I migliori green screen del 2024

Confronta i migliori green screen del 2024 e leggi la nostra guida all'acquisto.

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Dati tecnici

Materiale

Mussola

Poliestere

Poliestere

Poliestere

Poliestere

Supporto

Morsetti

Misure (L x A)

1,8 x 2,8 m

1,5 x 2 m

1,4 x 1,8 m

1,8 x 2,8 m

3 x 3 m

Peso green screen

n.d.

300 g

n.d.

n.d.

n.d.

Punti forti

Include 3 teli (verde, bianco, nero)

Ottimo prezzo

Produttore noto specializzato in gaming

Include 3 teli green, nero e bianco

Superficie ampia

Include borsa per il trasporto

Bordo predisposto con asola per asta-supporto

Supporto pop up a vela anti-piega

Include 2 soft box + 2 lampade con ombrello

Lavabile in lavatrice

Più dimensioni tra cui scegliere

Include 6 morsetti

Pieghe difficili da gestire

Facile da trasportare

Include borsone per il trasporto

Punti deboli

Solo 3 morsetti

Manca supporto

Spessore non elevatissimo

Luci non adatte a tutte le situazioni

Pieghe eliminabili solo a vapore

Mancano morsetti

Non copre il pavimento sotto ai piedi

Telo non stirabile col ferro tradizionale

Non stirabile

Telo leggero

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Il green screen

Il green screen è un paravento verde che si utilizza come sfondo per foto e video destinati alla post produzione. Nello specifico, l’obiettivo è la modifica del retroscena nel modo più agile e preciso possibile. Non è molto importante con quale software viene effettuata la post produzione: filtri integrati nell’account social media (TikTok), programmi per le video call (Microsoft Teams), app per l’editing di base (CapCut o iMovie), oppure le complicate suite che vengono usate dai professionisti (Adobe). In tutti questi casi, il green screen migliora il processo.

Green screen

Materiale

Il materiale da scegliere dipenderà dal tipo di uso che ne vorrete fare e dallo spazio di cui disponete. Ad esempio, se c’è la creazione di un set per un periodo limitato di tempo ci si può arrangiare con dei cartoncini da lasciare in posizione per qualche giorno. Esistono infatti fondali fotografici professionali realizzati in carta pesante, liscia e opaca, che ha il pregio di essere riciclabile, oltre che antiriflesso
Se invece volete organizzare un angolo casalingo per il video gaming o le video call, oppure dove creare contenuti destinati ai social media, meglio un tessuto, perché più stabile e resistente. Il cotone di mussola è la soluzione più costosa, poiché lavabile e stirabile, ma ci sono anche tessuti derivati dalla plastica, come il poliestere. Vediamo i principali fattori di differenza nella tabella che segue.

  Mussola Poliestere Carta
Lucidità (riflessi) Maggiore Massima Minore
Robustezza (strappi) Massima Maggiore Minore
Vastità superficie Maggiore Maggiore Minore
Resistenza alle pieghe Massima Minore Maggiore
Stirabilità Ferro normale Ferro verticale Impossibile
Trasportabilità Massima Massima Minore
Lavabilità (macchie) Possibile Possibile Impossibile
Prezzo d’acquisto Massimo Maggiore Minore

Il materiale più economico e più frequentemente usato è proprio il poliestere, lavabile in lavatrice e facile da trasportare. Altri tessuti plastici aventi pregi simili alla mussola includono il TNT, lavabile in lavatrice ma non stirabile, e teli di plastica più pesante (PVC), che per le sue caratteristiche fisiche non può essere messo in lavatrice, ma non necessita di stiraggio per eliminare le pieghe. Le pieghe, se presenti, renderanno meno rapido il processo di eliminazione dello sfondo, perché minacciano l’uniformità cromatica dello scenario dietro al soggetto.
Se non disponete di molto spazio, è inoltre opportuno che il green screen sia facilmente riponibile.

Peso

Una delle variabili utili per farsi un’idea della possibilità che si creino le pieghe è la grammatura, indicata in grammi al metro quadro, g/m², oppure come peso in grammi totali del telo.
Purtroppo, il poliestere si presta a generare delle pieghe e non è possibile stirarlo con un ferro normale, perché si rischia che si squagli: dovrete dotarvi di un ferro da stiro verticale a vapore.

Altra cosa a cui fare attenzione è lo spessore dei teli più economici (con peso totale sotto i 700 grammi), che tende a non essere elevato. In quel caso il telo sarà traslucido, per cui sarà importante che non sia posizionato di fronte alla finestra, poiché finirebbe per essere retroilluminato e il risultato finale sarebbe di un verde non omogeneo.
Esaminato con accuratezza il telo, passiamo alla sua installazione, che avviene grazie a supporto e accessori.

Supporto e accessori

Il supporto al paravento può essere incluso nella confezione oppure escluso, a prescindere dalla foto che viene usata per illustrare il prodotto. Certi green screen sono più costosi, ma particolarmente pratici, perché realizzati con un meccanismo di apertura pop-up. Questo può essere in stile vela pubblicitaria, cioè usabile con srotolamento e fissaggio, o come le famose tende Quechua che si aprono in 2 secondi, con una struttura flessibile che aiuti a mantenere ben teso il tessuto, eliminando le pieghe. In queste circostanze, oltre a non dover fare la fatica di lisciare ogni stropicciamento, una volta terminato l’uso smantellare il mini set e riporlo fino al prossimo shooting sarà questione di qualche minuto. 
Nel caso in cui vogliate risparmiare, molto probabilmente la struttura sarà esclusa, dunque potrete arrangiarvi con pazienza e fantasia, ma in quel caso il consiglio è di comprare un telo che abbia almeno un’asola che permetta di inserire un’asta per reggerlo.

Oltre alla struttura portante, gli accessori possono (o meno) includere corde e robusti morsetti in grado di sopportare il peso del telo, solitamente almeno 4 o 5. Quando si hanno meno di 4 morsetti, diventa più complesso fare in modo che il telo sia ben teso e liscio, perciò potrebbe rendersi necessaria una seconda spesa per comprare dei morsetti extra.

Infine, in certi casi, tra gli accessori inclusi figurano degli attrezzi interessanti, come le lampade necessarie a illuminare il set in modo efficace, operazione chiave che evidenzieremo più avanti.

Dimensioni

Le dimensioni del telo sono anche loro importanti da valutare. Principalmente possiamo distinguere i green screen in:

  • Piccoli: massimo 2 metri di altezza per larghezza, adatti per i primi piani (ad esempio, per chi si trucca) e mezzo busto alla scrivania, tipicamente su social media e videochiamate;
  • Medi: intorno ai 3 x 2 metri (A x L), per figura singola intera, con una lunghezza che va oltre il pavimento;
  • Grandi: oltre i 4 x 4 metri, per scene di gruppo o ampie inquadrature grandangolari.

Non avrebbe senso spendere cifre folli per green screen che occupano l’intera parete di una stanza, se pianificate di registrare il video dell’apertura di un prodotto (per quei casi si possono comprare dei semplici cartoncini); allo stesso modo un telo di medie dimensioni sarà più versatile, poiché adattabile alle diverse situazioni.

La lunghezza è un fattore che diventa importante nel caso di green screen pensati per le figure intere, poiché alcuni di questi prodotti, soprattutto se in tessuto, possono ricadere a coprire il pavimento, in modo da favorire in post produzione la creazione di un nuovo sfondo sotto ai piedi della persona.

Alternative al green screen

Volendosi arrangiare con metodi fai-da-te, ci sono le seguenti alternative:

  • Pittura da parete: se avete il privilegio di poter dipingere una parete o una tavola di compensato in verde vi basterà comprare un po’ di vernice e il gioco sarà fatto;
  • Smart TV: se il green screen vi serve occasionalmente e per dimensioni ridotte, vi basta proiettare uno sfondo monocolore sul maxi schermo (uno da 55″ misura circa 122 x 68 cm), utile per le call faccia-a-faccia durante i lavori in casa.

Domande frequenti sul green screen

Come funziona il green screen?

L’idea semplice è quella di sfruttare la tecnica della chiave cromatica (in inglese, chroma key compositing), che spieghiamo in questa sede. Di base, un qualsiasi sfondo a tinta unita di luminosità molto diversa dal soggetto facilita chi effettuerà la post produzione di foto e video nell’annullare lo sfondo originale in toto, per poi inserirne uno a piacere.

Perché il green screen è verde?

La scelta più comune è quella dei paraventi verdi oppure blu, a seconda della tecnologia usata per scattare la foto; il verde è oggigiorno la scelta migliore. La ragione risiede nel fatto che le fotocamere digitali, che lavorano con la tricromia (RGB), catturano più informazioni su questo colore rispetto al rosso e al blu, perché è quello che è legato alla luminanza. Infatti, quando in fotografia si effettua il bilanciamento del bianco, il colore verde non viene modificato: il sistema agisce sul rosso e sul blu, i colori associati alla crominanza. Tale abbondanza di informazioni raccolte per il colore verde fa sì che il software riesca a isolarlo e rimuoverlo con più efficacia ed efficienza. In passato, quando si registrava e fotografava su pellicola, il blu risultava essere la scelta migliore, poiché assorbe la luce diversamente ed è a prova di fastidiosi riflessi.
Certamente, se il soggetto di foto e riprese indossa una maglietta di un verde simile allo sfondo meglio abbandonare il verde, o in fase di editing salterà via anche la maglia, il che ci porta alla prossima domanda.

Green screen con asta

Meglio green screen o blue screen?

Come avrete intuito se avete letto fin qui, la scelta andrebbe fatta esclusivamente sulla base della tecnica fotografica e del contesto cromatico specifico: il colore dei due che sarà più facilmente eliminabile in post produzione sarà quello da scegliere. Generalmente si tende a preferire il blu per gli scatti su pellicola, mentre per quelli in digitale il verde, perché ha una luminosità maggiore del blu, anche per il fatto che gli shooting indoor vengono effettuati per lo più con molta luce. Se si lavora all’aperto, in un contesto meno illuminato (ad esempio, di notte), il blu potrebbe essere migliore, perché riflette meno la luce.
Lo stesso discorso vale nel caso in cui la persona che vogliamo immortalare abbia i capelli biondi, oppure se ci troviamo in mezzo alla vegetazione, perché uno sfondo blu crea un maggiore contrasto. 
Sul mercato esistono anche dei prodotti double face, cioè verdi da un lato e blu dall’altro.

Perché si vendono screen di altri colori?

In alcuni casi ci sono dei kit che includono anche altri colori, come nero, grigio e bianco. Il bianco, quando non inondato di luce sul set, si comporta di fatto come il grigio. Quest’ultimo colore sembrerebbe essere la situazione migliore se si usa l’intelligenza artificiale per eliminare lo schermo senza che vengano persi i dettagli dei contorni della figura, come potrebbero essere i capelli al vento. Il grigio è in particolare consigliabile se il soggetto riflette molto la luce, perché, similmente al blu, la assorbe. Il nero non presenta il problema del bianco e per soggetti chiari può funzionare bene.

Qual è la corretta illuminazione del green screen?

L’illuminazione perfetta è quella che segue le indicazioni di stile del celebre direttore della fotografia di Cinecittà Duccio Patané: bisogna inondare in modo omogeneo il set, tanto che alcuni fotografi consigliano almeno un paio di lampadine da 600 watt. Se prediligete dei portalampada standard, può essere intelligente comprare una ring light nel caso dei primi piani viso o prodotto, mentre se il set è più ampio (figura intera) meglio dotarsi di un paio di lampadine dimmerabili, cioè di cui sia possibile stabilire la temperatura e l’intensità luminosa. Inoltre, avere un paio di softbox aiuta, perché la luce proiettata sia omogenea.

Altri accessori utili per fare video

Un accessorio utile e divertente se si è in più persone a effettuare le riprese video sono le tute elasticizzate green e blue, da indossare per invisibilizzare le presenze non richieste sul set. In questo modo sarà possibile, ad esempio, far entrare nel film determinati oggetti levitando senza dover agire troppo in post produzione.

Una versione ridotta è rappresentata dai guanti elasticizzati verdi.

Consigli per il miglior risultato con il green screen

Sapendo che si andrà a post-produrre la foto o la ripresa, può essere intelligente applicare delle accortezze, quali:

  • Nel caso di macchine fotografiche mirrorless, impostare lo scatto in RAW, perché renderà possibile editare colori e luci della figura senza perdere la qualità, in modo che sia realisticamente integrata con lo sfondo;
  • Fare in modo che i contorni della figura che andrà scontornata siano meno frastagliati possibile: ad esempio, evitando nello shooting pennacchi od oggetti tenuti al di fuori della sagoma umana;
  • Evitare il più possibile di includere abiti, accessori e oggetti caratterizzati da superfici lucide e riflettenti, perché rendono difficile la gestione della luce;
  • Eliminare il più possibile le ombre tramite, appunto, una forte illuminazione di scena, ma anche posizionando il soggetto non troppo vicino e non troppo lontano dallo sfondo green screen. 

Come si usa il green screen?

Non ci sono altre accortezze rispetto a quelle qui segnalate: una volta comprato un green screen, per usarlo sarà sufficiente posizionarlo dietro al soggetto della foto come indicato e curare l’illuminazione, con una ring light potente, lampadine dimmerabili o un paio di softbox.

Dove comprare il green screen?

Si può comprare un green screen su internet. Abbiamo messo nella nostra tabella i migliori venduti online, ma abbiamo anche fornito qualche consiglio utile prima di affrontare l’acquisto, perché in certi casi potrebbe essere meglio comprare un blue screen.