In questa guida all’acquisto illustreremo i parametri da prendere in considerazione se vi state chiedendo come scegliere un gruppo di continuità. Infatti, sono diversi i gruppi di continuità che troverete sul mercato e capire quale sia quello adatto ai vostri bisogni vi aiuterà a gestire al meglio il vostro budget.
Migliori gruppi di continuità
Iniziamo puntualizzando che i gruppi di continuità a gasolio in verità sono generatori di corrente, cioè gruppi elettrogeni in grado di fabbricare elettricità utilizzando la benzina, anziché immagazzinarla in una o più batterie interne. Capiamo meglio insieme che cos’è un gruppo di continuità propriamente detto.
Che cos’è un gruppo di continuità?
Un gruppo di continuità, o più correttamente gruppo statico di continuità (abbreviato in UPS, Uninterruptible Power Supply), è un dispositivo che permette di alimentare in modo costante apparecchi elettrici, come PC e stufe a pellet, utilizzando corrente elettrica alternata. Come il generatore di corrente a benzina o gasolio, viene utilizzato soprattutto come sussidio in casi di emergenza o black-out, per evitare che i propri dispositivi vengano disattivati senza che i dati siano stati salvati o comunque senza che sia stata eseguita una corretta procedura di spegnimento. Gli sbalzi di corrente improvvisi, infatti, oltre a comportare una perdita del lavoro svolto possono compromettere l’integrità dell’hardware, ad esempio gli hard disk meccanici (HDD), ma anche i circuiti in generale. Ogni UPS è composto da diverse componenti di base, mentre altre aggiuntive possono variare a seconda della complessità del modello.
Come funziona un gruppo di continuità?
Anche se esistono differenze notevoli tra i gruppi di continuità per uso domestico e quelli industriali, la cui struttura è ovviamente molto più complessa, il loro funzionamento di base è molto simile. Vediamo innanzitutto le parti fondamentali presenti nella maggior parte dei gruppi continuità:
- Convertitore AC: permette di trasformare la tensione alternata di un circuito elettrico in tensione continua;
- Batteria/e: a seconda del modello, un UPS può disporre di una o più batterie, che sono indispensabili per accumulare l’energia fornita dalla corrente elettrica;
- Filtri EMI: sono stabilizzatori che permettono di annullare eventuali sbalzi e picchi di tensione. Mancano in alcuni modelli che analizzeremo nel paragrafo dedicato alle varie tipologie di UPS.
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A cosa serve un gruppo di continuità?
Il vantaggio principale di un gruppo di continuità è la protezione degli apparecchi connessi in caso di black-out improvvisi. Non solo PC, console di gioco, modem o smart TV, ma anche dispositivi che non possono affatto tollerare un’interruzione di corrente, come per esempio server di rete, dispositivi medici, di allarme, di sicurezza o di automazione domestica possono essere connessi a un UPS, in modo che possano essere preservati in qualunque situazione. Inoltre, un gruppo di continuità di fascia medio-alta aiuta anche a ripulire la corrente in entrata da eventuali sbalzi o picchi di tensione, che normalmente si verificano in gran parte dei circuiti elettrici (soprattutto quelli domestici) e possono danneggiare i circuiti. Grazie ai filtri EMI la corrente fornita ai dispositivi connessi è stabile e viene emessa sotto forma di onda sinusoidale pura, che aiuta in modo significativo a preservare le componenti interne di qualunque tipo di apparecchio, informatico e non. Se prolungati nel tempo, infatti, gli sbalzi di tensione possono danneggiare l’hardware di qualunque dispositivo, riducendone in modo significativo la vita e costringendo a investimenti aggiuntivi per riparazioni o sostituzioni.
Come valutare la potenza del gruppo di continuità?
La potenza di un UPS deve essere commisurata alle vostre necessità. Prima di acquistare un particolare modello, infatti, è bene considerare quanti dispositivi si vogliano connettere e, ovviamente, a quanto ammonti la loro potenza assorbita combinata. Come vedremo tra poco, va fatta particolare attenzione all’unità di misura riportata sui singoli prodotti o alimentatori, convertendo correttamente eventuali valori in Watt o in Voltampere quando necessario.
Nel caso in cui si volesse collegare un computer, inoltre, ricordiamo che è fondamentale controllare quale tipo di alimentatore questo abbia in dotazione. Gli alimentatori con PFC attivo (Power Factor Corrector, cioè fattore di correzione di potenza attiva) aiutano a ottimizzare i consumi, richiedendo una minore potenza rispetto a quelli con PFC passivo, ma richiedono necessariamente un gruppo di continuità in grado di produrre una corrente sinusoidale pura (UPS sinewave o pure sinewave).
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- Watt (W): è la più affidabile, anche se una delle meno utilizzate. Viene solitamente usata per indicare la potenza attiva, ovvero quella che viene realmente utilizzata per eseguire operazioni utili;
- Voltampere (VA): è il più diffuso in assoluto e più facilmente manipolato. Normalmente viene usato per indicare la potenza teorica supportata e non quella attiva;
- Voltampere informatici: è praticamente un valore di fantasia, spesso usato per mascherare la potenza reale del gruppo di continuità attraverso numeri in apparenza più alti e dunque più appetibili.
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Quali sono i tipi di gruppi di continuità?
La corrente che viene inoltrata correttamente dalla presa al dispositivo ha un’onda sinusoidale. Quando ci sono degli sbalzi o delle interruzioni questa subisce delle alterazioni, che a seconda della delicatezza dei dispositivi collegati possono essere più o meno dannose. A seconda dei livelli di protezione messi in atto dai gruppi di continuità possiamo individuare le seguenti tipologie, bene in evidenza nelle specifiche tecniche del manuale quando comprate il prodotto.
Gruppi di continuità offline standby
Sono i modelli più semplici e generalmente più economici, in grado di produrre un’onda di tipo sinusoide approssimata a gradini. Di dimensioni minori, dunque meno ingombranti, sono il tipo più adatto soprattutto a chi volesse alimentare computer o televisori. Sono anche i meno protettivi, dato che richiedono qualche millisecondo prima di mettersi in funzione da quando viene a mancare la corrente. Per risolvere questa falla vengono solitamente utilizzati dei condensatori, che però non sempre sono in grado di reggere tutto il carico energetico richiesto per alimentare correttamente vari dispositivi connessi.
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Gruppi di continuità a doppia conversione (online)
Il gruppo di continuità a doppia conversione è l’ideale per server, workstation e PC gaming in tutti quei casi in cui anche una micro-interruzione di corrente creerebbe un danno. Basano il loro funzionamento su un convertitore molto potente che trasforma la corrente alternata in ingresso in corrente continua, a creazione di un flusso energetico dall’onda sinusoidale pura. La corrente viene inviata alla batteria e riconvertita poi in alternata prima di mandarla ai dispositivi connessi. In caso di sbalzi di tensione subentra l’inverter.
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Gruppi di continuità con stabilizzatore
Gli UPS appartenenti a questa categoria sono i cosiddetti line-interactive. Assomigliano ai modelli standby, richiedendo circa 5 millisecondi per entrare in funzione, ma presentano un’aggiunta particolare, ovvero un regolatore automatico di tensione (AVR) costituito da un trasformatore definito multi-tap a tensione variabile. Grazie alla capacità di aumentare o diminuire il numero di bobine di filo alimentate dalla corrente è in grado di modificare la propria tensione di uscita. Questo permette di non consumare la batteria nel momento in cui si subissero forti sbalzi di tensione e di gestire i casi di sovra e sotto-tensione con la creazione di un’onda pseudosinusoidale. I modelli di fascia più alta di gruppi di continuità line-interactive plus dispongono infine di filtri EMI che producono un’onda sinusoidale pura e possono essere utilizzati anche per connettere dispositivi elettronici più sensibili alle forti variazioni di carico.
Quali porte hanno i gruppi di continuità?
A seconda del modello e della fascia di prezzo, i gruppi di continuità possono presentare diverse quantità e tipi di porte e ingressi, fondamentali da verificare prima dell’acquisto dato che potrebbe essere necessario dotarsi di un adattatore. Partendo dai connettori standard che vorrete attaccare al gruppo di continuità, di cui trovate un’immagine qui sotto, vediamo nello specifico alcune delle più comuni porte presenti in un UPS.
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Schuko
Si tratta della classica presa tedesca compatibile con la grandissima maggioranza di adattatori, trasformatori e cavi attualmente in commercio, e di norma si trova anche nei gruppi di continuità più economici, ovvero quelli offline.
IEC 320 C13
Quella IEC 320 C13 (o IEC C13), talvolta indicata solo come “IEC” o “C13”, è la presa utile per collegare il cavo di alimentazione del PC fisso.
Se volete usarla per altri dispositivi normalmente presenti in casa sarà necessario un adattatore di tipo IEC C14-Schuko, singolo o a ciabatta, a seconda delle vostre necessità.
USB
Alcuni modelli presentano anche una presa USB, generalmente di tipo A, che può essere sfruttata per connettere l’UPS a un computer ed eseguire eventuali operazioni di diagnostica, per verificarne lo stato e monitorare possibili errori.
RJ11/RJ45
Presente nei modelli di fascia alta, l’RJ11 è l’ideale per chi volesse connettere il doppino telefonico di telefono o fax; l’RJ45 è per il cavo Ethernet.
Alimentazione
È semplicemente l’unico l’ingresso attraverso cui si alimenta il gruppo di continuità, che va a sua volta connesso a una presa per la corrente tramite un cavo sempre incluso nella confezione del prodotto.
Batterie
In alcuni modelli è presente una presa che consente di collegare batterie aggiuntive. Questa è relativamente rara, limitata a modelli di fascia più alta adatti all’uso professionale.
Quanto consuma un gruppo di continuità?
Usare un gruppo di continuità aumenta senz’altro il consumo elettrico in casa o in ufficio. Tuttavia, se lo si mantiene costantemente collegato alla corrente, il consumo sarà semplicemente quello che serve per mantenere la batteria al massimo. Un buon metodo per acquistarne uno che non consumi troppo è, come abbiamo già ricordato, scegliere la potenza adeguata alle proprie esigenze.
Esistono gruppi di continuità a pannelli solari?
Il mercato dei gruppi di continuità con pannelli solari non è ancora maturo come quello dei gruppi tradizionali: i prezzi di prodotti analoghi a quelli da noi consigliati, ma a pannelli solari, sono sopra i 1.000 €. Per ora a prezzi accessibili trovate inverter fotovoltaici ibridi che funzionano con pannelli solari, generatori e alimentazione di rete per fornire energia a onda sinusoidale pura. La potenza solitamente è molto limitata.