I fattori decisivi per la scelta di un corso di cinese
Perché studiare cinese?
Ormai da molti anni sono diffuse su tutto il territorio scuole che propongono l’insegnamento della lingua cinese, sia per i principianti assoluti che per chi vuole raggiungere un livello abbastanza alto da poterla utilizzare fluentemente anche sul lavoro. Anche se la lingua cinese viene parlata in un’area del mondo limitata, a differenza per esempio di inglese o spagnolo, rimane la lingua con maggior numero di parlanti nativi al mondo e la seconda per numero di parlanti totali, arrivando a ben 1.107 miliardi di persone distribuite in tutto il globo. Tuttavia, il grande interesse rivolto verso questa lingua deriva non solo dalla sua diffusione, ma anche dalle opportunità lavorative che questa può assicurare.
I rapporti commerciali tra il nostro paese e la Cina sono infatti sempre più forti, e anche una conoscenza di base del cinese può facilitare i professionisti in molti ambiti lavorativi. Inoltre, se molte lingue europee sono relativamente semplici da imparare e ormai molto diffuse anche nelle scuole medie e nei licei, poter vantare una discreta conoscenza del cinese può rappresentare un buon vantaggio competitivo durante la ricerca di un lavoro. In questa pagina cerchiamo di capire quali sono gli aspetti più importanti da valutare per scegliere un corso di cinese da seguire in completa autonomia. Come vedremo più nello specifico, è possibile orientarsi sia su un corso generico, sia su percorsi specializzati che si concentrano unicamente su un aspetto della lingua.Varietà e dialetti
In Cina, come in molti altri paesi, esiste un’enorme varietà di lingue e dialetti parlati da gruppi più o meno ampi di persone. Tuttavia, l’unica lingua ufficiale è il mandarino standard, in cinese pŭtōnghuà (ovvero “lingua comune“), in buona parte basato sul dialetto di Pechino. Anche se teoricamente questa lingua dovrebbe essere comune in tutto il paese, è bene ricordare che in moltissime zone, non necessariamente remote, sono ancora estremamente diffuse altre varietà linguistiche.
L’esempio più importante è il cantonese, che viene comunemente parlato in tutte le regioni sud-orientali della Cina, oltre che a Hong Kong e Macao: nonostante appartenga allo stesso ceppo linguistico, è completamente differente dal cinese standard e impossibile da comprendere se non lo si studia specificamente. In genere i corsi di cinese si riferiscono sempre al pŭtōnghuà, ma se lo scopo è quello di comunicare con le popolazioni nelle regioni meridionali della Cina è consigliabile rivolgersi piuttosto al cantonese.Fonetica
La fonetica è uno degli aspetti più importanti in assoluto della lingua cinese. Si tratta infatti di una lingua tonale, ovvero ogni sillaba può essere pronunciata seguendo quattro intonazioni diverse, assumendo di volta in volta significati completamente diversi. A meno che non si sia interessati unicamente alla scrittura, è fondamentale che un buon corso di cinese sia anche dotato di un supporto audio. In genere vengono allegati uno o più CD, oppure viene fornito l’accesso a un portale online dove sono disponibili varie registrazioni che possono essere ascoltate direttamente dal browser oppure scaricate sul proprio computer.
Per sviluppare una certa familiarità con i quattro toni, è bene che tra i file audio siano presenti non solo le letture dei dialoghi presenti sul libro, ma anche e soprattutto alcuni esercizi di base che permettano di comprendere e di poter poi riprodurre con sicurezza le differenze tra i vari toni.Scrittura
Come è noto, la scrittura cinese non è alfabetica, ma si basa sugli ideogrammi (più precisamente chiamati caratteri cinesi, o hànzì), ovvero su una serie di segni, ognuno dei quali corrisponde a un’unità di significato minima, che può essere un nome, un verbo o una particella necessaria per la costruzione grammaticale della frase. Prima del XX secolo la scrittura cinese aveva subito pochissimi cambiamenti, e negli ultimi anni molti studiosi e appassionati di calligrafia si sono dedicati al recupero di quello che viene chiamato “cinese classico“, i cui caratteri vengono oggi definiti “complessi“. Questa dicitura viene utilizzata per differenziarli dai caratteri semplificati, entrati in vigore negli anni Cinquanta del Novecento (unicamente in Cina e non in altri paesi che hanno adottato lo stesso sistema di scrittura, come il Giappone), che hanno ridotto notevolmente il numero di tratti necessari per la scrittura della grande maggioranza dei caratteri.
Questo rappresenta un aiuto molto significativo per tutti coloro che intendono intraprendere lo studio della lingua cinese, considerando che esistono almeno 7000 caratteri diversi e che, mediamente, per poter vantare un buon livello linguistico è necessario impararne almeno 3000. Proprio per questo esistono molti corsi di cinese dedicati unicamente alla scrittura, che tuttavia può non essere l’interesse principale di chi vuole studiare questa lingua per scopi lavorativi. In ogni caso, un buon manuale dovrebbe sempre spiegare le regole di base che vanno applicate per la scrittura dei caratteri, e contenere una lista dei radicali più comuni (in tutto sono più di duecento), ovvero di componenti fondamentali che, insieme, formano i caratteri stessi. Questi servono, inoltre, per poter cercare correttamente un carattere all’interno di un dizionario, e conoscere la corretta grafia degli hànzì è fondamentale se non si possiedono vocabolari digitali.Trascrizione in alfabeto latino
Ovviamente per capire quale sia la corretta pronuncia di un carattere cinese è sempre stato necessario un sistema di trascrizione che sfruttasse l’alfabeto latino. Nella storia si sono susseguiti molti metodi diversi, ma quello ufficialmente adottato dagli anni Cinquanta è il Pīnyīn, la cui spiegazione approfondita deve essere necessariamente coperta da qualunque buon corso di cinese. Non è infatti sufficiente leggere la trascrizione come faremmo in italiano, dato che ad alcune lettere o sillabe corrispondono suoni particolari. Uno degli esempi più banali è rappresentato dalla lettera “g” che, quando si trova a fine parola (come in Ming), non va mai pronunciata, ma si traduce unicamente in un suono nasale.
Un ulteriore sistema di trascrizione che in qualche libro di testo viene ancora erroneamente utilizzato è il Wade–Giles, popolarissimo in tutte le pubblicazioni internazionali fino al 1979, che però è ormai in disuso e non dovrebbe più comparire nei libri di testo moderni.Grammatica
L’apprendimento di qualunque lingua richiede una certa comprensione della sua grammatica, e il cinese non fa eccezione. Un buon corso di lingua non dovrebbe limitarsi a mostrare esempi e riportare simulazioni di dialoghi, ma è necessario che dia anche informazioni sulle regole grammaticali, senza le quali sarebbe molto difficile riuscire a formare nuove frasi per condurre conversazioni spontanee. Inoltre è bene che ci siano esercizi con le relative soluzioni, così da poter verificare autonomamente i propri risultati. Tuttavia, va considerato che il cinese non è una lingua rigida come molte altre e non è raro trovare opinioni discordanti sulla correttezza o meno di una frase. Anche in questo caso, se si volesse approfondire lo studio della grammatica è possibile trovare alcuni libri di testo che si focalizzano unicamente su questo aspetto della lingua, anche se per lo più sono pensati per un uso a livello universitario e, per quanto partano dalle basi, non sono sempre facili da comprendere se non si ha un insegnante a cui chiedere chiarimenti.
Livello
Un ulteriore elemento da considerare prima dell’acquisto di un corso di cinese riguarda il livello linguistico a cui è rivolto: per questo deve essere presente un’indicazione che rispetti il QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue), che permette di individuare facilmente il manuale più adatto alle proprie esigenze.
- Livello A1: si tratta del livello base, adatto ai principianti assoluti;
- Livello A2: è un livello elementare, che permette di gestire le situazioni più basilari della vita quotidiana (può essere sufficiente, per esempio, per ordinare qualcosa al ristorante, o per informare un tassista sulla propria destinazione);
- Livello B1: è un livello intermedio, che permette sia di parlare che di scrivere riguardo ad argomenti pratici e concreti;
- Livello B2: a questo livello si inizia ad essere in grado di esprimere anche concetti astratti e più complessi. Spesso è il livello minimo richiesto per poter lavorare con una lingua straniera;
- Livello C1: è un livello avanzato che permette di comprendere anche i significati impliciti di frasi e testi complessi. Assicura una grande naturalezza nella comunicazione e spesso è necessario per iscriversi in una scuola o università in un paese straniero;
- Livello C2: è praticamente un livello madrelingua, dove non c’è alcuna difficoltà né nella produzione né nella comprensione di testi orali o scritti.
Ovviamente è fondamentale considerare non solo il proprio livello di partenza, ma anche quello che il corso di cinese potrà far raggiungere. Molti manuali, infatti, coprono un singolo livello (per esempio, possono portare da un A1 a un A2), ma se si intende raggiungere una conoscenza della lingua più avanzata è bene verificare che sia possibile una maggiore progressione.
Ambiti di specializzazione
Alcuni libri di testo si focalizzano su un ambito lavorativo o di studio particolare. Nel caso del cinese è molto comune trovare corsi specializzati per i professionisti in vari settori del commercio, che possono essere molto utili nel caso lo scopo per cui si vuole studiare questa lingua sia legato unicamente al lavoro.
Chi cerca un riconoscimento ufficiale delle proprie conoscenze, invece, dovrà rivolgersi a testi specializzati nella preparazione degli esami necessari per ottenere una certificazione linguistica, nel caso del cinese l’HSK (Hanyu Shuiping Kaoshi). Esistono sei livelli diversi, ognuno dei quali viene fatto corrispondere a quelli del QCER (per esempio l’HSK 1 equivale a un livello A1). Tuttavia, molti docenti hanno contestato questa corrispondenza, dato che pare che le competenze richieste all’esame non siano sufficienti se comparate ai parametri del quadro europeo di riferimento.Altri fattori da tenere a mente per la scelta di un corso di cinese
Il prezzo è importante?
Oggi è molto facile trovare corsi di cinese, così come di moltissime altre lingue, a prezzi stracciati. A volte sono inserti di giornale, altre volte ebook scontati a un paio di euro: sicuramente acquistarli non comporta una grande perdita in termini economici, ma non ci si possono aspettare risultati rilevanti dal punto di vista dell’apprendimento. Non basta conoscere una lingua per saperla insegnare, e in genere i corsi di cinese veramente efficaci, scritti da insegnanti qualificati, richiedono un minimo investimento. Per chi volesse acquisire una conoscenza veramente approfondita della lingua, inoltre, è consigliabile acquistare più volumi, ognuno dei quali dedicato a un aspetto specifico, come la scrittura e la grammatica.
La casa editrice è importante?
Alcune case editrici si focalizzano da moltissimi anni sulla pubblicazione di corsi di lingua e sono generalmente in grado di operare una scelta molto rigorosa non solo sugli autori, ma anche e soprattutto sui contenuti. In particolare, vanno menzionate Hoepli, Zanichelli, Assimil e, per gli studenti universitari o i più appassionati, Cafoscarina.
La data di pubblicazione è importante?
Se per alcuni libri l’edizione e la data di pubblicazione non sono necessariamente rilevanti, per qualunque manuale di lingua rappresentano invece un aspetto fondamentale. Un volume di recente pubblicazione assicura infatti l’utilizzo di una terminologia più aggiornata, al passo con le nuove convenzioni linguistiche, evitando di riportare pratiche ormai non più in uso.
Le domande più frequenti sui corsi di cinese
Si può imparare il cinese da soli?
Una delle domande più frequenti, probabilmente per qualunque lingua, riguarda la possibilità o meno di impararla senza bisogno di insegnanti e corsi in presenza. Anche se ogni studente è diverso, in genere l’apprendimento autonomo non è l’ideale se si vogliono ottenere risultati rapidi per uno scopo preciso (per esempio per ottenere un lavoro, oppure per studiare all’estero). Questo è vero soprattutto per quanto riguarda la comunicazione verbale: nella vita di tutti i giorni non si troveranno persone che rispondono utilizzando sempre le stesse espressioni standardizzate che si trovano nei libri, mentre si dovrà essere pronti a una flessibilità molto maggiore.
Lo stesso vale per la produzione orale, visto che non è possibile analizzare oggettivamente la correttezza della propria pronuncia. Tuttavia, se si vogliono imparare solo le basi della lingua o la si studia unicamente per passione, è ovviamente possibile farlo in autonomia.Quanto tempo serve per imparare il cinese?
Il cinese è una lingua estremamente complessa e richiede molto tempo per essere imparata correttamente. Considerando che spesso un intero corso universitario non è sufficiente per raggiungere un livello tale da poter lavorare con sicurezza, senza fare esperienze aggiuntive, è bene calcolare un tempo piuttosto ampio se si vuole arrivare a livelli molto alti. In generale, comunque, i tempi di apprendimento possono variare moltissimo a seconda dello studente e del tempo che si ha a disposizione per lo studio: potendo fare un corso intensivo in cui ci si dedica unicamente alla lingua cinese, sicuramente si possono ottenere buoni risultati in meno tempo.