I fattori decisivi per la scelta della french press
Da sempre amanti dell’espresso, negli ultimi anni gli italiani hanno iniziato a preferire le macchine da caffè alla moka tradizionale. La scelta tra i vari modelli di macchine automatiche, a cialde o a capsule è pressoché illimitata, tuttavia chi preferisce il caffè americano al caffè espresso saprà che la moka e le macchine automatiche sono poco indicate per la realizzazione di questa bevanda. Se le macchine con filtro, o per caffè americano, possono essere considerate un valido strumento per questo tipo di preparazione, sempre più utenti scelgono invece di utilizzare la french press, ovvero una caffettiera manuale che, oltre a essere più economica e meno ingombrante, permette di apprezzare i diversi passaggi della preparazione del caffè, dalla macinatura al filtraggio, e di gustare un caffè incredibilmente aromatico e fresco.
Come si prepara il caffè con la french press?
La french press è una caffettiera manuale che presenta una caraffa cilindrica, uno stantuffo e un filtro incorporato. Prevede l’infusione del caffè macinato per circa 4 minuti in acqua appena bollita a circa 95 °C per estrarre al meglio l’aroma del caffè. Lo stantuffo, o pistone, serve invece a spingere il filtro verso il basso al termine dell’infusione per separare i fondi del caffè dalla bevanda. Questo metodo è più delicato rispetto al caffè filtrato o alla cottura sul fornello, dove l’acqua bollente finisce spesso per scottare i chicchi rendendoli amari.
Innanzitutto, è necessario dosare correttamente il caffè in base alla quantità di acqua utilizzata. Noi consigliamo di inserire nel bricco circa 10 g di caffè macinato (un cucchiaio colmo) ogni 200 ml di acqua (un po’ meno di una tazza piena). Raccomandiamo inoltre di utilizzare chicchi macinati grossolanamente, che grazie all’estrazione lenta della french press sprigionano perfettamente gli aromi del caffè, mentre il caffè macinato finemente conferisce alla bevanda un sapore eccessivamente amaro e tende a intasare il filtro.
Ecco dunque i passaggi da seguire:
- Portate l’acqua a ebollizione su un fornello o in un bollitore, quindi lasciate raffreddare a circa 95 °C (circa 30 secondi dopo l’ebollizione dell’acqua) per evitare che il calore sprigioni le sostanze più amare del caffè;
- Aggiungete il caffè macinato nella caraffa e poi versate l’acqua calda. Dopo un minuto, noterete che i fondi del caffè galleggiano in superficie. Mescolate delicatamente con un cucchiaio di legno per farli andare a fondo;
- Mettete il coperchio sulla caraffa con lo stantuffo tirato verso l’alto e lasciate la bevanda in infusione per circa 3-4 minuti;
- Spingete lentamente lo stantuffo verso il basso e servite immediatamente.
Materiali
Le caraffe delle french press possono essere realizzate in quattro materiali: vetro borosilicato (pyrex), acciaio inossidabile, plastica e gres. Nonostante si possa pensare che la scelta tra l’uno o l’altro materiale si riduca all’estetica, in realtà si tratta di una questione più pratica.
I modelli in vetro sono di gran lunga i più comuni e sicuramente molto belli da esporre nella propria cucina, ma sono anche i più facili da rompere e non garantiscono un’ottima ritenzione del calore. Si calcola infatti che, dopo circa 4 minuti, il caffè contenuto in una caraffa di vetro perda circa 20 °C, contro i -10 °C delle caffettiere in acciaio inox e gres. Se mantenere il caffè in caldo è una priorità, sconsigliamo le french press in plastica che, sebbene più leggere e resistenti rispetto al vetro, perdono addirittura 30 °C in 4 minuti. Il gres e l’acciaio inossidabile, invece, sono materiali più costosi, ma compensano con una migliore ritenzione del calore e longevità del prodotto.
Capacità
Le french press hanno in genere una capacità che varia da 350 ml a 1 litro. Se si intende utilizzare questa caffettiera per tutta la famiglia, l’opzione da 1 litro è la più indicata perché permette di preparare circa 8 tazze di caffè. Chi invece prepara il caffè solo per consumo personale o anche per il proprio partner, dovrebbe invece orientarsi verso un modello da 350 ml, o meglio ancora da 600 ml se si ha l’abitudine, come spesso succede, di bere un primo caffè per “svegliarsi” e un altro per gustarlo con più calma.
Praticità
Trattandosi di uno strumento molto essenziale nelle sue caratteristiche strutturali, potrebbe essere difficile scegliere un modello piuttosto che un altro se gli unici elementi da considerare sono i materiali o le dimensioni. A nostro avviso è quindi importante valutare anche gli aspetti relativi alla praticità della french press, dal momento che chi la acquista per preparare il caffè la utilizzerà con molta probabilità ogni giorno.
Impugnatura
Mentre tutti i manici sono resistenti al calore, siano essi in acciaio inox, plastica o ceramica, non tutti permettono di impugnare la caffettiera in modo agevole e senza il rischio di scottarsi le dita. Per questo motivo è importante che la distanza tra il manico e la caraffa sia sufficientemente ampia da permettere una presa comoda, soprattutto se chi la utilizza ha le mani particolarmente grandi. Al contrario, chi ha le mani più piccole dovrebbe preferire un manico più ravvicinato alla caraffa (possibilmente ergonomico), adeguato perciò a garantire una presa sicura e a bilanciare meglio il peso della caffettiera.
Pulizia
Se volete risparmiarvi il fastidio di lavare a mano la vostra french press, assicuratevi poi che tutte i componenti siano lavabili in lavastoviglie. In questo caso, si dovrebbe comunque sempre smontare la caffettiera prima di metterla in lavastoviglie.
Detto questo, per aumentare la longevità dei diversi componenti, la maggior parte dei produttori consiglia la pulizia manuale anche se i componenti sono lavabili in lavastoviglie. Noi raccomandiamo di risciacquare la vostra french press a mano subito dopo aver fatto il caffè (in particolare il filtro, che è soggetto ad accumuli di polvere) e di non utilizzare detergenti o spugne abrasivi. Per una pulizia più approfondita, si consiglia invece di mettere la french press in lavastoviglie circa ogni due settimane.
Accessori
Per finire, un altro fattore che può fare la differenza nella scelta di una french press sono tutti quegli accessori e accorgimenti che ne facilitano l’utilizzo. Primo tra tutti, la presenza di un misurino che aiuti con il dosaggio della polvere. Non tutti i modelli sono infatti forniti di questo accessorio, che si rivela molto utile per misurare la quantità esatta di caffè per ottenere il livello di intensità desiderato. Alcuni modelli sono poi dotati di uno o più filtri extra per sostituire l’originale quando questo mostra segni di usura o diventa particolarmente intasato. È un’opzione molto più comoda rispetto al dover ordinare un nuovo filtro compatibile con il nostro modello.
Infine, anche se non si può parlare di un accessorio vero e proprio, raccomandiamo di preferire una french press con caraffa graduata, che aiuta a capire quante tazze si potranno ottenere con la quantità di acqua versata al suo interno.Per concludere, ricordiamo che il macinacaffè non è un accessorio che si trova in dotazione con la french press, ma uno strumento da acquistare separatamente e che può essere utilizzato anche per preparare il caffè con altri tipi di macchine come la moka e la macchina da caffè americano.
Domande frequenti sulla french press
Quale marca di french press scegliere?
La recente diffusione della french press nelle cucine italiane ha dato luogo a una proliferazione di marchi e prodotti diversi, molti dei quali si ispirano al design dei modelli realizzati dai produttori più famosi. Tra questi, i brand che spiccano per la qualità e il design dei loro prodotti sono tre. La danese Bodum produce diversi tipi di prodotti legati al caffè, dai macinacaffè ai cappuccinatori, ma è nota soprattutto per la sua linea di french press dal buon rapporto qualità-prezzo che possono essere acquistate a partire da 15 €. La francese Le Creuset è sicuramente più nota per le sue pentole e padelle in ghisa, ma nonostante non produca molti modelli di french press, si distingue per la sua linea di caffettiere variopinte e ultra-resistenti in gres (il cui prezzo si aggira attorno ai 60 €). Per ultima non possiamo non nominare Bialetti, che oltre a dominare il mercato delle caffettiere classiche ha arricchito il suo catalogo con diversi modelli di french press in vetro, che costano tra i 25 e i 40 €.
Quale caffè scegliere per la french press?
Scegliere il caffè giusto per la french press non è solo una questione di marca. Innanzitutto, come abbiamo già menzionato, bisogna preferire un caffè dal grado di macinatura medio per non ottenere una bevanda troppo amara o aspra. Meglio ancora se i chicchi sono macinati al momento per preservarne la freschezza. Occhio poi alla tostatura: gli esperti raccomandano il caffè tostato scuro, che meglio si presta a un’estrazione più lenta degli oli e aromi contenuti nei chicchi.
Quali bevande si possono realizzare con la french press?
Anche se le caffettiere francesi sono progettate e usate principalmente per preparare caffè caldo, questo strumento può essere impiegato in altri modi. Il più in voga è sicuramente il “cold brew“, l’estrazione di caffè a freddo che prevede un’infusione di oltre 12 ore in un luogo fresco e asciutto. Oltre a questo, la french press consente anche di preparare tè, tisane o succhi di frutta, e di montare la schiuma di latte per il caffellatte e il cappuccino.
Come evitare i fondi di caffè nella tazza?
Un motivo per cui molti non apprezzano il caffè realizzato con la french press sono i residui di polvere sul fondo della tazza, che spesso finiscono per essere bevuti assieme alla bevanda. Per evitare questo inconveniente, consigliamo innanzitutto di orientarvi verso marchi conosciuti o perlomeno verso prodotti non troppo economici, il cui filtro potrebbe non bloccare adeguatamente i fondi del caffè. In secondo luogo, è opportuno ripetere come il grado di macinatura faccia la differenza: una polvere troppo fine può infatti sfuggire alle maglie del filtro e finire sul fondo della vostra tazza. Per finire, la velocità con cui si preme lo stantuffo a fine infusione è determinante: se spingete troppo velocemente, il rischio che i fondi non vengano trattenuti dal setaccio aumenta.