I fattori decisivi per la scelta del caricabatterie wireless
Funzionamento
Con la diffusione sempre più capillare degli smartphone, gran parte delle aziende è alla continua ricerca di innovazioni da poter integrare a questi dispositivi, sempre più avanzati e complessi da un punto di vista di funzionalità e componenti. I caricabatterie wireless, ovvero senza fili, hanno iniziato a diventare popolari nel 2008, quando è stato ufficialmente sviluppato il primo standard dal Wireless Power Consortium (o WPC). Poco dopo, nel 2012, ha seguito la realizzazione e la commercializzazione di dispositivi compatibili con uno standard differente, sviluppato dalla Power Matter Alliance. Nell’arco di pochi anni queste tecnologie sono state adottate non solo dai produttori di smartphone, ma anche dai colossi dell’industria automobilistica e della ristorazione, che hanno iniziato a progettare prodotti e intere catene di negozi in grado di supportare queste nuove e più recenti modalità di ricarica.
Il funzionamento di questi dispositivi è abbastanza semplice: il caricabatterie, di solito costituito da una base pensata per potervi appoggiare orizzontalmente o verticalmente uno smartphone, deve essere collegato a una presa della corrente (di fatto, dunque, questi apparecchi sono solo in parte wireless), verificando poi che il dispositivo che si vuole ricaricare sia compatibile e che la funzione di ricarica wireless sia abilitata. In caso di risposta positiva, viene generato un piccolo campo elettromagnetico in grado di alimentare la batteria dello smartphone stesso. Questo sistema può sicuramente rappresentare una comodità soprattutto per chi utilizza più dispositivi, con ingressi e cavi di ricarica differenti.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che non tutti i modelli di smartphone in commercio supportano questa tecnologia, e che va anche considerato lo standard con cui eventualmente il nostro dispositivo è equipaggiato, come vedremo più nel dettaglio nei paragrafi successivi. È comunque possibile acquistare degli accessori esterni che permettono di sfruttare i caricabatterie wireless anche nel momento in cui lo smartphone non sia stato dotato dei componenti interni necessari. Per lo più si tratta di ricevitori dallo spessore minimo, praticamente piatti, che vanno connessi alla presa Micro USB dello smartphone e possono essere inseriti tra il dispositivo stesso e una cover, così da rimanere nella giusta posizione per poter permettere una ricarica corretta della batteria.
Tipologia
Esistono in realtà diverse modalità con cui è possibile ricaricare un dispositivo senza l’utilizzo diretto di un cavo della corrente, vediamoli brevemente per capirne le caratteristiche fondamentali:
- Induzione magnetica: è quella utilizzata comunemente per la ricarica dei nostri smartphone. Si tratta di un metodo a basso voltaggio, che richiede una distanza minima tra la base e il dispositivo da ricaricare;
- Onde radio: anche questo metodo è utilizzato per apparecchi a basso voltaggio, ma può coprire una distanza molto più significativa rispetto all’induzione, arrivando anche a 10 m. È una tecnologia molto utile, tra le altre cose, per la ricarica di impianti medici come gli apparecchi acustici;
- Risonanza magnetica: viene utilizzata per apparecchi sia a basso che ad alto voltaggio, ma essendo ancora in sperimentazione non è particolarmente diffusa.
La ricarica induttiva
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, la ricarica induttiva è comparsa sul mercato nel 2008, segnando l’inizio di un periodo caratterizzato dalla ricerca di continui miglioramenti nel campo dei dispositivi wireless. Nello stesso anno, infatti, è stato lanciato lo standard ribattezzato Qi, derivato dal termine cinese che significa “energia, soffio vitale”. Il Qi è tuttora il più diffuso, non solo per il fatto che è stato il primo a essere commercializzato, ma anche grazie al suo utilizzo da parte di grosse aziende come Samsung, LG e Sony. Normalmente i caricabatterie che utilizzano questa tecnologia hanno una potenza di circa 5 W, anche se alcuni arrivano anche a valori leggermente superiori, intorno ai 10 o 15 W (soprattutto se possiedono la funzione di ricarica rapida). La distanza a cui deve trovarsi il dispositivo da ricaricare spazia da pochi millimetri ai 4 cm massimi, richiedendo spesso che ci sia un effettivo contatto tra la base di ricarica e lo smartphone. La frequenza utilizzata dai caricabatterie Qi rientra nella banda tra i 100 e i 205 KHz.
Il secondo standard attualmente più comune, anche se molto raro da trovare in Italia, è comparso nel 2012 e viene semplicemente chiamato PMA, dalle iniziali dell’impresa che lo ha sviluppato (Power Matter Alliance). Il suo funzionamento è molto simile a quello del Qi, da cui si differenzia soprattutto per la frequenza utilizzata, che spazia dai 277 ai 357 KHz. Questa tecnologia viene utilizzata da diverse aziende, tra cui la Powermat, la TDK e la Huawei. È inoltre il sistema usato da Starbucks in migliaia di filiali per offrire ai clienti una postazione di ricarica, un particolare da tenere in considerazione specialmente quando si è in viaggio.
Un terzo standard, non ancora approvato né commercializzato, è conosciuto con il nome di A4WP, acronimo dell’azienda che l’ha sviluppato (Alliance for Wireless Power). Nato sempre nel 2012, mira alla realizzazione di un dispositivo di ricarica che consenta libertà di movimento anche durante la carica di diversi dispositivi in contemporanea. Una soluzione, insomma, che rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione in termini di praticità e utilità, assicurando la possibilità di accedere a una fonte di energia in qualunque momento.
I caricabatterie wireless sono sicuri?
Quando si parla di onde elettromagnetiche, la prima domanda che molti utenti pongono riguarda la sicurezza relativa alla propria salute. Considerando che siamo già circondati quotidianamente da vari tipi di segnali wireless, l’aggiunta di un ulteriore dispositivo senza fili potrebbe sembrare un rischio non necessario. In realtà la quantità di radiazioni emesse dai caricabatterie wireless è veramente minima: il campo magnetico che sono in grado di creare è infatti di dimensioni irrisorie, e le bobine poste all’interno sia del caricabatterie che del dispositivo in ricarica aiutano a proteggere ulteriormente l’utente.
Infine, va considerato che gli standard già commercializzati sono stati ampiamente testati e considerati sicuri dalla comunità internazionale; uno dei motivi principali per cui l’A4WP non è ancora stato diffuso tra il pubblico, infatti, è proprio la quantità di radiazioni emessa.
Efficienza
Anche se i caricabatterie wireless possono rappresentare una comodità effettiva per molti utenti, va detto che nessuno tra gli sviluppatori di questi prodotti è ancora riuscito a raggiungere i livelli di efficienza attualmente offerti dalle connessioni cablate. Alcuni modelli non superano addirittura il 30%, sprecando dunque ben il 70% dell’energia che si sta consumando, con un conseguente costo molto maggiore rispetto a quello che si dovrebbe pagare con un normale caricabatterie con cavo.
Nel corso degli anni, tuttavia, anche questo aspetto sta migliorando in modo significativo, e oggi i modelli wireless più avanzati assicurano un’efficienza dell’80%. Anche in questo caso si parla di uno spreco pari al 20%, che per alcuni utenti potrebbe comunque rappresentare un compromesso accettabile per poter sfruttare la comodità offerta dai caricabatterie senza fili.
È molto importante sottolineare che questo non significa che la ricarica sarà più lenta rispetto a quando viene utilizzato un collegamento cablato: il proprio smartphone completerà la ricarica più o meno nello stesso lasso di tempo che impiegherebbe con il metodo tradizionale, ma durante questo processo consumerà più energia.
Design
Sul mercato sono presenti svariati modelli di caricabatterie wireless, che in molti casi hanno iniziato a occupare una postazione fissa sulle scrivanie degli utenti. Proprio per questo motivo anche il design e la cura estetica del prodotto non sono affatto di importanza secondaria, senza contare che questi aspetti giocano anche un ruolo fondamentale nel determinare il livello di praticità e funzionalità del prodotto.
In generale è possibile dividere i caricabatterie wireless in due grandi categorie, a seconda della loro forma, per lo più commercializzati utilizzando i termini stand e pad. Vediamo nel dettaglio le loro caratteristiche, i punti di forza e gli svantaggi che ciascuna di queste categorie comporta.
Stand
I modelli stand sono molto simili a dei piccoli supporti, come quelli che si comprano normalmente per i tablet. Permettono di appoggiare il proprio smartphone in verticale, tenendolo sempre a vista e permettendo di controllare facilmente eventuali messaggi o chiamate in entrata senza spostarlo dal supporto. Questo permette di effettuare una carica senza troppe interruzioni, considerando soprattutto che, per poter funzionare correttamente, i caricabatterie wireless impongono di posizionare il dispositivo in carica in modo molto preciso (in caso contrario, infatti, il processo potrebbe interrompersi o richiedere molto più tempo del necessario).
In generale, i caricabatterie wireless di tipo stand sono dunque più pratici, e in una certa misura più sicuri rispetto ad altri design, che aumentano il rischio di urtare o far cadere lo smartphone durante la ricarica. Infine, anche se il fattore estetico è meno rilevante e dipende in buona misura dai gusti personali, un modello stand può generalmente offrire un design più elegante e minimale, trovando una collocazione ideale su qualunque scrivania senza troppe difficoltà.
Pad
I modelli chiamati pad sono invece delle basi tonde, normalmente piuttosto piatte, su cui lo smartphone deve essere poggiato in una posizione molto precisa: in caso contrario, infatti, risulterebbe impossibile poter caricare correttamente il dispositivo stesso. Solitamente questo tipo di dispositivo presenta dei bordi in silicone, sia sul lato superiore, dove va posto lo smartphone, su quello inferiore. Questo accorgimento migliora in una certa misura la stabilità dei pad, che comunque possono risultare meno pratici e sicuri rispetto ai modelli stand. In una scrivania piena di dispositivi digitali e documenti cartacei, infatti, è molto facile urtare accidentalmente lo smartphone appoggiato su un supporto di questo tipo. Come abbiamo detto, è necessario che i dispositivi in ricarica siano posizionati con la giusta angolazione, di solito esattamente al centro del pad, per permettere che la ricarica avvenga in modo corretto. Non è dunque una buona soluzione per gli utenti più distratti o maldestri, che potrebbero ritrovare lo smartphone scarico anche dopo una lunga ricarica o rischiare di danneggiarlo con urti e cadute involontarie.
I materiali sono importanti?
I materiali non sono un aspetto particolarmente importante da considerare nel momento in cui si vuole procedere alla scelta e all’acquisto di questo tipo di prodotti. Normalmente, infatti, i caricabatterie wireless sono costruiti in plastica, anche se talvolta presentano alcune superfici in metallo. Come abbiamo detto, spesso sono presenti dei bordi in silicone, che aiutano a mantenere il dispositivo in carica nella giusta posizione, in particolare nei modelli pad. Va tuttavia considerato che il silicone in questo tipo di prodotti, quando esposto a temperature più alte del normale, può facilmente rovinarsi e rendere la superficie di appoggio leggermente collosa. Nei caricabatterie di tipo stand, invece, raramente si trovano materiali diversi da quelli plastici.
Il prezzo è importante?
La stragrande maggioranza dei caricabatterie wireless si aggira su prezzi piuttosto bassi, rendendo impossibile distinguere tra fasce di prezzo diverse. Per lo più il costo di questi prodotti va dai 10 ai 30 €, anche se alcuni modelli di marchi più blasonati possono arrivare a costare anche 50 €.
A meno che non si sia particolarmente attenti all’acquisto di accessori originali, dunque, più o meno tutti i modelli sono disponibili a prezzi decisamente ragionevoli, considerando anche che possono essere utilizzati con molti dispositivi diversi, purché compatibili.
Il marchio è importante?
Come abbiamo sottolineato nel paragrafo precedente, alcuni tra i più noti produttori di smartphone hanno anche commercializzato caricabatterie wireless pensati appositamente per i propri prodotti. Tuttavia non si registrano differenze sostanziali nella tecnologia e nei materiali utilizzati per la realizzazione di questi prodotti, che possono dunque essere assolutamente validi anche se realizzati da terzi.