I fattori fondamentali per la scelta di una mascherina
Tipologie
La diffusione delle mascherine, soprattutto nelle grandi città, è diventata sempre più evidente negli ultimi anni, non solo durante il periodo più a rischio per chi è allergico ai pollini, ma durante tutto l’anno. Esiste però una certa disinformazione in merito ai diversi tipi di mascherine disponibili sul mercato e alle loro funzioni, che sono piuttosto specifiche. Alcune sono pensate per un uso professionale in ambito medico, altre per comuni cittadini che vivono in aree fortemente inquinate, altre ancora per chi deve maneggiare sostanze potenzialmente tossiche. In questa pagina cercheremo di fare chiarezza sull’argomento analizzando le caratteristiche delle varie tipologie di mascherina.
Semimaschera o maschera a pieno facciale?
Una primissima distinzione va fatta a seconda del design della maschera stessa. Si possono infatti trovare modelli che coprono solo una parte del viso e altri che invece proteggono integralmente tutto il volto:
- Semimaschera: copre unicamente naso e bocca, lasciando invece scoperto tutto il resto del viso. È il design più comune e diffuso per moltissimi usi diversi;
- Maschera a pieno faccia: copre completamente il viso, proteggendo anche gli occhi. Generalmente viene utilizzata per salvaguardare chi lavora con sostanze chimiche o con agenti tossici pericolosi per la salute.
In questa pagina ci occuperemo esclusivamente delle semimaschere, dato che i modelli a pieno faccia sono destinati a usi molto specifici che per lo più non interessano la grande maggioranza degli utenti, senza contare che la loro distribuzione è affidata a canali specializzati.
A cosa servono le mascherine?
In questo paragrafo ci occupiamo dei diversi utilizzi a cui sono destinate le varie tipologie di mascherina. Va precisato che queste non sono intercambiabili, per cui a seconda del tipo di utilizzo che se ne vorrà fare sarà necessario acquistare un modello adatto.
Tipo di mascherina | Utilizzo e caratteristiche |
---|---|
Chirurgica | sono pensate ovviamente per il personale sanitario, e sono "destinate a limitare la trasmissione di agenti infettivi dal personale ai pazienti e viceversa, in determinate situazioni durante le procedure chirurgiche nei blocchi operatori e altri ambienti medici con requisiti simili" (dal sito del Ministero della Salute). Non sono maschere che aderiscono perfettamente al viso, dato che il loro scopo è, appunto, quello di evitare che le goccioline di saliva o di altri fluidi respiratori (anche chiamate "droplet") vengano a contatto con altre persone. Questo, tuttavia, non assicura la protezione da alcune particelle molto piccole, tanto da essere sospese nell'aria sotto forma di aerosol, contenenti virus o altri agenti patogeni. Utilizzare una mascherina chirurgica non rende perciò immuni dal contagio da parte di influenze o altre malattie trasmissibili tramite secrezioni respiratorie. Possono essere formate da più strati diversi e, come vedremo, vanno smaltite appena dopo l'uso. |
Antivento | sono mascherine pensate soprattutto per proteggere dal freddo e vengono utilizzate sia dagli sportivi che da chi si sposta in bici o moto anche nei mesi invernali. Sono in genere lavabili facilmente e non sono in grado di proteggere né dall'inquinamento, né da agenti patogeni di alcun tipo. Nonostante questo, sono molto popolari e in molti pensano erroneamente che possano garantire una maggiore salvaguardia della salute. |
Antipolvere | fanno parte della categoria più ampia dei respiratori, anche detti filtranti facciali. Sono in genere dotate di appositi filtri che permettono di purificare l'aria, appunto, da particelle di polvere sospese nell'aria, a partire da quelle inquinanti dovute allo smog, fino a quelle derivate dalla demolizione di un edificio. Ne esistono sia per uso professionale che personale, e la loro efficacia può essere determinata dal tipo di filtro utilizzato. Trattandosi di un argomento piuttosto importante, lo affronteremo più in dettaglio nel prossimo paragrafo. |
Antigas | fanno parte della categoria dei respiratori, proprio come quelle antipolvere, ma sono in grado di proteggere in modo efficace le vie respiratorie da gas e vapori tossici o inquinanti. Dispone di più filtri e necessita di ossigeno per poter funzionare correttamente, motivo per cui deve essere collegata a una bombola esterna nel caso in cui venga utilizzata in un ambiente che ne è privo. Le maschere antigas vere e proprie vengono usate unicamente in settori molto specifici, per esempio in ambito militare o in impianti chimici. |
Filtri
Nel caso si voglia acquistare un respiratore, in particolare una maschera antipolvere, è fondamentale verificare quale filtro FFP utilizza per la purificazione dell’aria che viene inspirata. La sigla FFP sta per filtering face piece, ovvero filtranti facciali (come abbiamo visto, un sinonimo di respiratore) ed esistono tre diversi livelli di protezione possibili:
- FFP1: adatto solo nel caso in cui si abbia a che fare con polveri non tossiche e non pericolose per la salute. Può essere utile per proteggersi da leggeri effetti irritanti o da cattivi odori;
- FFP2: è in grado di filtrare polveri, fumo e aerosol che possono danneggiare la salute. Deve bloccare almeno il 94% delle particelle fino a 0,6 μm e in alcuni casi viene utilizzato anche in ambito medico, anche se spesso il loro uso viene sconsigliato agli operatori sanitari, preferendo le maschere chirurgiche;
- FFP3: è il più avanzato e può anche garantire la protezione da agenti patogeni come virus e batteri, oltre che da sostanze cancerogene o radioattive. Filtra almeno il 99% delle particelle che misurano fino a 0,6 μm ed è dunque adatto a utilizzi professionali molto specifici.
A seconda dell’utilizzo è dunque importante valutare quale sia il filtro corretto, ed è ovviamente bene assicurarsi che questo sia effettivamente dotato di una certificazione di qualità valida, in particolare se si acquistano prodotti privi di un marchio riconoscibile. Ricordiamo che i prodotti effettivamente validi richiedono una spesa più alta e che, come vedremo nel prossimo paragrafo, in alcuni casi è indispensabile sostituirli molto di frequente.
Monouso o riutilizzabili?
In realtà la scelta tra una maschera monouso o riutilizzabile è legata in modo indissolubile al tipo di utilizzo che se ne vuole fare. Una mascherina chirurgica, per esempio, deve essere assolutamente gettata una volta che non è più utilizzabile, ovvero quando è diventata umida, e deve essere poi smaltita secondo una procedura corretta. Lo stesso vale per i respiratori con filtro, che diventa inefficace dopo un uso più o meno prolungato e deve necessariamente essere sostituito, il che significa, nella maggior parte dei casi, cambiare anche la mascherina stessa. L’unico tipo che effettivamente può essere riutilizzato più volte è quello antivento, proprio perché, come abbiamo visto, è solo una protezione contro il freddo o l’aria troppo forte, ma non contro agenti tossici, patogeni o inquinanti.
Materiali e regolazione
Un ulteriore elemento da considerare prima dell’acquisto di una mascherina riguarda i materiali con cui è realizzata e la possibilità di regolarla in modo da renderla il più confortevole possibile. I modelli antivento, come abbiamo visto, sono riutilizzabili e dunque spesso realizzati o in cotone o in materiali sintetici facilmente lavabili. I respiratori e le mascherine chirurgiche, invece, sono pensati per un uso limitato a poche ore, per cui sono realizzate con materiali diversi. Quelle per uso sanitario, per esempio, sono fatte in genere in non tessuto (TNT), ovvero in un velo di fibre (che può essere composto da poliestere, viscosa o altro ancora) che viene realizzato utilizzando metodi differenti rispetto a quelli di tessitura tradizionali. In generale, è importante assicurarsi di non essere allergici ad alcuni dei materiali utilizzati per la costruzione della maschera, dato che questa dovrà rimanere a stretto contatto con parti sensibili del viso per un tempo più o meno lungo. Per quanto riguarda invece le regolazioni possibili, anche queste sono in genere più diffuse tra i respiratori, dove spesso la lunghezza dell’elastico può essere modificata e dove è presente una barretta stringinaso integrata che permette di far aderire meglio la maschera al viso. Sono accorgimenti non sempre presenti nei modelli per uso chirurgico, che oltretutto vanno indossati seguendo regole molto precise, di cui parleremo più avanti.
Altri fattori da tenere a mente per la scelta di una mascherina
Il prezzo è importante?
Per quanto le mascherine, sia monouso che riutilizzabili, siano prodotti all’apparenza piuttosto semplici, la qualità dei materiali utilizzati ed eventualmente dei filtri integrati è estremamente importante. Proprio per questo è necessario investire una cifra più alta se si vuole acquistare un prodotto veramente valido: un singolo modello monouso può anche costare 6 € o più, per cui per una confezione adatta a far fronte a necessità prolungate nel tempo è possibile investire anche oltre un centinaio di euro. Per i modelli antivento invece i costi sono molto contenuti, con prezzi che partono da circa 7 € e che mediamente non superano i 20 €. Non consideriamo ovviamente le maschere antigas professionali, dato che i modelli validi sono trattati solo da rivenditori specializzati.
La marca è importante?
Anche se la grande maggioranza dei produttori presenti nei negozi online non è nota al grande pubblico, esistono alcuni marchi che si sono distinti in questo mercato grazie alla qualità dei propri prodotti. In particolare, vanno menzionate Uvex e 3M per i respiratori per uso professionale, mentre in ambito sanitario sarà necessario rivolgersi a distributori autorizzati di forniture medicali dove sono presenti prodotti di qualità certificata.
Le domande più frequenti sulle mascherina
Come si indossa una mascherina chirurgica monouso?
Perché l’uso della mascherina chirurgica sia effettivamente efficace è necessario indossarla nel modo corretto, seguendo una serie di passaggi spiegati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Riportiamo qui la procedura spiegata passo dopo passo:
- prima di indossare la mascherina, lavare le mani con acqua e sapone o con un gel disinfettante a base di alcol;
- coprire la bocca e il naso con la maschera ed essere certi che non ci siano aperture tra la maschera e il viso;
- non toccare la maschera finché la si indossa: se lo si fa, lavare nuovamente le mani con acqua e sapone o con un gel disinfettante a base di alcol;
- sostituire la maschera non appena quella indossata diventa umida e non riutilizzare mai una maschera monouso;
- per rimuovere la maschera, non toccarne mai la parte frontale, ma solo gli elastici o i lacci;
- gettare immediatamente la maschera usata in un cestino ben chiuso;
- lavare le mani con acqua e sapone o con un gel disinfettante a base di alcol.
La mascherina può prevenire il contagio da parte di virus o batteri?
Abbiamo visto che solo i filtri più avanzati possono garantire una certa protezione da virus e altri agenti patogeni. Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, non possono garantire una protezione completa, soprattutto se vengono utilizzate in modo scorretto, come capita molto spesso tra gli utenti poco informati. Inoltre esistono diversi altri metodi di contagio, per esempio tramite gli occhi (motivo per cui è bene non toccarli mai se non ci si è appena lavati accuratamente le mani).
In generale, l’uso della mascherina è consigliato a chi presenta qualche sintomo o teme di aver contratto un’infezione e di poterla dunque trasmettere facilmente anche ad altri, mentre non comporta alcuna certezza di immunità per i soggetti sani che sperano di evitare la malattia.
I filtri p3 delle semimaschere riutilizzabili sono monouso o si possono usare più volte?
I filtri vanno sempre cambiati, dato che proprio lì si annidano le sostanze nocive, anche se il corpo della maschera è riutilizzabile.