo tempo, ci sono diverse leggende a spiegarne l’origine. Una di queste, che riproponiamo senza spendere parole sulla sua attendibilità, vuole che tenda a richiamare l’iniziale del cognome di Jonathan Ive, storico designer che ha contribuito – nel periodo dal 1997 al 2019 – a creare le forme tipiche dei prodotti Apple.
Lo stesso Jobs, nel presentare l’iMac, ha sostenuto che la “i” avesse più valenze, ossia:
- Internet
- Individual
- Instruct
- Inform
- Inspire
Per Jobs, i prodotti Apple oltre a facilitare l’accesso a internet, erano pensati per essere usati in autonomia e per favorire l’istruzione e l’informazione degli utenti. Non di meno, grazie alla loro vena avveniristica, erano pensati per favorire la nascita di prodotti innovativi.
Inoltre, e anche questo è un dato di fatto, dopo il decesso di Steve Jobs (nel 2011) i nomi dei nuovi prodotti Apple hanno rinunciato alla “i” e, con il passare del tempo, alcuni servizi l’hanno lasciata decadere: su tutti iTunes che oggi si chiama Apple Music. Non hanno la “i” gli Apple Watch così come non figura nel nome dei MacBook.
Da qui l’ipotesi di Segall secondo la quale, in futuro, gli iPhone dovrebbero chiamarsi Apple Phone e gli iPad Apple Pad. Questione di brand e marketing, certo, ma è come se venisse sacrificata una parte del lavoro di Jobs che ha fondato e rilanciato Apple.