Come scegliere il drone
Trovate nella tabella comparativa qui sopra quelli che secondo noi sono i migliori droni da comprare, ma come al solito spieghiamo in questa guida all’acquisto anche come scegliere quello più adatto ai vostri bisogni e come evitare di acquistare il prodotto sbagliato. La tipologia varia dal giocattolo per bambini allo strumento professionale, dunque il prezzo di un drone è molto variabile, ma con un budget simile a quello di uno smartphone economico è già possibile dilettarsi nel pilotaggio e magari in suggestive foto e riprese dall’alto.
Facciamo una premessa: il mercato dei droni per il pubblico di massa è arrivato praticamente a essere monopolizzato da DJI, azienda che nel 2021 è arrivata a detenere quasi l’80% del mercato. Detto questo, ogni tanto emergono prodotti interessanti per segmenti di utenza specifici.Droni e normativa
Tutti i droni sono aeromobili a pilotaggio remoto, a volte con fotocamera integrata. Legalmente e tecnicamente sono anche detti UAV, dall’inglese “Unmanned Aerial Vehicle”, traducibile in “veicolo aereo senza equipaggio”. Diventare abili nel pilotaggio di un drone può mettere sulla strada professionale dei “dronisti“, con sbocchi lavorativi nei settori sportivo, logistico, agricolo (l’azienda leader nel mondo è SkyTech), cinematografico, militare e chissà cos’altro in futuro. Con un po’ di ritardo la giurisprudenza ha iniziato a occuparsi dei droni, per cui oggi in ogni città vige una normativa sull’uso di questi apparecchi nello spazio aereo locale e dal 2021 per pilotare un drone di peso uguale o maggiore di 250 g è obbligatorio possedere un patentino rilasciato dall’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile. Questi cambiamenti hanno visto emergere e spopolare i mini droni, che ad oggi hanno raggiunto capacità tecniche davvero interessanti.
Fatte queste premesse, vediamo quali sono i fattori da prendere in considerazione per capire quale drone comprare.
1. Facilità d’uso
Raggruppiamo sotto “facilità d’uso” tutte le caratteristiche che riguardano il pilotaggio dei droni, che interessano tanto i principianti quanto gli esperti. Consideriamo dunque che tipo di telecomando abbia il drone, quali comandi questo supporti e se vi siano funzioni che facilitino la manovra.
Radiocomando
Un drone può venire controllato, a seconda del modello, da un radiocomando apposito e/o attraverso un’app per dispositivi mobili. Il primo di questi due casi è il più comune, ma se un tempo la diffusione del comando remoto tramite applicazione per smartphone era riservata a modelli di fascia medio-alta, oggi è possibile trovare diversi modelli economici che ne permettono l’utilizzo.
Per i principianti è sicuramente preferibile un drone con telecomando dedicato, poiché questi sono più intuitivi da usare, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento motorio. Normalmente questi telecomandi presentano due stick, simili a quelli dei controller delle principali console, e un numero variabile di pulsanti. Spesso gli stick metallici possono essere rimossi e avvitati in base al bisogno, riducendo eventuali danni e aumentando la portabilità del dispositivo.L’app mobile talvolta ha una selezione di comandi un po’ più limitata, ma è particolarmente utile in caso di controller privi di schermo perché aggiunge la possibilità di sfruttare la funzione FPW, ovvero “First Person View“, che consente di riprendere video e scattare foto visualizzando in tempo reale quanto inquadrato dalla videocamera del drone. I radiocomandi, in questi casi, sono realizzati in modo da inserire il telefono in un alloggiamento dedicato, fornendo ingressi di collegamento che si adattano a qualsiasi smartphone senza problemi. Inoltre, le app di controllo sono disponibili sia per Android, sia per iOS.
Comandi
I comandi di base che è possibile impartire a un drone per farlo volare sono almeno quattro e un quinto è disponibile sui modelli un po’ più sofisticati. Spesso questi termini si trovano in inglese, per cui li riportiamo in questa lingua:
- Throttle (acceleratore): questo è il comando che regola la velocità delle eliche e, più queste girano veloci, più il drone guadagna altitudine;
- Pitch (beccheggio): questo comando regola gli spostamenti in avanti e indietro del drone;
- Roll (rollio): serve a regolare gli spostamenti laterali;
- Yaw (imbardata): con questo comando il drone ruota su se stesso;
- Trim (aggiustamento): regolazione di imbardata, beccheggio, rollio e accelerazione del drone fino al perfetto bilanciamento.
- Rollio (rosso) è l’oscillazione del velivolo sull’asse della lunghezza;
- Beccheggio (viola) è il movimento relativo all’asse trasversale;
- Imbardata (giallo) riguarda l’asse verticale baricentrico.
Funzioni
Sono tre le funzioni principali che si possano trovare su un drone: il ritorno automatico (o RTH), la “headless mode” (talvolta tradotta “senza testa”) e la modalità “follow“.
Ritorno automatico
Questa funzione è presente solo sui droni dotati di GNSS (sistema satellitare globale di navigazione, come GPS, Galileo e BeiDou), che viene utilizzato per memorizzare la posizione di decollo per poi potervi ritornare una volta ricevuto il comando dedicato.
Headless mode
Per spiegare la headless mode dobbiamo invece dilungarci in una spiegazione un po’ più complessa. Anche se non sembra, infatti, i droni hanno una parte anteriore (prua) e una posteriore, di solito contraddistinte dalla colorazione delle pale o comunque dalla presenza di inserti o luci colorate. È importante poter distinguere sempre la prua dal posteriore del drone perché tutti i comandi impartiti sono relativi all’orientamento del velivolo. Ad esempio, se il fronte del drone è rivolto verso il pilota e questi gli dà il comando di spostarsi verso destra, il drone si sposterà verso la sinistra del pilota, ovvero la destra del drone.
Come è facile intuire, pilotare un drone in queste condizioni non è molto semplice, sia perché non sempre si riescono a distinguere luci e colori a distanza, sia perché è facile deconcentrarsi e dare un comando sbagliato. Per facilitare il pilotaggio è nata dunque la headless mode, letteralmente “modalità senza testa”: quando questa modalità è attivata, tutti i movimenti del drone sono relativi alla posizione del pilota e non alla testa del drone, che diventa così irrilevante ai fini dell’orientamento. Questa funzione è diffusissima e si trova ormai anche sui droni di fascia più bassa, anzi paradossalmente sono alcuni modelli di fascia alta a non supportarla ancora.Follow
Sempre più diffuse sono le funzioni “follow me” e “follow you“. La prima viene attivata quando il drone ha il GNSS integrato (molto comune sulla maggioranza dei modelli) e fa sì che il drone si mantenga a una distanza costante dal telecomando, seguendone gli spostamenti come un cagnolino.
La funzione “follow you” utilizza invece diverse tipologie di tracciamento (active track, orbit, point of interest, terrain follow, waypoint ecc.) a livello di software, utilizzando dei programmi di riconoscimento degli oggetti che fanno sì che un oggetto, una persona o il terreno possano essere sempre inquadrati dal drone o che il drone segua dei punti inseriti su una mappa, in base al tipo di filmato che si vuole realizzare.
Connettività
Alcuni droni iniziano a essere dotati di connettività mobile 4G, utile per mantenere il collegamento tra pilota e velivolo in un raggio più ampio, ma ad oggi sono modelli davvero costosi.
Ricordiamo infine che naturalmente il telecomando ha bisogno di alimentazione, che nei modelli di fascia bassa viene affidata a normali batterie di tipo diverso a seconda del modello. Molto spesso sono pile alcaline; nei modelli di fascia medio-alta è invece piuttosto comune che la batteria sia integrata e ricaricabile.
2. Autonomia
La seconda cosa che ci si deve chiedere è quanto a lungo possa volare un drone. Per chi non lo sapesse, precisiamo subito che bisogna partire con aspettative piuttosto basse: i modelli di gamma più alta difficilmente volano per più di 40 minuti.
All’estremo opposto, i modelli più economici hanno persino meno di 10 minuti di autonomia. Questo si deve al fatto che per alimentare i motori del drone e sostenerne il peso in volo è necessaria parecchia energia e il rapporto tra potenza e leggerezza di una batteria ad oggi non è particolarmente efficiente. Le batterie utilizzate sui droni sono naturalmente le più leggere attualmente disponibili, ovvero quelle di tipo Li-Po, al polimero di litio, oppure Li-Ion, agli ioni di litio.Abbiamo già accennato quali siano i tempi di volo che ci si debba aspettare da un drone, ma possiamo comunque considerare alcune caratteristiche della batteria per capire che prestazioni aspettarsi.Voltaggio
Il voltaggio della batteria ha una relazione diretta con la potenza delle eliche, e quindi con l’altitudine e/o la velocità che il drone può raggiungere. I droni più costosi e affidabili, in fasce di prezzo comunque accessibili, riescono a raggiungere i 6.000 m di altezza. Più elevato è il voltaggio, più ingombrante è la batteria, per cui possiamo affermare che sui modelli particolarmente economici troverete batterie a basso voltaggio (circa 4 V), mentre sui droni più accessoriati ne troverete dalla potenza maggiore (15 V e oltre). I droni industriali hanno batterie decisamente più potenti, ma anche un peso molto maggiore.
Amperaggio
L’amperaggio della batteria, espresso in mAh (milliampere/ora), indica la quantità di energia che la batteria può stoccare.
Una capacità maggiore può indicare un’autonomia più lunga, ma i fattori che entrano in gioco sono talmente tanti che è sempre meglio prendere con le molle l’informazione data del produttore. Ad esempio, un drone di grandi dimensioni consumerà più rapidamente una scorta di energia maggiore, per cui un modello mini con meno mAh di batteria potrebbe avere maggiore autonomia.Tempi di ricarica
Purtroppo i tempi di ricarica sono sempre più lunghi dell’autonomia di volo, spaziano infatti dai 90 minuti alle 3 ore. Se la batteria è integrata non è possibile scambiarla con una caricata in precedenza e dovrete interrompere il volo, il che non è il massimo considerando che l’autonomia raramente supera i 30 minuti. Preferite batterie intercambiabili così potrete inserire batterie di ricambio, tanto più che spesso sono già fornite nella confezione o sono comunque facilmente acquistabili a parte per tutte le marche più note sul mercato.
Distanza di volo
In quanto a prestazioni, la distanza di volo è un altro parametro da considerare quando scegliete quale drone comprare. I telecomandi dei droni trasmettono solitamente sulla frequenza dei 2,4 GHz, ricca di traffico radio e dunque di interferenze, perciò difficilmente raggiungerete la massima distanza dichiarata. Per massimizzarla dovrete prendere in esame la potenza dell’antenna, che per i droni per uso privato ha un raggio d’azione che va dai 200 ai 5.000 m. Inoltre, per andare lontano prediligete i modelli con GNSS integrato, i quali permettono la pianificazione della rotta pre-volo e con il “pilota automatico” di raggiungere distanze molto maggiori, fino a 50 km. Va ricordato che per legge il drone deve sempre rimanere entro il campo visivo del pilota e che per realizzare riprese in ambiente urbano è necessario richiedere permessi alle autorità. Infine è buona norma tenere il drone non troppo lontano da sé, sia se si è alle prime armi con i comandi, sia per poterlo gestire in caso di raffiche di vento impreviste.
3. Fotocamera
Una delle principali attrattive del drone è che, quasi sempre, è equipaggiato già all’acquisto per la fotografia e le riprese aeree. In questi casi non è dunque soltanto divertente pilotare il drone in sé, ma anche esercitarsi a riprendere scatti e sequenze filmate da angolazioni altrimenti impossibili.
Chi acquista un drone non può quindi prescindere dal considerare attentamente le caratteristiche della fotocamera in dotazione e valutare se vi sia o meno la possibilità di sostituirla con un altro apparecchio (tipicamente una action cam). Riassumiamo allora le caratteristiche a cui fare attenzione.Qualità foto
Naturalmente come prima cosa vorrete sapere se la fotocamera in dotazione col drone, che sia fissa o meno, possa fare foto di buona qualità. Il numero di pixel che potete trovare in una fotocamera integrata in un drone va dai soli 4 MP a un massimo di 48 MP sui modelli di gamma elevata. Come avviene per i cameraphone, i modelli più costosi hanno ottiche di maggiore qualità e in certi casi le fotocamere sono estraibili e sostituibili.
Il mercato dei droni è molto ampio e i modelli sono molteplici, dotati di fotocamere di tutti i livelli, con lenti di qualità molto variabile. Nei modelli entry level raramente troverete specificate altre caratteristiche della fotocamera, come gli ISO o l’angolo visuale delle lenti.Solamente i droni migliori vengono venduti già equipaggiati con una fotocamera di buon livello, con funzioni come lo scatto multiplo, la possibilità di scegliere tra risoluzioni diverse e di impostare alcuni parametri tecnici.Qualità video
In secondo luogo valuterete la qualità delle riprese video effettuate dal drone. Si tratta in questo caso di considerare a quale definizione e fps (fotogrammi al secondo) vengano realizzate le sequenze video e se sia possibile o meno cambiare le impostazioni, così da avere ad esempio filmati a risoluzione più bassa, ma che occupino anche meno spazio sulla scheda di memoria, di cui parleremo a breve.
Ormai anche i droni di fascia più economica offrono riprese in Full HD e si arriva anche nei modelli più semplici ai 4k di risoluzione. I risultati finali sono però spesso lontani da quanto ci si potrebbe aspettare valutando semplicemente questo dato tecnico, perché spesso la dicitura “4K” viene usata in modo poco appropriato. Considerate sempre che se un drone ha un prezzo di poco più di 100 € non sarà sicuramente equipaggiato con le lenti migliori per le riprese ad alta risoluzione.Fotogrammi al secondo
I fotogrammi al secondo (fps) delle riprese video indicano la fluidità delle immagini riprese. Un buon valore sarebbe di 30 fps e solo modelli molto buoni hanno un valore di 60 fps. Per avere riprese di qualità è quindi necessario investire cifre abbastanza importanti, mentre i droni amatoriali possono essere semplicemente un buon modo per allenare le proprie abilità di pilotaggio.
Fino a qualche anno fa le immagini professionali venivano realizzate con droni di fascia alta, con fotocamera estraibile e dal prezzo superiore ai 1.500 €, ma oggi esistono droni anche a meno di 1.000 € che permettono di registrare in 4K a 60 fps.Stabilizzatore gimbal
Tra le specifiche tecniche di un drone troverete sempre menzionato anche il numero degli assi caratterizzante lo stabilizzatore per la fotocamera, tecnicamente chiamato “gimbal“. Leggendo le specifiche bisogna fare attenzione a non confondere gli assi dello stabilizzatore con i sensori di mobilità. Lo stabilizzatore gimbal è lo stesso presente nelle action cam e negli smartphone, può essere motorizzato e, quando è assente, è prevista la possibilità di montarne uno in autonomia. Lo stabilizzatore più comune è quello a tre assi e tipicamente include motori di panoramica, inclinazione e rotazione. La presenza o meno di uno stabilizzatore fa una grande differenza nella qualità delle riprese: le immagini risultano infatti molto fluide e senza scossoni, proprio perché lo stabilizzatore compensa attivamente i movimenti bruschi cui un drone in volo può essere soggetto.
Memoria
In molti casi la scheda di memoria su cui salvare foto e filmati effettuati in volo non è compresa nella confezione all’acquisto oppure, quando lo è, non è molto capiente, generalmente 16 GB per i modelli base.
Il consiglio è dunque quello di acquistarne una a parte, badando a rispettare le dimensioni massime qualora indicate dal produttore. Sui droni si montano normalmente schede di memoria micro SD e i modelli top di gamma accolgono schede fino a 512 GB. Quasi tutti i dispositivi sono dotati di collegamento tramite mini USB e USB-C, che consente di scaricare i dati dalla memoria sul proprio computer. Il collegamento può anche essere usato per svolgere aggiornamenti di routine, tra i quali l’installazione dei vari firmware che periodicamente vengono messi a disposizione dai produttori e che migliorano le prestazioni dei modelli più sofisticati.Integrazione mobile
Abbiamo già potuto vedere come in alcuni casi sia possibile controllare il proprio drone da smartphone o tablet, semplicemente installando le applicazioni gratuite messe a disposizione dalle case produttrici.
Molto spesso però le applicazioni consentono anche (e in alcuni casi solamente) di controllare la fotocamera montata sul velivolo: vale a dire che è possibile visualizzare in tempo reale sullo schermo del proprio dispositivo mobile le immagini riprese dal drone, decidere quando scattare, quando riprendere e condividere le immagini online. Vedere in tempo reale il “punto di vista” del drone è molto utile quando non è facile seguirlo con lo sguardo, per cui ci si può orientare attraverso le immagini trasmesse dalla fotocamera.Montaggio
La fotocamera può essere integrata nel drone oppure smontata e sostituita con un altro modello. In entrambi i casi vi è un ulteriore fattore da considerare, ovvero se la fotocamera possa venire orientata ad angolazioni diverse, su un supporto quindi snodato, o se abbia una posizione fissa.
La possibilità di orientare la camera a piacere permette chiaramente di effettuare scatti e riprese a diverse angolazioni, mentre un drone con telecamera fissa permette meno creatività alla regia.4. Stabilità
Infine, bisogna fare qualche considerazione tecnica anche sulla stabilità di un drone, intendendo naturalmente la stabilità durante il volo. Imparare a volare con un drone molto stabile è naturalmente più semplice, mentre per realizzare buone foto e filmati la stabilità è un fattore determinante. Andiamo con ordine.
Eliche
Uno dei principali fattori che determinano la stabilità di un drone è il numero di eliche di cui esso è dotato, tecnicamente detti rotori. Oggi i droni più comuni sono i quadricotteri (4 eliche) o, in inglese, quadcopter, che dal punto di vista della stabilità in volo offrono già prestazioni soddisfacenti.
L’unica pecca è che, in caso di malfunzionamento di una o due eliche, la stabilità viene persa e il velivolo diventa pressoché ingovernabile. Molto meglio da questo punto di vista i modelli con sei eliche, cioè gli esacotteri o hexacopter. Si tratta di modelli di fascia media, di dimensioni di solito medio-grandi, che per il semplice fatto di avere sei eliche anziché quattro sono in generale più potenti, più stabili anche in condizioni di vento e meglio governabili anche in caso di avaria di uno o due rotori. Possiamo dunque raccomandare un drone di questo tipo a chi si volesse specializzare nelle riprese aeree, mentre per imparare a volare va benissimo un quadricottero.Esistono anche modelli a otto eliche (gli ottacotteri o octacopter): questi sono però molto grandi, molto costosi e perlopiù utilizzati nell’industria cinematografica. Infatti un numero maggiore di eliche richiede più stabilizzatori (in gergo ESC, Electronic Speed Controller), che aumentano il peso e richiedono più amperaggio, creando una specie di circolo vizioso che influisce sulla maneggevolezza del dispositivo.
Quando decidete quale drone comprare considerate anche quali e quanti pezzi di ricambio siano inclusi all’acquisto del drone. Le eliche sono le parti più fragili e soggette a rottura ed è bene che ce ne siano di ricambio in confezione. È anche importante che vi siano delle protezioni da poter montare su di esse quando state imparando a volare e quando volate al chiuso, per proteggere non solo il drone, ma anche gli arredi e le persone.
Sensori di movimento
Tra le specifiche tecniche di un drone troverete sempre menzionato anche il numero degli assi. Se non riguarda lo stabilizzatore della fotocamera (di cui abbiamo già parlato) si tratta dei sensori di movimento, gli stessi presenti su smartphone e smartwatch. Più sensori (assi) sono presenti, più modalità di volo sono disponibili al pilota e più il drone è consapevole di come è collocato rispetto allo spazio circostante: a che altitudine si trova, se è sottosopra, se sta accelerando verso l’alto, il basso, lateralmente ecc. Questa consapevolezza è utilissima in caso di instabilità sopraggiunta durante il volo. Per la gestione di questi e altri movimenti imprevisti generati dal vento o da manovre maldestre sono essenziali i sensori, per cui troverete questo gergo nelle specifiche del drone:
- 3 assi, se il drone è economico e integra solo un giroscopio, che misura la velocità di rotazione del velivolo fornendo informazioni su beccheggio, rollio e imbardata;
- 6 assi, se il drone integra giroscopio e accelerometro, che misura anche l’accelerazione nello spazio tridimensionale;
- 9 assi, se il drone integra anche un magnetometro, cioè la bussola; se il drone è dotato di GPS la bussola è integrata nel modulo satellitare.
La tendenza dei produttori è ormai quella di dotare i propri droni di 6 assi, poiché i droni a 3 assi sono più soggetti al ribaltamento, ad esempio, in caso di curva molto stretta e veloce, e reggono anche molto peggio le raffiche di vento.
Rilevamento degli ostacoli
A volte troverete menzionato nella scheda tecnica che il drone ha, ad esempio, il “rilevamento bidirezionale” o “tri-direzionale” degli ostacoli e così via, a seconda di quante direzioni siano coperte dai sensori di bordo.
Come accade per le videocamere di sorveglianza, questi possono essere di diverso tipo a seconda della fascia di prezzo del : visione stereo, a infrarossi, a ultrasuoni, monoculari, ToF (Time-of-Flight, cioè con “tempo di volo”) e LiDAR (Light Detection and Ranging) per il rilievo tridimensionale del territorio. Quelli più sofisticati garantiscono una reattività più rapida agli ostacoli. Vediamo come mai si parla di bi/tri direzionalità:- I sensori frontali sono sempre presenti per garantire il movimento in avanti, evitando ad esempio che il drone finisca incastrato in un albero. Sono di tipo Video Motion Detection (VMD) nei modelli economici;
- I sensori inferiori fanno in modo che il dispositivo calcoli la distanza dal terreno e possa atterrare con facilità o evitare di finire in acqua; se il drone ne è equipaggiato ha il rilevamento ostacoli bidirezionale;
- I sensori posteriori aiutano il drone nelle manovre all’indietro, ma si trovano solo nei modelli più evoluti (rilevamento tridirezionale);
- I sensori laterali servono per le manovre di lato e sono anch’essi disponibili sui droni di fascia alta, soprattutto se di grandi di dimensioni.
Quando diversi tipi di sensori collaborano per la copertura a 360° si parla di rilevamento omnidirezionale, ma non è detto che sia attivo in tutte le condizioni di luminosità ambientale. Ad esempio, se per coprire i 360° sono usati sensori di movimento con tecnologia a immagine il rilevamento degli ostacoli sarà minacciato dalla presenza di nebbia. Nei droni professionali sono presenti anche sensori esterni che rendono questi velivoli collaboratori attivi nella ricerca dei dispersi e nel monitoraggio degli incendi e del traffico. Per ospitare una tecnologia così ricca tali droni hanno delle dimensioni rilevanti, tanto che alcuni sono alimentati da celle solari, il che fa presupporre che questo sia il futuro anche dei droni consumer. Ma rimaniamo sui droni non professionali e vediamo come proprio le dimensioni siano un fattore importante.
Dimensioni
Il più ovvio dei fattori che influenzano la stabilità di un drone sono le sue dimensioni. Non si tratta solamente di una questione di peso, per cui un oggetto più pesante è ovviamente meno sensibile a condizioni meteorologiche avverse, ma anche di portanza: pale più grandi sviluppano infatti una maggiore portanza e permettono non solo di volare più in alto e più veloci, ma anche di mantenere meglio la posizione in qualunque circostanza.
Tipicamente un mini drone offre facilità d’uso ed elevata portabilità, ma ha anche meno tecnologie a disposizione per evitare gli eventi avversi. Sono consigliati a chi inizia con questo tipo di hobby o professione, anche per valutare nel tempo la spesa e l’effettivo utilizzo del prodotto, oltre che per fare pratica con i comandi e con una tecnologia nuova.Le domande più frequenti sui droni
Quali sono le principali marche di droni?
Nel caso dei droni la marca è abbastanza importante per chi intende farne un uso prolungato e semiprofessionale. Se il vostro obiettivo è imparare a volare bene per hobby o per darvi alla fotografia aerea, allora è necessario che acquistiate un buon drone di fascia medio-alta, da un produttore noto per i suoi prodotti di buona qualità. DJI è l’azienda leader indiscussa nel mondo, seguita da Intel, che però non opera nel mercato di massa. La francese Parrot e la cinese Yuneec detengono buone quote del mercato consumer globale. In Italia potreste trovare anche uno dei brand minori, cioè TwoDots, Airpix, Husban e Radiofly, olte all’americana Autel Robotics. Altri produttori che potreste considerare sono Jamara e Carrera (Germania), Silverlit (Honk Kong), Potensic, Xiaomi e Goolsky (Cina).
I droni di fascia alta, con prezzi superiori a 2.000 €, hanno anche delle fotocamere esterne di ottimo livello, come alcuni modelli di Yuneec dotati di fotocamere professionali Leica, la famosa azienda tedesca produttrice delle note macchine fotografiche reflex, oggi declinate in versione digitale, con materiali e ottiche tra i migliori al mondo. Se al contrario considerate il drone poco più che un giocattolo, magari da regalare ai più giovani, allora potete investire molto meno e aggiudicarvi un modello meno sofisticato, che risulterà comunque più che sufficiente per imparare a volare con questi apparecchi. Hubsan, UDI, JJRC sono tutti marchi che offrono modelli dal costo molto contenuto, ma dalle prestazioni soddisfacenti.
Quanto costa un drone?
Il ventaglio dei prezzi dei droni è straordinariamente ampio e va dai 40 € circa dei modelli giocattolo più piccoli e semplici agli oltre 1.000 € dei droni più sofisticati e performanti. Di pari passo con il prezzo le caratteristiche che migliorano in un drone sono in primo luogo la capacità della batteria e l’autonomia di volo, il raggio d’azione del radiocomando e in generale le dimensioni. Caratteristiche che si trovano sui modelli di fascia più alta sono inoltre l’integrazione con GNSS, la presenza di un gimbal motorizzato per la fotocamera e, ove compresa, una fotocamera appunto di buona qualità.
Riassumiamo qui di seguito le principali caratteristiche che potete trovare in ciascuna fascia di prezzo:
- Fascia di prezzo bassa: < 120 €, fotocamera integrata 4-8 MP, video 2K, autonomia media 6 min, raggio d’azione 300 m;
- Fascia di prezzo media: 200-400 €, fotocamera smontabile 8-20 MP, video 4K, autonomia media 15 min, raggio d’azione 400 m, ritorno automatico, integrazione con app;
- Fascia di prezzo alta: > 500 €, fotocamera smontabile 20-48 MP, video 4K, autonomia 30 min, raggio d’azione 500 m, ritorno automatico, integrazione con app, streaming real time, GNSS integrato.
Qual è il miglior drone per bambini?
Esistono i mini droni, molto piccoli nelle dimensioni, che sono decisamente più economici e con una tecnologia molto più semplice rispetto a un drone standard. Spesso hanno le eliche incastrate in una scocca in gommapiuma semirigida e leggerissima o un corpo in plastica leggera; altri sono invece prodotti accessoriatissimi non certo indicati all’uso da parte di bambini.
Le versioni più semplici sono dotate di un radiocomando in versione base che li fa somigliare un po’ a quelli di un’automobile radiocomandata. Non tutti i mini droni hanno la fotocamera: i modelli più basic hanno prezzi irrisori, al di sotto dei 50 €, e vanno benissimo per i bambini, mentre i mini droni più accessoriati possono costare anche 500 €. Anche nel caso dei mini droni l’uso in casa è assolutamente sconsigliato perché, sebbene semplici e leggeri, questi dispositivi utilizzati al chiuso potrebbero danneggiare in pochi secondi vetri, vasi e lampadari; sono invece ideali all’aria aperta durante le scampagnate o nella stagione estiva.
Dove posso volare con il drone?
Sicuramente dovete evitare zone come aeroporti, basi militari, eliporti (anche quelli degli ospedali), parchi nazionali, industrie strategiche del Governo locale e proprietà private. Ogni Paese ha un’autorità aeronautica nazionale a cui potete fare riferimento, presso i cui siti ufficiali potete reperire le mappe aeree con indicate eventuali restrizioni, di tipo totale o parziale.
Quale drone può operare a lunga distanza?
Moltissimi droni commerciali con un prezzo tra i 350 e i 1.300 € possono già considerarsi “a lunga distanza”. Realisticamente, però, solo i droni professionali, dai costi, tecnologia e competenze di utilizzo molto più complesse, nonché richiedenti patentino d’uso, sono realmente a lunga distanza e possono allontanarsi anche di 20 km dal radiocomando. Orientativamente, un drone standard viene utilizzato a massimo 1 o 2 km di distanza dal telecomando, anche se sulla carta questi prodotti possono viaggiare fino a 5 km e alcuni modelli “pro” fino a 12 km.
Quando serve il patentino per il drone?
Per pilotare un drone che pesi 250 g o più è obbligatorio dotarsi di un patentino erogato dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, l’ENAC. Per 250 g si intende il peso complessivo del drone incluse le fotocamere ed eventuali dispositivi aggiuntivi. La certificazione è quella per Pilota UAS (A1-A3), dove “UAS” sta per “Unmanned Aircraft System”, ovvero “Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto“, e si ottiene svolgendo un esame online. I materiali del corso sono messi a disposizione dall’ENAC stessa e il test a risposta multipla conta 40 domande a cui bisogna rispondere in un’ora. Per ottenere il patentino va pagata un’iscrizione di qualche decina di Euro che dà diritto a quattro tentativi. L’attestazione è disponibile anche per i minorenni con l’inserimento dei dati personali da parte dei genitori, mentre i maggiorenni devono presentare il proprio SPID per avere accesso al corso. Il livello A1 dà la possibilità di svolgere attività ricreative definite “non critiche“, ovvero il volo a vista a 120 m di distanza dall’operatore, a 50 m di distanza da persone e luoghi trafficati e mai su assembramenti di persone.
Come scegliere il drone?
Prima di scegliere quale drone comprare vi conviene avere chiaro il livello di facilità d’uso che vorreste (se è per vostro figlio, ad esempio, questa caratteristica sarà molto importante), se potete rinunciare alla fotocamera, se avete bisogno di una batteria dall’autonomia importante (mezz’ora) o vi bastano 10 minuti. In base a tutte queste caratteristiche, come spiegato nella nostra guida all’acquisto del drone, troverete fasce di prezzo che possono andare da 100 a 1.000 € circa.
Qual è il miglior drone senza patentino?
La risposta è un mini drone DJI. Se ne cercate uno che vi consenta di non spendere troppo potete scegliere il DJI Mini 4 Pro, mentre se avete un budget più elevato, ma non siete disposti a spendere 1.000 €, potete dare un’occhiata ai droni mini inclusi nella nostra tabella dei migliori droni.
Perchè non ci sono prodotti DJI nella classifica, ma li consigliate invece spesso in risposta ai messaggi ? Meglio Parrot o DJI ?
I prodotti consigliati variano con il tempo. I due marchi che citi sono entrambi molto buoni, il modello specifico da scegliere dipenderà dal tuo budget e dalle tue esigenze.
Buongiorno, vorrei sapere se per un drone tipo Dji air (ca. 400 Gr di peso ) per uso hobbistica, serve fare patentino, assicurazione , o registrazione
La normativa sta cambiando, ma il peso è superiore ai 300 g quindi suggeriamo di chiedere maggiori informazioni a D-Flight, un portale creato appositamente dall’ENAC.
Salve .sono possessore di una action cam e cerco un drone dove possa usare la gopro qualle drone senza telecamera mi consigliate? budget sui 200€.Graz
Puoi provare con questo modello, molto apprezzato dagli utenti.
Viaggio in moto, mi occorre un pieghevole, gps, buone foto e video.
Immagino che devo spendere oltre i 400. Sto osservando uno xiaomi, sennò?
Grazie
Se cerchi un modello veramente di qualità consigliamo il DJI Mavic Pro.
Buonasera per uso videoispezione tetti grondaie coperture facciate abitazioni prezzo fascia media con sensore anticrash facile da usare. Grazie.
Potresti provare il DJI Spark Combo, in generale per avere il sensore anti collisione è necessario investire una cifra maggiore.
Salve,vorrei acquistare un drone per fare le prime esperienze. Fascia di prezzo €200. Lo vorrei con istruzioni in ITALIAMO. Grazie
Per una primissima esperienza consigliamo il Twodots Falcon Pro.
Cerco un drone capace di effettuate riprese verso l’alto, al fine di ispezionare la parte inferiore dell’impalcato di ponti e viadotti
Per usi professionali è necessario rivolgersi a marchi specializzati, sconsigliamo di affidarsi a prodotti pensati per un uso ricreativo.
Salve, vorrei acquistare un drone per prima esperienza con una discreta autonomia e qualità di video/foto. prezzo intorno ai 100€
Per una prima esperienza il Twodots Falcon Pro può essere una buona scelta.
Salve, io ho acquistato un Drone Nine Eagle TF PRO, va dove vuole lui, non riesco a stabilizzarlo, non sta fermo…. E’ normale x questo modello?
I modelli in questa fascia di prezzo raramente offrono una grande stabilità, ma se il problema persiste in modo costante, anche in condizioni meteorologiche perfette, consigliamo di rivolgerti all’assistenza clienti del produttore.
Ciao! un drone sui 100/150€ con ottima stabilità visto che sono vicino al mare. Gps, Ritorno automatico, Camera 2mp, non mini. Ora ho un cyclone.
Con questo budget difficilmente troverai un modello molto stabile. Possiamo suggerirti il Twodots Go!!! GPS.