Anche se da inizio 2019 la delibera N. 348/18/CONS dell’Agcom ha decretato la possibilità da parte degli utenti di scegliere liberamente il modem da utilizzare, ponendo fine al monopolio delle compagnie telefoniche e dei prodotti concessi in comodato d’uso (con prezzi decisamente sproporzionati), molti provider hanno fatto ricorso o hanno temporeggiato prima di fornire le informazioni necessarie ai propri utenti. Va ricordato innanzitutto che non sono solo i nuovi abbonati ad aver diritto di libera scelta: la norma ha infatti valore retroattivo, per cui anche chi ha sottoscritto il proprio abbonamento da tempo potrà restituire il vecchio modem e dotarsi del dispositivo più adatto alle proprie esigenze (se non avviene la restituzione del prodotto, tuttavia, si dovrà pagare alla compagnia il corrispettivo richiesto). Al momento in cui scriviamo (giugno 2020) sono molti gli utenti che riportano difficoltà nel passaggio a un nuovo modem, soprattutto chi, non avendo conoscenze tecniche, deve comunque affidarsi alle informazioni fornite dalle compagnie telefoniche. In questo articolo cerchiamo di capire come si stanno comportando i vari provider italiani e cosa fare in caso le norme non vengano rispettate.
WindTre
La compagnia che ha unito i due colossi Wind e Tre Italia si è purtroppo rivelato il provider peggiore in assoluto per quanto riguarda non solo l’assistenza e le informazioni fornite ai clienti, ma anche la conformazione alle nuove delibere. Già nei primi mesi dall’entrata in vigore del decreto Agcom, infatti, molti negozi WindTre continuavano a costringere gli utenti a sottoscrivere contratti in cui era incluso un modem in comodato d’uso, il cui valore commerciale era nettamente inferiore al suo costo finale (superiore ai 280 €). Nonostante continue denunce degli utenti e una multa di 250.000 €, pare che alcuni utenti continuino ad avere difficoltà con WindTre: in molti riportano di aver restituito il vecchio modem e aver interrotto il proprio contratto, continuando però a ricevere fatture e minacce di ricorsi legali in caso di mancato pagamento. Per scoprire cosa è meglio fare in una situazione del genere è possibile trovare un approfondimento in questo articolo.
Vodafone
Vodafone si è dimostrata una delle compagnie telefoniche più virtuose. Nonostante, come gli altri provider, abbia inizialmente opposto una strenua resistenza alla nuova normativa, ha comunque messo a disposizione dei propri utenti tutte le informazioni necessarie per passare a un nuovo dispositivo. È possibile dunque non solo richiedere informazioni in un qualunque punto vendita, ma anche trovare sul sito Vodafone una guida che riporta i dati indispensabili per configurare un modem diverso dalla Vodafone Station. Inoltre, oggi è possibile chiedere il recesso dalle offerte che includevano un modem in comodato d’uso senza dover pagare alcuna penale. Riportiamo la dichiarazione di Vodafone dal sito della compagnia:
“Vodafone ricorda che, ai sensi della delibera AGCOM n. 348/18/CONS, ai clienti che hanno sottoscritto, in data antecedente al 1 dicembre 2018, un’offerta cui era abbinato il modem a pagamento, è riconosciuta la facoltà di recedere in qualunque momento dall’offerta senza oneri. Verifica nell’area Fai da Te se ne hai diritto. In caso di mancata restituzione della Vodafone Station, Vodafone non ti addebiterà alcun costo.”
Tim
Anche Tim si è adeguata rapidamente alle normative, offrendo sia ai nuovi che ai vecchi abbonati la possibilità di modificare il proprio abbonamento dotandosi di qualunque modem. La grande maggioranza dei punti vendita è stata in grado di offrire da subito contratti e offerte nel rispetto del decreto Agcom. Inoltre, considerando i mesi di crisi causati dalla pandemia di Covid-19, Tim ha anche deciso di prolungare l’offerta per passare a un piano alternativo senza modem incluso fino al 31 agosto 2020. Anche in questo caso, sarà sufficiente visitare il sito web dell’operatore per trovare tutte le informazioni necessarie oppure per contattare direttamente l’assistenza clienti.