I fattori decisivi per la scelta della caldaia
Nelle nostre abitazioni la caldaia può essere considerata il cuore pulsante della casa: per la stragrande maggioranza degli italiani è infatti la caldaia a fornire sia il riscaldamento sia l’acqua calda per i nostri rubinetti.
La caldaia a cosa serve?
Negli appartamenti termoautonomi (non collegati cioè ad una caldaia condominiale centralizzata) e nelle case indipendenti la caldaia svolge la sua funzione principale, cioè quella di mettere in moto il sistema di riscaldamento e tenerci caldi durante i mesi più freddi dell’anno.
Nella stragrande maggioranza dei casi il compito secondario, ma non meno importante, è la generazione di acqua calda da erogare in base alla richiesta dei nostri rubinetti: si tratta in questo caso di caldaie combinate, equipaggiate con un piccolo sistema a parte (boiler o scambiatore, come vedremo meglio più avanti) dedicato all’acqua sanitaria.Una caldaia come funziona?
Limitandoci a parlare qui delle caldaie per uso domestico, diciamo che queste funzionano come un vero e proprio generatore e trasmettitore di calore.
1. Tipologia
Nella scelta di una nuova caldaia vi sono alcuni aspetti che dovremmo considerare al fine di fare una scelta adeguata sia alle dimensioni dell’abitazione, sia alla numerosità del nucleo familiare. Il primo di questi aspetti è sicuramente la tipologia della caldaia, che possiamo scomporre in tre grandi sottofattori: le dimensioni, le funzioni e la tipologia della caldaia nel senso più stretto.
Le dimensioni
Al di là del discorso a parte sulla potenza riscaldante, che discuteremo più avanti, la capacità di una caldaia di riscaldare abitazioni più o meno grandi determina una variazione anche nelle sue dimensioni.
In appartamenti anche di dimensioni medio-grandi e nelle piccole abitazioni indipendenti è solitamente sufficiente installare una caldaia murale: questo tipo di caldaia ha dimensioni relativamente compatte e si può collocare facilmente in uno dei locali della casa senza generare troppo ingombro. Per le abitazioni veramente grandi, però, può essere necessario installare una più grande caldaia a basamento, che si colloca a pavimento e solitamente viene installata nello scantinato o in un apposito locale caldaia.Le funzioni
Con “funzioni” intendiamo qui le mansioni che una caldaia svolge, ovvero, come abbiamo già accennato, se sia una caldaia per il solo riscaldamento o anche per la gestione dell’acqua sanitaria. Nella stragrande maggioranza dei casi un’abitazione ha bisogno proprio di una caldaia combinata di quest’ultimo tipo, ma non mancano numerose eccezioni nelle quali il fabbisogno di acqua calda sia già soddisfatto da un altro apparecchio dedicato (come lo scaldabagno elettrico) e dunque serve una caldaia “pura” per il solo riscaldamento.
La tipologia della caldaia
La cosa fondamentale da dire a proposito dei tipi di caldaia è che a partire dal 26/09/2015 è stata vietata la produzione di caldaie diverse da quelle del tipo a condensazione, di conseguenza è invalsa l’installazione per uso abitativo solamente di questo tipo di caldaia. Questo si deve all’adozione della direttiva europea ErP o Ecodesign, il cui scopo era quello di tagliare significativamente le emissioni di CO2 entro il 2020.
Caldaia a condensazione
Perché l’Unione Europea ha scelto proprio la caldaia a condensazione come tipologia unica da commercializzare in tutta l’Unione? Il fatto è che la tecnologia a condensazione, rispetto alle precedenti caldaie a gas a camera chiusa, ha consentito un enorme passo in avanti sia in termini di risparmio energetico, sia di sostenibilità ambientale.
- Risparmio energetico: il funzionamento della caldaia a condensazione permette di utilizzare fino al 30% di combustibile in meno rispetto a una normale caldaia a camera chiusa, il che si traduce anche in minori costi in bolletta
- Sostenibilità ambientale: si stima che, in media, una caldaia a condensazione riduca del 75% le emissioni di CO2 rispetto a una classica caldaia a camera chiusa
Uno svantaggio della caldaia a condensazione, che però col tempo sta venendo meno, è il prezzo: soprattutto al momento della prima introduzione, questo tipo di caldaia era significativamente più costoso rispetto alle caldaie a gas “tradizionali”. Come detto, il divario si è andato colmando anche grazie all’obbligo di produzione esclusiva di questo tipo di caldaie: ad oggi, l’acquisto di una caldaia a condensazione è possibile a partire dai 600 € in su (installazione esclusa).
Caldaia a camera aperta
Le caldaie a camera aperta o di “tipo B” si distinguono da quelle a camera chiusa per le caratteristiche della camera di combustione. Le caldaie a camera chiusa, come detto, hanno una camera di combustione a tenuta stagna e pressurizzata, perfettamente isolata rispetto all’ambiente circostante: questo significa che non vi sono immissioni di gas di combustione nel locale, ma anche che è necessario prelevare dall’esterno l’ossigeno necessario alla combustione stessa e, al contempo, scaricare all’esterno i fumi di combustione.
Usiamo la forma al passato perché, anche successivamente alla direttiva ErP, installare questo tipo di caldaia era ancora consentito in situazioni particolari, ma dal 2018 ne è stata resa obbligatoria la sostituzione con caldaie a condensazione.
Caldaia a pellet
La caldaia a pellet, spesso chiamata anche caldaia a biomassa, è una caldaia che utilizza per la combustione un materiale ben diverso dal gas metano o GPL maggiormente diffusi: il pellet, un derivato del legno dall’elevato potere calorifico, rinnovabile, ecologico e a ridottissime emissioni di CO2. Nonostante nel pubblico questo combustibile venga percepito come più inquinante rispetto ai combustibili gassosi a causa della maggiore produzione di polveri sottili, bisogna puntualizzare che le polveri prodotte dalle moderne caldaie a pellet non sono tossiche: maggiori informazioni sul pellet si trovano in questo ben documentato articolo di Valter Francescato di AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali).
La seguente tabella riassume i vantaggi della caldaia a pellet rispetto ad una caldaia a condensazione alimentata a metano o GPL:
Il prezzo di una caldaia a pellet, è vero, è significativamente più alto rispetto a una caldaia a gas, così come lo è l’ingombro (una caldaia a pellet non è mai a muro): il prezzo di partenza per una caldaia di questo tipo è di 1100 € circa, contro i 600 che abbiamo detto per le caldaie murali a gas.
2. Efficienza
In qualche misura abbiamo già introdotto il tema: di una caldaia dovremmo sempre valutare l’efficienza, sia dal punto di vista energetico (ovvero quanto consuma), sia più propriamente dal punto di vista del riscaldamento vero e proprio.
La già menzionata direttiva ErP ha introdotto per le caldaie l’obbligo di etichettatura energetica: consultando l’etichetta è possibile confrontare facilmente i diversi modelli. Vediamo allora nel dettaglio che cosa viene illustrato dall’etichetta.
Etichetta energetica
L’etichettatura energetica è obbligatoria per tutte le caldaie dalla potenza termica nominale al di sotto dei 70 kW e, se combinate, con bollitori al di sotto dei 500 l. Come è evidente, questi parametri includono tutte le caldaie per uso domestico.
Quella in foto è un’etichetta energetica di una caldaia a condensazione combinata:
Classe di efficienza in riscaldamento
La scala colorata va da A++ (efficienza più alta) fino a D (efficienza più bassa). Una freccia nera indica la classe di efficienza della caldaia in questione: ma che cosa si intende per efficienza in riscaldamento? Questa classificazione mette in rapporto i consumi della caldaia con la potenza termica nominale: quanto meno combustibile (sia esso metano o GPL) la caldaia utilizza per produrre calore, tanto più essa si può considerare efficiente.
Classe di efficienza nella produzione di acqua sanitaria
Questa seconda scala colorata si trova unicamente sulle caldaie a condensazione combinate, insomma tutte quelle caldaie atte anche alla produzione di acqua calda per l’uso domestico. La scala va, in questo da A+ (alta efficienza) a F (bassa efficienza).Come nel caso della classe di efficienza in riscaldamento, la classificazione mette in conto il combustibile consumato nella produzione di acqua calda: minore la quantità utilizzata, maggiore l’efficienza.
Rumorosità
In generale il rumore prodotto da una caldaia è piuttosto contenuto: spesso al di sotto dei 50 dB, è più debole di una conversazione sottovoce. Non si tratta nemmeno di un rumore particolarmente fastidioso: si limita a una sorta di “ticchettio” all’accensione della fiamma e ad un sommesso rombo durante l’attività.
Potenza termica nominale
Nell’etichetta energetica la potenza termica nominale (o utile) è il valore indicato in kW. Questo esprime la quantità di calore effettivamente resa all’ambiente, pertanto è un valore assolutamente rilevante nella scelta della caldaia da installare: la potenza termica nominale deve essere infatti proporzionata sia alla cubatura della casa, sia alla composizione del nucleo famigliare, al numero dei caloriferi, al numero dei bagni (se si tratta di una caldaia combinata) e all’uso che se ne fa.
Indicativamente, la potenza termica nominale di una caldaia per uso domestico può andare da 24 kW fino a 35.
Come scegliere la caldaia giusta
Come detto, sono tanti i fattori oggettivi da considerare nella scelta di una caldaia dalla potenza termica adeguata. Un buon metodo a spanne per un corretto dimensionamento della caldaia richiede i seguenti dati:
- Superficie della casa espressa in m²
- Cubatura della casa, che si può ottenere semplicemente moltiplicando la superficie per l’altezza dei soffitti
- Fabbisogno termico: questo è un coefficiente compreso tra 0,3 e 0,8 a seconda della qualità della coibentazione della casa. Edifici vecchi e mal isolati devono avere un coefficiente più alto, mentre quelli di nuova costruzione avranno il coefficiente più basso
Per illustrare il metodo facciamo un esempio pratico: ipotizziamo di dover installare una nuova caldaia in un’abitazione degli anni ’70, con una superficie di 75 m² e soffitti alti 2,7 m.
Calcoliamo per prima cosa la cubatura moltiplicando la superficie per l’altezza dei soffitti: 75 x 2,7 = 202,5 m³.
- 202,5 x 0,05 = 10,125 kW
- 202,5 x 0,04 = 8,1 kW
Come abbiamo già detto, le caldaie a condensazione oggi disponibili, sia combinate che non, partono tutte da una potenza termica minima di 24 kW e arrivano ad un massimo di 35 kW. Il calcolo della potenza termica dunque, almeno nel caso delle abitazioni più piccole, è necessario soprattutto per capire se si renda necessaria una caldaia al di sopra dei 24 kW, ma possiamo dire che, indicativamente, questo è necessario solamente in presenza di due bagni o più.
Per le famiglie particolarmente numerose, con case molto grandi dotate anche di più di due bagni, può rendersi necessaria una caldaia ad accumulo (cioè con un grande boiler interno) per permettere l’uso in simultanea di più bagni.
3. Acqua sanitaria
Come abbiamo già avuto modo di vedere, nella stragrande maggioranza delle abitazioni italiane è installata una caldaia combinata, preposta cioè sia al riscaldamento dell’ambiente, sia alla produzione di acqua sanitaria per i nostri rubinetti. È pertanto di questo tipo di caldaie che ci occupiamo qui, tralasciando gli apparecchi dedicati al solo riscaldamento.
In una caldaia combinata vi sono almeno due modi diversi per ottenere acqua calda, e tutti riproducono in piccolo il funzionamento di altri apparecchi dedicati alla produzione di acqua sanitaria, come gli scaldabagno elettrici.Caldaia ad accumulo
Una caldaia ad accumulo è, per così dire, una fusione tra una caldaia ed uno scaldabagno elettrico. Si tratta infatti di una caldaia dotata di una cisterna interna dove l’acqua viene portata e mantenuta in temperatura, così che, all’apertura del rubinetto, l’erogazione di acqua calda sia immediata. Questo tipo di caldaia è principalmente indicata per le abitazioni di grandi dimensioni, con due o più bagni ed occupate da famiglie molto numerose: la disponibilità di una riserva di acqua calda consente infatti l’erogazione da più punti in contemporanea senza “rubarsi” l’acqua calda a vicenda.
Naturalmente, contenendo una cisterna d’acqua, queste caldaie sono di dimensioni ragguardevoli e non sempre sono installabili su qualunque parete a causa del loro peso (ad esempio in molti casi non si possono installare su semplici pareti divisorie). Il fabbisogno di acqua calda varia naturalmente da abitazione ad abitazione e da famiglia a famiglia: vi sono caldaie ad accumulo murali, con un serbatoio più piccolo, e caldaie ad accumulo a basamento con una cisterna significativamente più grande. Va da sé che le caldaie di più grandi dimensioni non possono essere facilmente installate in un appartamento di dimensioni medie: indicativamente per le case fino a 100 m² sono sufficienti le caldaie istantanee.Caldaia istantanea
Le caldaie istantanee non hanno un serbatoio per il mantenimento dell’acqua calda. Il riscaldamento dell’acqua avviene per così dire “on demand“, ovvero solamente nel momento in cui arriva la richiesta di acqua calda da un rubinetto. Questo avviene per mezzo di uno scambiatore di calore: al momento della richiesta la serpentina o le piastre dello scambiatore vengono riscaldate elettricamente ad alta temperatura, trasmettendo il calore all’acqua contenuta nel vaso di espansione.
Dal momento della richiesta all’erogazione di acqua calda può pertanto trascorrere qualche istante e, se arrivano più richieste da più punti, solitamente il primo si vede privato della sua acqua calda a favore di un altro rubinetto. Per questo motivo, e perché in assenza di una cisterna le dimensioni sono più ridotte, le caldaie istantanee sono più adatte alle abitazioni di medie e piccole dimensioni e ai nuclei famigliari poco numerosi (soprattutto per single e coppie).4. Compatibilità di sistema
In apertura alla nostra guida all’acquisto abbiamo paragonato la caldaia a un cuore pulsante al centro dell’organismo-casa: la cosa interessante è che, oggi, gli “organi” alimentati o collegati a questo cuore sono molto più numerosi rispetto a poche decine di anni fa. Termostati ed elettrovalvole intelligenti, scaldabagno elettrici, oltre alle fonti di energia rinnovabili hanno sì reso più sostenibili i consumi e l’impatto ambientale del riscaldamento domestico, ma hanno anche introdotto un nuovo livello di complessità in un sistema in precedenza molto elementare.
Termostato intelligente
Qualunque caldaia è compatibile con i tradizionali cronotermostati, ma se stiamo ristrutturando casa o decidendo che sistemi di riscaldamento installare in un fabbricato di nuova costruzione, potremmo scegliere un più moderno termostato WiFi. Come il nome stesso suggerisce, alcuni di questi apparecchi si possono collegare senza fili alla caldaia stessa, ammesso che questa sia predisposta con la necessaria antenna, oltre che con tutti gli altri dispositivi “intelligenti” per il riscaldamento e raffrescamento di casa (ad esempio alcuni termostati WiFi possono controllare anche il condizionatore).
Se vogliamo una casa “high tech” dovremo allora scegliere una caldaia di ultima generazione, con WiFi integrato per comunicare con il termostato senza fili.Integrazione con altri sistemi
Ad una caldaia si possono affiancare anche altri sistemi di riscaldamento e di preparazione dell’acqua sanitaria: l’esempio più elementare è lo scaldabagno elettrico che abbiamo già tante volte ricordato, ma dobbiamo ricordare anche apparecchi come le stufe a pellet che possono integrare il calore prodotto dalla caldaia.
Etichetta energetica di sistema
Nel caso in cui alla nostra caldaia si affiancassero altri sistemi per la produzione di calore o di acqua sanitaria, potremo richiedere al nostro installatore la compilazione dell’etichetta energetica di sistema, oppure generarla autonomamente servendoci di uno dei tool online preposti a questo scopo.Nell’etichetta energetica di sistema viene indicata per prima cosa la classe energetica della caldaia principale (riquadro in alto a sinistra), mentre nella colonna sottostante viene indicato quali altri apparecchi facciano parte del sistema. Nell’ordine: impianto fotovoltaico termico, scaldabagno elettrico, termostato, caldaia secondaria o pompa di calore. Nei due riquadri a destra viene invece indicata la classe energetica cumulativa del sistema, sia per quanto riguarda il riscaldamento, sia per quanto riguarda la produzione di acqua calda.
Altri fattori da tenere a mente nella scelta della caldaia
I materiali sono importanti?
Come è facile immaginare, i materiali costitutivi di una caldaia devono essere duraturi, resistenti alla ruggine e soprattutto robusti. Per questo motivo sono in realtà piuttosto standardizzati: si tratta sempre o di leghe di alluminio o di acciaio inossidabile. In generale il secondo risulta più affidabile in quanto a robustezza e durabilità, ma ovviamente risulta anche più pesante e più costoso rispetto all’alluminio.
La marca è importante?
Sicuramente la marca può essere un fattore importante nella scelta di una nuova caldaia, per il semplice motivo che vi sono marchi specializzati che da decenni producono e installano caldaie. È il caso ad esempio dello storico marchio tedesco Junkers (oggi Junkers-Bosch) che per primo ha introdotto l’innovazione della caldaia a condensazione.
Altri brand di rilievo assolutamente affidabili sono Vaillant, Viessmann, Riello e Immergas, tutti marchi molto presenti sul territorio italiano sia per rivenditori, sia per installatori ufficiali.
Il prezzo è importante?
Il prezzo di una caldaia a condensazione, per quanto si sia abbassato nel corso degli ultimi anni, rimane comunque un investimento importante, per non parlare dei costi di installazione che si aggiungono a quello della caldaia da sola.
Come abbiamo già potuto ricordare, i prezzi sono compresi indicativamente tra i 600 e i 1100 €. Generalmente sono più economiche le caldaie meno potenti (24 kW) rispetto a quelle a prestazioni più elevate (35 kW); a questo si aggiunga che normalmente i modelli ad accumulo sono più cari rispetto a quelli istantanei.
Domande frequenti
Dove acquistare una caldaia a condensazione?
Dovendo acquistare ed installare una nuova caldaia, l’opzione più semplice è senza dubbio quella di rivolgersi al proprio idraulico o installatore di fiducia, che saprà valutare quale modello sia più adeguato e soprattutto si occuperà di tutto. Volendo, però, è oggi possibile anche acquistare la nuova caldaia online: se sapete già che modello possa andare bene per le vostre esigenze, potrete acquistarla attraverso diversi canali. Molti marchi hanno infatti allestito un proprio negozio online, ma molti modelli si trovano in vendita anche nei maggiori online store “generalisti”.
Non è insolito riuscire a strappare un prezzo più vantaggioso acquistando online: bypassando la rivendita fisica, infatti, molti dei costi di gestione che contribuiscono a far lievitare i prezzi vengono a mancare.
La caldaia: dove installarla?
L’installazione della caldaia non può avvenire in qualunque locale della casa: la collocazione è regolata infatti secondo legge, ed è pertanto bene lasciare questa parte del lavoro alla competenza di un installatore professionista.
Di preferenza la caldaia andrebbe sempre installata all’esterno dell’abitazione, ricavando ove possibile un vano caldaia chiuso con porta antincendio, su un terrazzino o balcone. Questo non è però sempre possibile, e in questo caso i locali più indicati per l’installazione della caldaia sono il bagno o la cucina. Ove vi fosse spazio disponibile, si può installare la caldaia anche in un locale o sgabuzzino dedicato. L’unico ambiente in cui la collocazione della caldaia è espressamente vietato, a causa del maggiore rischio di incendio, è il garage.
La caldaia: quando cambiarla?
Le occasioni buone per cambiare una vecchia caldaia sono diverse. In primo luogo, ovviamente, un guasto irreparabile a causa dell’età della macchina e dell’irreperibilità dei pezzi di ricambio: se non è possibile riparare una caldaia, sostituirla è l’unica opzione.
Un’altra ottima occasione per cambiare caldaia è la ristrutturazione: se abbiamo deciso di rinnovare casa e abbiamo una caldaia molto vecchia, in particolare se è una caldaia a camera aperta o una a camera chiusa di prima generazione, sostituirla con una caldaia a condensazione ci permetterà in futuro di utilizzare meno gas, pagare bollette più basse e inquinare meno.
In qualunque momento si decida di cambiare la caldaia, comunque, si potrà fruire delle detrazioni fiscali volte proprio ad agevolare il rinnovamento degli impianti di riscaldamento, nell’ottica di abbattere le emissioni di CO2: per il 2020, anno in cui scriviamo, gli sgravi fiscali sono stati confermati al 65% per l’installazione di caldaie a condensazione in classe A accoppiate a sistemi termoregolanti evoluti e al 50% per la sola installazione di una caldaia in classe A o superiore.
Nella caldaia come aumentare la pressione?
La pressione indicata dalla caldaia è quella in realtà di tutto l’impianto di riscaldamento. La pressione ideale da mantenere deve essere di circa 1,5 bar, che con i caloriferi in funzione, per la naturale espansione dell’acqua calda, può salire spontaneamente fino a 2 bar. Se la pressione scende fino a 1 bar o meno è necessario rabboccare l’acqua nell’impianto: nelle caldaie moderne l’operazione è semplicissima, vi si trova di solito un pulsante apposito che aziona da solo il rubinetto di carico e riporta autonomamente la pressione ad un livello corretto.
Se tale pulsante non è presente, bisogna agire manualmente secondo questi step:
- Spegnere il riscaldamento (ma non la caldaia)
- Spurgare l’aria dai caloriferi aprendo la valvola apposita (operazione da effettuare con un contenitore in cui raccogliere eventuali fuoriuscite di acqua)
- Aprire il rubinetto di carico, solitamente posto al di sotto del bruciatore
- Richiudere il rubinetto quando la pressione torna a 1,5 bar
La pressione bassa non è necessariamente indice di un guasto: l’accumulo dell’aria nelle tubazioni durante l’estate, la naturale evaporazione dell’acqua e altri fattori del tutto ordinari possono provocare un abbassamento della pressione e non è inusuale dover rabboccare l’acqua nell’impianto almeno una volta l’anno. Se però la pressione si abbassa continuamente, arrivando anche allo zero, è lecito temere una perdita da qualche parte: in questi casi è necessario rivolgersi a un idraulico per individuare e correggere il guasto.
Nella caldaia come abbassare la pressione?
Se si verifica il problema opposto, ovvero la pressione della caldaia sale anche sopra il limite massimo di 2 bar, dobbiamo procedere ad eliminare dall’impianto le possibili cause dell’aumento di pressione: troppa aria nei caloriferi o troppa acqua nel sistema.
L’operazione di spurgo dei termosifoni è la stessa sopra descritta: a riscaldamento spento, basta aprire la valvola di spurgo del radiatore e farne uscire l’aria. Se però non vi è aria in circolo nell’impianto sarà necessario eliminare dell’acqua: bisognerà individuare la valvola di sfogo del bruciatore, aprirla per il tempo necessario a ritornare sotto i 2 bar di pressione, e richiuderla accuratamente.
Se la pressione dovesse ritornare a salire è bene controllare che il rubinetto di carico sia ben chiuso: se, anche chiudendolo totalmente, continuasse ad entrare acqua nel sistema sarà necessario chiamare l’idraulico e probabilmente far sostituire il pezzo.
Meglio caldaia o scaldabagno elettrico?
Rispondere a questa domanda non è certamente facile: la risposta dipende da diversi fattori, tra cui sicuramente la composizione del nucleo famigliare e la conformazione dell’impianto idraulico figurano in maniera prominente.
Possiamo dire alcune cose valide in linea generale: innanzitutto, scaldare l’acqua sanitaria con uno scaldabagno elettrico è senza dubbio meno inquinante rispetto all’uso della caldaia, dato che lo scaldabagno elettrico non è a combustione e non produce gas di scarico. Rimane comunque vero che per il riscaldamento della casa una caldaia si renderà ad ogni modo necessaria e, se lo spazio è limitato, una caldaia combinata rappresenta sicuramente una soluzione salvaspazio rispetto all’installazione separata di una caldaia ed uno scaldabagno.
Meglio caldaia o stufa a pellet?
Una stufa a pellet può costituire una valida alternativa alla caldaia, almeno per quanto concerne il riscaldamento dell’ambiente. Collegata ad un adeguato impianto di circolazione dell’aria, infatti, può riscaldare l’intera casa e non solamente il locale in cui è installata. Vi sono alcuni vantaggi rispetto alla caldaia a gas:
- Il pellet è un combustibile più economico rispetto a metano e GPL
- È anche un combustibile meno inquinante perché la sua combustione produce molta meno CO2
- Una stufa a pellet di solito è più compatta rispetto a una caldaia
- Il costo di una stufa a pellet è spesso inferiore
- L’installazione della stufa a pellet è piuttosto semplice
Per la produzione di acqua sanitaria si dovrà però utilizzare un altro sistema: o uno scaldabagno elettrico, oppure un più ecologico scaldabagno ad energia solare.
Ricordiamo comunque che, volendo operare una scelta integrata e utilizzare comunque i caloriferi già installati, è possibile optare per una caldaia a pellet, che unisce i vantaggi sopra elencati alla comodità di “riutilizzare” l’impianto di riscaldamento già esistente.