5 Fattori decisivi per la scelta della levigatrice orbitale
1. Piastre
Scegliere una levigatrice può rivelarsi un’operazione molto più complessa del previsto. Questo strumento, utilissimo per gli amanti del fai-da-te perché consente di svolgere diversi lavori, come togliere la vernice da porte e finestre o dare nuova vita ad un vecchio mobile, può avere infatti mille forme diverse a seconda dell’uso che ne dobbiamo fare.
Esistono infatti le levigatrici a rullo, a nastro, orbitali, palmari, verticali, a delta, a seconda che si cerchi uno strumento con il quale rimuovere molto materiale o con cui fare un lavoro di rifinitura, che la superficie sia grande, piatta, convessa, piccola o piena di angoli.
In questa guida troverete informazioni su come scegliere il modello forse più classico di levigatrice, ovvero la levigatrice orbitale.
Questo tipo di levigatrice è infatti il più versatile per l’uso domestico e/o hobbistico perché è piuttosto maneggevole ed adatto ai lavori di rifinitura o levigatura leggeri, come rimuovere la vernice, far risaltare le venature dei mobili in legno o smussare gli spigoli vivi.
Bisogna però fare una precisazione: la parola orbitale non ha a che vedere con la forma della piastra, ma si riferisce al suo movimento: la piastra non si muove infatti verticalmente, ma descrive una serie di circoli di varia ampiezza a seconda del modello. Per quanto riguarda la forma, con questo nome ci si riferisce principalmente alle levigatrici dotate di piastra rettangolare, ed è di questa tipologia di levigatrice che andremo a trattare.
Come dicevamo, le levigatrici orbitali sono dotate di piastre rettangolari che consentono sia di lavorare su superfici abbastanza ampie che di raggiungere gli angoli. Ad essere pignoli, per quest’ultima funzione è meglio scegliere una levigatrice a delta, in grado di raggiungere anche gli spazi più angusti come quelli fra i pioli delle persiane, ma se si pensa di utilizzare la levigatrice prevalentemente su superfici lisce senza scanalature o se si intende acquistare un solo strumento in grado di levigare la maggior parte delle superfici, questo è sicuramente il modello più versatile.
Dimensioni
Non esistono dimensioni standard per la piastra della levigatrice: in genere la larghezza può variare dai 90 ai 115 mm circa, mentre la lunghezza dai 100 ai 220 mm circa.Sebbene la grandezza ideale dipenda molto dal tipo di utilizzo che si intende farne, si può dire però che maggiore è lo scarto in millimetri fra la larghezza e la lunghezza della piastra, più questa potrà lavorare anche in spazi angusti (potrà, ad esempio, infilarsi anche nelle scanalature delle porte a pannelli).
2. Motore
In che modo lavora la nostra levigatrice e se è di qualità ce lo dicono le caratteristiche del motore, di cui bisogna considerare l’alimentazione, la potenza e la velocità.
Alimentazione
Come la gran parte degli elettroutensili, anche le levigatrici orbitali possono essere a cavo o a batteria. La scelta va effettuata con cura, perché ciascuna di queste due opzioni ha pregi e difetti.
Levigatrici a batteria
Le levigatrici a batteria hanno il vantaggio di poter essere utilizzate ovunque: ad esempio, se in giardino c’è una staccionata che si vuole ridipingere, una levigatrice orbitale a batteria potrebbe essere la soluzione ideale per togliere la vecchia vernice proprio perché può essere utilizzata anche lontano dalle prese di corrente.
Tuttavia i modelli a batteria presentano i comuni svantaggi degli utensili a batteria, ovvero hanno generalmente una potenza del motore inferiore e hanno un’autonomia ridotta, che è solitamente di circa 2/3 ore, per cui non è detto che si riesca a completare il lavoro prima che la batteria si scarichi.
In genere la variante a batteria è utilizzata sopratutto sulle levigatrici palmari, che si distinguono dalle orbitali per la forma della piastra triangolare (anche se non così piccola come quella delle levigatrici a delta, che ricordano un po’ nella forma dei ferri da stiro): queste possono infatti essere utilizzate anche con una mano sola e per lo più per le rifiniture da effettuarsi direttamente sul posto, ad esempio sugli stipiti o i telai di porte e finestre.
La gran parte delle levigatrici orbitali è però a cavo.
Levigatrici a cavo
Nella maggior parte dei casi i lavori di levigatura si svolgono al chiuso, senza contare che sono rari i casi in cui il cavo non raggiunge la superficie da lavorare. Il cavo ha di solito una lunghezza di 2 o 3 m, quindi tale da raggiungere anche punti alti, ed è comunque estendibile con una prolunga.Bisognerà però prestare attenzione che il cavo non intralci i movimenti, ad esempio nel caso in cui fosse necessario salire su una scala per raggiungere la zona da levigare.
Le levigatrici a cavo hanno inoltre il vantaggio di essere generalmente più potenti, anche se non è mai il caso di lavorare per diverse ore consecutivamente, sia per il rischio di surriscaldare il motore, che per quello di soffrire col tempo di disturbi alla circolazione o alle articolazioni.
Potenza
A seconda di quali superfici intendiamo levigare, è importante scegliere la levigatrice della giusta potenza.
Ogni tanto si può leggere online che la potenza di una levigatrice varia ai 600 ai 2200 W: questo dato è impreciso e va preso con le pinze. L’errore nasce infatti dalla confusione che c’è intorno al termine levigatrice e alle sue categorie, intorno alle quali non c’è sempre chiarezza e uniformità di nomi.
In questo caso la potenza indicata è vera ad esempio per le smerigliatrici angolari, le quali talvolta sono anche chiamate levigatrici angolari, ma sicuramente non è un dato realistico per le levigatrici orbitali.
In questo caso infatti la potenza si aggira fra i 120 ed i 400 W circa (parliamo sempre di strumenti per uso hobbistico o semiprofessionale). Maggiore è la potenza, maggiore sarà anche il numero dei materiali che si potranno levigare, ma la scelta deve essere effettuata in base alle proprie esigenze: per il legno ed il compensato una potenza di 180-200 W è più che sufficiente, mentre più resistenti sono i materiali che si intende lavorare, più in alto si dovrà salire con la potenza.
Velocità
La velocità di una levigatrice orbitale si misura in orbite o oscillazioni al minuto.Abbiamo visto infatti che la piastra muovendosi descrive delle piccole orbite, da cui lo strumento prende il nome. Maggiore è il numero di orbite al minuto, minore è il tempo che si impiegherà a levigare la superficie desiderata.
Una buona levigatrice effettua in genere un’oscillazione di circa 22.000-24.000 orbite/min, ma questo non basta a determinarne la qualità. Sebbene non presente in tutti i modelli, una caratteristica importantissima da tenere in considerazione è la preselezione della velocità, che consente di impostare due o più livelli di velocità a seconda del materiale che si sta trattando e del tipo di lavoro che si intende svolgere. Questo consente di modulare l’intensità della levigatura per evitare di rimuovere troppi strati.
Un’altra caratteristica utile è l’avviamento dolce: dato che si tratta infatti di un lavoro delicato e di precisione, è bene non procedere a strappi, e l’avviamento dolce fa sì che l’attrezzo raggiunga la velocità impostata lentamente, in modo che l’utente possa modulare i propri movimenti e la forza impressa via via che il motore aumenta le sue oscillazioni.
Rumorosità e vibrazioni
Sebbene siano dati difficili da trovare – solo raramente vengono infatti indicati sulle schede tecniche fornite dai produttori – qualora siano presenti è bene controllare anche i dati sulla rumorosità e sulle vibrazioni prodotte dalla levigatrice orbitale, in quanto entrambe possono causare anche seri danni alla salute.
Per quanto riguarda la rumorosità, ricordiamo che una levigatrice produce emissioni sonore intorno ai 100 dB (ma possono variare anche a seconda del materiale levigato), un valore molto alto considerato che le emissioni sonore possono considerarsi pericolose già se superano i 50 dB.
Oltre a indossare dunque tappi per le orecchie durante l’uso della levigatrice, fra due modelli simili conviene sempre optare per quello con le emissioni sonore più basse.
Lo stesso discorso vale per le vibrazioni: il valore limite di esposizione alle vibrazioni non dovrebbe infatti superare una media di 5 m/s² su una giornata lavorativa di 8 ore, pena il rischio di incorrere in problemi di circolazione e alle articolazioni.
È bene dunque non superare mai questo limite e preferire modelli che producano un livello di vibrazioni pari o inferiore ai 3 m/s², in modo da non rischiare di incorrere in problemi di salute nemmeno in caso di utilizzo prolungato della levigatrice.
3. Comodità d’utilizzo
In genere un lavoro di levigatura richiede tempo e precisione affinché la superficie risulti liscia e priva di imperfezioni. Per questo motivo è bene prestare attenzione anche a quelle piccole caratteristiche che di solito passano inosservate ma che determinano la comodità di utilizzo di una levigatrice e dunque influiscono sulla qualità del lavoro svolto e sul tempo impiegato.
Maneggevolezza
La prima cosa da controllare è che lo strumento risulti maneggevole, in modo da poterlo utilizzare senza fatica non solo in orizzontale ma anche in verticale.Deve quindi innanzitutto essere leggero: sarebbe bene orientarsi sempre su un modello che non pesi più di 2 kg, per evitare dolori alle braccia soprattutto se non si è abituati.
Deve poi avere un’impugnatura comoda, ergonomica e antiscivolo in modo da consentire una presa salda e sicura. Anche la presenza di una seconda impugnatura anteriore che permetta di muovere la levigatrice con due mani dovrebbe essere sempre inclusa nelle levigatrici orbitali, anche nei modelli più leggeri o con una piastra particolarmente piccola, perché facilitano il lavoro e lo rendono più preciso e senza sbavature.
Sostituzione componenti
L’attaccatura dei fogli abrasivi alla piastra dovrebbe essere allo stesso tempo facile e salda.Esistono due modi in cui il foglio abrasivo può essere attaccato alla piastra, sia che esso sia già sagomato, sia che sia da ritagliare manualmente della dimensione adatta a partire da un rotolo di carta abrasiva.
Il primo metodo è a velcro: basta semplicemente appoggiare il foglio abrasivo sulla piastra per attaccarlo velocemente, ed altrettanto semplice è rimuoverlo una volta terminato l’utilizzo. Per contro però, questo tipo di aggancio presenta uno svantaggio, ovvero che è probabile che il foglio si stacchi durante la lavorazione.
Il secondo sistema invece, anch’esso piuttosto semplice, prevede la presenza di una graffetta sulla parte posteriore della piastra sotto la quale bisogna far passare il foglio abrasivo: una volta posizionato, basterà rilasciare la graffetta e questa andrà a bloccare il foglio abrasivo.
Da questo punto di vista, le levigatrici migliori sono quelle che combinano entrambi i metodi: in questo modo le probabilità che il foglio si stacchi durante la lavorazione sono davvero minime.
4. Sistema di aspirazione
Fra i diversi fattori a cui prestare attenzione è importante non dimenticarsi di osservare il sistema di aspirazione di cui è dotata la levigatrice orbitale.Durante la levigazione viene infatti prodotto moltissimo materiale di scarto sotto forma di polveri sottili: se inalate, queste possono essere dannose per l’organismo. Per questo motivo è bene non utilizzare mai una levigatrice orbitale prima di aver indossato una mascherina per filtrare le polveri sottili (oltre a guanti di precisione, occhiali trasparenti di protezione e tappi auricolari).
Inoltre i residui intralciano anche il processo di levigazione: per questo motivo tutte le piastre sono sono dotate di fori attraverso cui la polvere può essere aspirata.
Il sistema di aspirazione può essere integrato o esterno: nel primo caso le polveri vengono filtrate e raccolte in un sacchetto o in un contenitore raccogli polvere posizionato solitamente al di sotto dell’impugnatura, nel secondo invece al posto del contenitore è presente un adattatore che consente di collegare la levigatrice al proprio aspirapolvere.
Se i sistemi di aspirazione integrati hanno lo svantaggio di dover essere svuotati regolarmente, lo svantaggio di quelli esterni è la necessità di dover collegare la levigatrice ad un altro tubo, che insieme al cavo di alimentazione, qualora presente, potrebbe ostacolare i movimenti e risultare una presenza anche alquanto scomoda.
La soluzione ottimale è la presenza di entrambi i sistemi, in modo da poter scegliere la soluzione migliore in base alla quantità di polveri prodotte e alla collocazione dell’oggetto che si sta levigando.
5. Accessori
Una volta esaminati tutti i fattori sopracitati, nel caso in cui si fosse indecisi fra due levigatrici simili, si può utilizzare come discriminante la presenza o meno di accessori che, per quanto non siano determinanti, possono comunque orientare la scelta per un modello piuttosto che un altro. Vediamo quali possono essere:
- Valigetta: le levigatrici vendute all’interno di una valigetta hanno sicuramente il vantaggio di essere già dotate in partenza di un luogo dove conservare la levigatrice al sicuro ed in ordine, diminuendo così il rischio di romperla o danneggiarla inavvertitamente. Inoltre nella valigetta si possono conservare anche i fogli abrasivi che potrebbero rischiare altrimenti di andare perduti
- Fogli abrasivi: alcuni modelli sono già forniti di alcuni fogli abrasivi in numero e di tipologia variabile per poter mettere alla prova sin da subito la levigatrice
- Piastra foracarta: poiché, come abbiamo accennato, non tutti i fogli abrasivi sono venduti già sagomati, ma anzi nella maggior parte dei casi spetta all’utente ritagliare da un rotolo di carta abrasiva un pezzo adeguato alle dimensioni della piastra, talvolta è possibile trovare fra gli accessori in dotazione una piastra foracarta grazie alla quale bucare i fogli abrasivi in modo da consentire l’aspirazione delle polveri
- Piastre supplementari: sono sicuramente fra gli accessori meno comuni, ma non impossibili da trovare. Alcuni modelli prevedono infatti la possibilità di rimuovere la piastra rettangolare per sostituirla con una triangolare, trasformando di fatto la levigatrice da orbitale a multiuso. In altri casi, la piastra triangolare si può agganciare a quella rettangolare aumentandone la lunghezza. Questi sono sicuramente i modelli più versatili, perché potranno raggiungere più facilmente anche gli angoli più acuti.
Altri fattori da tenere in mente per la scelta della levigatrice orbitale
I materiali sono importanti?
Sia nel caso della levigatrice orbitale, che in generale in tutte le categorie di levigatrici, i materiali contano moltissimo. Non ci riferiamo però ai materiali della struttura, quanto piuttosto a quelli dei fogli abrasivi. Di questi ne esistono infatti di diversa grana, a seconda del materiale che si intende levigare e del tipo di lavoro che si vuole effettuare. È inoltre importante scegliere la carta in base al sistema di attacco previsto: se a velcro bisognerà scegliere una carta velcrata, se invece è presente una graffetta si potrà optare anche per fogli senza velcro.
La marca è importante?
Sono diversi i marchi che producono levigatrici. Oltre ad orientarsi nella scelta su quelli che hanno una lunga esperienza nel settore degli elettroutensili e che hanno dimostrato nel corso del tempo affidabilità e competenza, conviene prediligere quelle aziende produttrici che mettono a disposizione degli utenti schede tecniche complete e approfondite, in modo da verificare quei dati che è molto difficile valutare personalmente senza attrezzature adeguate (ad esempio rumorosità e vibrazioni prodotte).
Fra i marchi più affidabili consigliamo la Bosch, la DeWalt e la Makita, mentre se si vuole optare per modelli di fascia di prezzo più bassa troviamo ottimi prodotti, ad esempio, della Einhell e della Black & Decker.Il prezzo è importante?
Il costo di una levigatrice per uso hobbistico o semiprofessionale può variare dalla trentina al centinaio di Euro. Su questo influiscono molto caratteristiche come la dimensione della piastra, la potenza del motore e la presenza di piastre di forma diversa.
È dunque importante valutare, prima di procedere all’acquisto, il tipo di utilizzo che si intende fare della levigatrice: se si pensa di utilizzarla solo sporadicamente per piccoli lavoretti di levigazione del legno, ci si può orientare anche su modelli di fascia di prezzo bassa, quindi fra i 30 ed i 40 €: se invece si prevede un utilizzo più intensivo e su materiali di diverso tipo, conviene magari investire nell’acquisto di una levigatrice con ottime specifiche tecniche e dotata di più piastre, ma dal prezzo chiaramente maggiore.
Per levigare le pareti pitturate più e più volte ho bisogno di una levigatrice particolare?
Non c’è bisogno di una levigatrice particolare, ma dovresti assicurarti che ogni passaggio viene ben eseguito, il lavoro è complesso da spiegare, se non sei esperto sarebbe meglio chiedere aiuto ad un professionista.