Come scegliere gli auricolari
In questa guida all’acquisto ci occuperemo degli auricolari di tutti i tipi, con filo e wireless, per aiutarvi a scegliere quali auricolari comprare. Oltre a questa guida all’acquisto potete consultare quelle specifiche per i modelli Bluetooth o true wireless, se siete interessati a modelli di quel tipo. Se siete utenti Apple potreste trovare più interessante la nostra guida all’acquisto di cuffie per iPhone.
Tipologia di speaker
Per prima cosa, vanno distinti i diversi tipi di auricolare a seconda del design che alloggia i driver, che sarebbe la parte che va all’orecchio. Non è possibile dare un giudizio assoluto in termini positivi o negativi delle diverse tipologie, ma va piuttosto scelto il modello che rispetti maggiormente le esigenze morfologiche, di uso e le preferenze del singolo utente. La tipologia del rivestimento (gommini) e il tipo di connettore di cui dispongono per essere collegati ad altri dispositivi fanno invece la differenza tra un buon modello e uno mediocre, come vedremo più avanti descrivendo i fattori fondamentali da considerare nella scelta degli auricolari.
Auricolari o earbuds
Sono gli auricolari tradizionali, quelli che si usavano già con il walkman negli anni ’80. Rimangono appoggiati alla conca del padiglione dell’orecchio, senza avere necessariamente alcun supporto nel canale uditivo (foto seguente).
Auricolari in-ear e in-ear canal
Gli auricolari di tipo in-ear vanno inseriti più in profondità, fino ad incastrarsi nella parte esterna del condotto uditivo, facendo sì che rimangano più facilmente in una posizione stabile, oltre a migliorare la schermatura dai rumori esterni. Quando il design è in-ear canal il gommino entra ancora più a fondo (immagine seguente).
Auricolari a conduzione ossea senza fili
Questa novità tecnologica, il cui design è tecnicamente detto open-ear (dall’inglese “a orecchio aperto”), è nata per preservare la salute acustica e rendere felice chi desidera avere padiglione auricolare e canale uditivo liberi. Il funzionamento è semplice: per trasmettere il suono, invece di sfruttare il timpano, si usano le ossa craniche, ecco perché non sono solitamente graditi a chi non vuole apparecchi intorno alla nuca, come mostra la foto seguente (in foto: un modello Shokz, sponsor della England Athletics). Per raggiungere questo risultato il segnale audio viene convertito da elettrico in vibrazioni meccaniche, propagate dalle ossa. Gli speaker in queste cuffie sono posizionati accanto alle orecchie, lasciandoci liberi di percepire i suoni ambientali o indossare apparecchi acustici. Facile dedurre perché non siano la scelta più indicata nemmeno per chi avesse interesse all’ascolto musicale ai massimi livelli di purezza sonora.
Tipologia di connessione
Vediamo ora inverse le diverse tecnologie che portano la musica dal device che la eroga alle nostre orecchie.
Auricolari con filo
Storicamente i primissimi lanciati sul mercato, restano ancora i preferiti dai professionisti del suono perché dotati di jack per l’ascolto analogico, cioè privo di compressione. In alcuni casi queste cuffie sono così sofisticate da consentire di sostituire il cavo, che può essere fabbricato con metalli più o meno pregiati, tra cui l’oro, per perfezionare al massimo l’ascolto. Con il boom degli smartphone e dell’ascolto in digitale da parte della maggior parte delle persone sono comparsi anche auricolari con cavo USB o Lightning per gli utenti Apple.
Auricolari wireless con filo
I primi auricolari senza filo lanciati sul mercato sono stati quelli Bluetooth interconnessi tra loro da un cavo. Questa connessione cablata fa sì che l’autonomia della batteria duri abbastanza a lungo e ancora oggi sono i preferiti da molti rispetto ai true wireless perché si scaricano meno rapidamente.
Auricolari true wireless
Quando la nanotecnologia e la tecnologia radio sono avanzate abbastanza hanno avuto il loro boom gli auricolari wireless totalmente privi di fili, detti perciò auricolari true wireless.
Nonostante potrebbero esserci delle esigenze specifiche, tendenzialmente oggi sono i più comodi da indossare, perché ultraleggeri e privi di ganci o clip. La tecnologia è avanzata talmente tanto che i modelli meno economici non cadono più dall’orecchio neanche facendo sport. Anche la vestibilità è solitamente migliore degli altri tipi di auricolari, in particolare di quelli con il filo, dal momento che alcuni di quei modelli non hanno nemmeno il gommino in dotazione. Le carenze di queste cuffiette, come spieghiamo nella specifica guida agli auricolari true wireless, emergono in altri fattori, come l’autonomia della batteria e l’impossibilità dell’ascolto audio analogico.
Fatta questa necessaria panoramica, passiamo ora in rassegna le caratteristiche principali da considerare per scegliere quali auricolari comprare.
1. Prestazioni
A prescindere dal design che reputerete più giusto per voi, per valutare la qualità di qualsiasi strumento per la riproduzione del suono bisognerebbe ascoltare in prima persona, visto che spesso entrano in gioco particolari preferenze personali. Tuttavia, è bene tenere conto di alcuni dati che possono aiutare a comprendere le effettive potenzialità del modello che state valutando. Vediamoli uno per uno.
Risposta in frequenza
Questo dato indica lo spettro di frequenze che l’auricolare è in grado di riprodurre. In genere viene espressa in Hz e dovrebbe sempre coprire per lo meno la gamma percettibile dall’orecchio umano, che si attesta tra i 20 e i 20.000 Hz, anche se, a seconda della persona e dell’età, può variare sensibilmente.
I modelli di qualità superiore sono in grado di coprire uno spettro più ampio, idealmente almeno dai 18 ai 22.000 Hz, perfetti anche per chi ha un orecchio molto allenato. Per questo in generale a una maggiore risposta in frequenza corrisponde anche un prezzo più alto, anche se oggi, dopo l’avvento delle tecnologie senza fili, è possibile trovare auricolari cablati di buona qualità a un costo molto contenuto.
Ricordiamo infine che a volte questa specifica tecnica non viene divulgata dal produttore, nel qual caso, se avete fortuna, verranno indicati almeno i codec.
Codec
In presenza di codec (codificatori / decodificatori di segnale) per l’ascolto di elevata qualità aumentano le possibilità di trovare un sound gradevole negli auricolari che state valutando. Ad esempio, le cuffie Bluetooth senza indicazioni particolari al riguardo integrano solitamente solo il codec di base SBC, ma sarebbe meglio se ci fosse almeno anche un codec con minore livello di compressione della traccia audio, come l’AAC o meglio ancora l’aptX. Altri codec per un ascolto dalla qualità elevata sono l’ALAC (cuffie Apple) e l’LDAC (cuffie Sony, per ascolto lossless). La qualità massima si ha con il codec privo di compressione FLAC (32 bit/192 kHz), che tuttavia non è ad oggi gestibile con la tecnologia radio perché troppo impegnativo come flusso di dati.
Proprietario | Codec | Frequenza di campionamento |
---|---|---|
Samsung | Samsung Scalable Codec | 16 bit/48 kHz |
Samsung | Samsung Seamless Codec | 24 bit/44,1 kHz |
Sony | LDAC | 24 bit/96 kHz |
Apple | ALAC | 16 bit/44,1 kHz – 24 bit/192 kHz |
Qualcomm | aptX, aptX Low Latency | 16 bit/44,1 kHz (come i CD) |
Qualcomm | apt HD / X Adaptive | 24 bit/48 kHz |
Qualcomm | aptX Lossless | anche oltre i 48 kHz |
ISO | AAC | 16 bit/48 kHz – 24 bit/96 kHz |
SIG (default) | SBC | 16 bit/48 kHZ |
Il nuovissimo codec AptX Lossless è comparso a partire dal 2023 negli smartphone con SoC Snapdragon 8 Gen 1 dotati di chip audio dalle architetture S3 e S5 Gen 2, ad esempio nel caso dell’ASUS Zenfone 9, da noi recensito. Il chip S3 Gen 2 Sound Platform ha una nuova architettura audio destinata a rivoluzionare il gaming wireless: offre latenza audio inferiore ai 20 millisecondi. Il chip S5 Gen 2 è invece l’architettura premium: comprende DSP programmabile da App, audio lossless e ad alta risoluzione, Bluetooth LE Audio, ANC, audio compatibile con il gaming (latenza ultra ridotta), possibilità di registrazione in stereo (utile ai content creator) e connettività premium.
Chip audio e AI negli auricolari true wireless
Per avere un ottimo audio il primo passo è investire in un device che abbia un ottimo processore audio, cioè un processore di segnale digitale (in inglese Digital Signal Processor, da cui la sigla DSP) in grado di elaborare il suono su alti livelli. Algoritmi di intelligenza artificiale (AI) hanno oggi dato vita a quello che viene chiamato audio computazionale, cioè a una manipolazione audio volta a trarre il massimo dal file digitale che si sta ascoltando, a dispetto della compressione. Su questi fronti molto cambia tra un brand e l’altro, è per questo che aziende specializzate in acustica ottengono di frequente prestazioni elevate al momento del test pratico, a parità di codec e standard Bluetooth integrati con modelli proposti da brand più generalisti. Nei modelli economici il risultato della presenza dell’AI sbandierata in fase di vendita può essere un sound artefatto e le chiamate possono perfino essere disturbate.
Ad esempio, il processore integrato V2 di Sony, oltre all’ormai celebre chip per la cancellazione del rumore QN2e, contiene anche l’intelligenza artificiale di aumento della qualità del suono Digital Sound Enhancement Engine Extreme (DSEE Extreme), che in caso di ascolto di file molto compressi sfrutta algoritmi proprietari Sony per ripristinare in tempo reale le alte frequenze perse in fase di compressione.I famosi chip audio Qualcomm (gli stessi dei SoC Snapdragon, installati sul 40% degli smartphone in circolazione) sono integrati sia nelle cuffie premium di vari produttori (tra cui Sennheiser, Jabra, OnePlus e vivo), sia in certe cuffie entry-level. Nel 2023 sono state annunciate le piattaforme audio Qualcomm S7 e S7 Pro Gen 1, che rappresentano il futuro. Permetteranno lo streaming di musica lossless fino a 24 bit a 192 kHz tramite Wi-Fi e l’architettura include un acceleratore di rete neurale, per l’elaborazione simultanea da parte dell’AI a bassissimo consumo energetico.
Audio spaziale
Come accennato, gli auricolari wireless integrano un chip con algoritmi informatici sofisticati e sensori di posizionamento utili per l’applicazione di impostazioni predefinite. Un esempio tipico dell’applicazione di questi ritrovati è l’audio spaziale, che adatta l’output audio per frequenza, intensità e direzione in base alla forma dell’orecchio (rilevata a seconda di come rimbalzano le onde sulla struttura del padiglione auricolare) o della testa per un’ottimale percezione tridimensionale del suono, spesso indicata anche con “360°”. Sembra fantascienza, infatti auricolari simili non costano meno di 150 €.
Impedenza
Indica la resistenza che la bobina presente all’interno degli auricolari oppone al segnale elettrico in entrata, prima che questo venga convertito in suono. Un’alta impedenza assicura un suono più nitido e pulito, a discapito però del volume massimo, per cui comunque va considerata anche la sensibilità degli auricolari, come vedremo nei prossimi paragrafi.
L’impedenza viene misurata in Ohm e può variare sensibilmente, spaziando da un valore minimo di 8 fino a un massimo di 600 Ohm. La maggior parte dei modelli in commercio si attesta su 16 o 32 Ohm e normalmente chi cerca una qualità migliore tende a orientarsi verso modelli di cuffie di fascia alta, più che verso gli auricolari.
Diametro dei driver
I driver sono i componenti che si occupano di trasformare il segnale elettrico in suono, rappresentando dunque un aspetto fondamentale da considerare prima dell’acquisto degli auricolari, dato che ne influenzano largamente la qualità del suono. Anche se un driver con diametro più ampio non è necessariamente indice di una migliore riproduzione, viene considerato un elemento che aiuta a rendere i bassi più profondi. Ovviamente lo spazio all’interno di un auricolare è molto limitato, per cui i driver utilizzati in questi prodotti hanno un diametro che va mediamente dai 6 ai 12 mm.
Sensibilità
Indica quale sia il volume massimo a cui gli auricolari riescono a riprodurre fedelmente il suono. In questo caso è sconsigliabile acquistare un modello con una sensibilità inferiore agli 85 dB, dato che la qualità del suono potrebbe risultare veramente molto bassa.
I modelli ad alta fedeltà possono spaziare dai 95 ai 109 dB, ma esistono anche auricolari che arrivano a più di 110 dB. Tuttavia, negli anni 2000 normative europee per la sicurezza hanno individuato nei 100 dB la soglia massima di sensibilità che dovrebbero avere gli strumenti di diffusione audio per non causare danni all’udito. Questo limite è il risultato di studi scientifici che hanno dimostrato come ascoltando musica a 100 dB per soli 15 minuti potrebbe già generare un danno all’apparato uditivo. Invece, per avere lo stesso tipo di problema con una soglia di 85 decibel potrebbero essere necessarie ben 8 ore di ascolto continuativo.
Hi-Fi: l’alta fedeltà
Il termine Hi-Fi viene utilizzato sia nell’ambito dei prodotti audio, sia di quelli video. Indica in generale una qualità di riproduzione superiore e ovviamente comporta costi più alti rispetto ai prodotti economici con caratteristiche di livello inferiore. Per individuare facilmente i modelli che rispettano i parametri dell’alta fedeltà è sufficiente controllare sulla confezione, dove viene normalmente riportato il marchio Hi-Fi.
2. Struttura e comfort
Una delle caratteristiche degli auricolari più importanti da valutare riguarda proprio la loro struttura e la comodità d’uso, che può avere un’influenza decisiva sulla loro praticità.
Controllo
Tutti gli auricolari hanno un sistema di controllo: nel caso di quelli con filo è situato su una peretta sul cavo, nei casi dei modelli più avanzati è touch (foto seguente) e anche da app o addirittura tramite assistente vocale.
Tuttavia, i comandi possono essere molto limitati, ad esempio nel caso in cui si abbia un unico pulsante che permette di mettere in pausa e riprendere la riproduzione musicale, oppure di rispondere a una chiamata in entrata. Laddove siano presenti più comandi è possibile anche gestire la navigazione tra le tracce delle proprie playlist o l’attivazione di modalità specifiche, come ad esempio quella di chiamata.Gli auricolari true wireless solitamente offrono un sofisticato controllo touch proprio sul device inserito nel padiglione, che può essere più o meno comodo da raggiungere.
Peso e dimensioni
Sono tra le specifiche più ovvie da considerare quando si intende acquistare un nuovo paio di auricolari. È importante scegliere auricolari il cui peso sia limitato, dato che almeno in parte questo dispositivo va inserito nel canale uditivo e minore è il peso, migliore risulterà anche la stabilità dell’auricolare.
Ormai la maggior parte degli auricolari in coppia non pesa più di una ventina di grammi, mentre le dimensioni sono più variabili; solo in alcuni casi il peso delle batterie integrate porta le cuffiette ad oltrepassare i 30 g. Per contro, alcuni modelli wireless sono pensati per essere indossati durante la notte, mantenendo il noise cancelling attivo così da sostituire i classici tappi per le orecchie, e hanno misure estremamente contenute e un peso inferiore ai 4 g per “tappo”.
Gli auricolari più ingombranti sono quelli con controlli meccanici, ma possono comunque risultare più pratici per alcuni utenti. Dimensioni e peso della custodia, invece, assumono un’importanza molto elevata nel caso degli auricolari wireless, perché in questi modelli la custodia fa anche da caricabatterie.
Gommini
Soprattutto se si sceglie un modello in-ear è fondamentale valutarne il tipo di rivestimento, dato che questo va inserito all’interno del condotto uditivo e deve risultare non solo confortevole, ma anche efficace dal punto di vista dell’isolamento acustico. Se volete comprare uno specifico modello di auricolari, ma non siete soddisfatti dei gommini in dotazione, sappiate che questi sono un accessorio acquistabile anche separatamente, in genere compatibile con moltissimi modelli diversi.
Sono tre i fattori più importanti da considerare prima di acquistare un particolare tipo di auricolari o un rivestimento specifico:Materiale
Per la realizzazione dei gommini di rivestimento vengono utilizzati materiali differenti, tra cui i più comuni sono silicone e spugna. Anche se entrambi sono morbidi e facilmente modellabili, il silicone ha il vantaggio di poter essere lavato più facilmente, mentre la spugna può migliorare l’isolamento acustico, aderendo in modo più uniforme al canale uditivo.
Forma
La grande maggioranza dei gommini è composta da un corpo uniforme, talvolta con l’estremità esterna leggermente più piccola rispetto alla base, ma esistono anche altre opzioni. In particolare, ricordiamo i modelli a doppia o tripla flangia, che possono essere inseriti più in profondità nell’orecchio, migliorando così non solo la stabilità degli auricolari, ma anche l’isolamento acustico. Va però detto che non si tratta di una soluzione adatta a tutti.
Dimensioni
Scegliere tra diverse misure di gommini, solitamente almeno tre (piccoli, medi e grandi), è di grande importanza. In questo caso la scelta è assolutamente personale, dato che l’unico modo per capire quale sia la dimensione più adatta alle proprie orecchie è testare le diverse possibilità.
3. Connettività
A seconda che vogliate auricolari con filo o senza filo, il fattore connettività dev’essere valutato diversamente in fase di preacquisto. Vediamo perché.
Ascolto con il filo
Anche se la grandissima maggioranza degli auricolari con filo è dotata di un comune connettore jack da 3,5 mm, se si pensa di utilizzarli perlopiù con uno smartphone di ultima generazione potrebbe essere necessario cercare un modello che sfrutti una connessione USB (o Lightning, se siete utenti Apple). In caso di connettore USB, gli auricolari più moderni offrono un pratico USB-C.
Va detto che sono molto pochi i modelli con questa caratteristica, visto che generalmente vengono ormai preferiti gli auricolari Bluetooth, ma è comunque possibile trovare facilmente un adattatore, talvolta anche incluso al momento dell’acquisto. C’è da dire che con il jack, specialmente se placcato in oro, è possibile ascoltare al meglio la musica in formato analogico, da alcuni prediletta, mentre con i cavi USB e Lightning l’ascolto è limitato a quello in digitale.Ascolto senza filo
Perlopiù la tecnologia audio senza fili è quella Bluetooth, largamente diffusa e migliorata dai vari produttori nel tentativo di aumentarne la stabilità in mezzo alle interferenze e la qualità audio di alto livello. A questo proposito, è importante guardare allo standard integrato negli auricolari che state valutando. Sconsigliamo agli appassionati di musica la scelta di auricolari di standard al di sotto del Bluetooth 5.0, mentre agli audiofili accaniti di optare per il 5.2, ma se volete approfondire l’argomento consultate le nostre pagine sugli auricolari wireless con e senza filo. Il Bluetooth 5.2 ha introdotto sia il codec audio LC3 (Low Complexity Communication Codec) per una resa sonora di qualità massima, sia il Bluetooth LE per l’ottimizzazione energetica. Oltre allo standard Bluetooth, bisogna fare altre valutazioni.
Ad esempio, valutare se i nostri auricolari hanno la funzione fast pairing, cioè la connessione di due dispositivi semplicemente avvicinandoli l’uno all’altro, senza bisogno di effettuare alcuna operazione al di là dell’attivazione della connessione stessa. In particolare, tutti i dispositivi Apple o Beats integranti i chip W1 o H1 garantiscono questa possibilità con i device dello stesso produttore, mentre Samsung garantisce la stessa funzione solo con i dispositivi Android.
Un’altra funzione utile è il passaggio automatico tra dispositivi senza dover agire per impostare il cambio di appaiamento: dalla visione di un film sul tablet alla riproduzione di musica sullo smartphone. Nel caso del Bluetooth solitamente questa è una funzione che fa coppia con il fast pairing e se un modello supporta l’una, è facile che abbia anche l’altra.
Distanza dal riproduttore
Questo parametro definisce la libertà di movimento concessa dagli auricolari. Nel caso di quelli via cavo essa coincide con la sua lunghezza, che è praticamente sempre di 1,2 m. Nel caso del wireless, dipenderà dallo standard radio, che dev’essere supportato dagli auricolari e dal device stesso. Quello NFC è molto limitante e vi costringe ad avere la fonte audio molto vicina. Se si tratta di Bluetooth, il raggio può variare dai 6 ai 30 m a seconda dello standard, delle interferenze presenti e degli ostacoli tra il voi e, ad esempio, il vostro speaker Bluetooth. I produttori più seri indicano nelle specifiche la portata del segnale garantita dai loro test interni senza ingigantire i numeri. In teoria (difficilmente nella realtà) la portata del Bluetooth 4.2 può arrivare a 60 m massimi, mentre il 5.2 a ben 240 m.
4. Alimentazione
Quando si parla di auricolari con il filo, che sia jack da 3,5 mm oppure cavetto USB (Lightning per Apple) non cambia molto: l’energia arriva attraverso il cavo d’ascolto dal device per un’autonomia infinita. Tutto cambia se si prendono in considerazione gli auricolari wireless, che naturalmente contano su una batteria.
Batteria degli auricolari wireless
Nel caso di auricolari Bluetooth con filo, la batteria può raggiungere in media 10 ore o più, mentre le cuffie true wireless richiedono molta più energia e raramente superano le 5 ore di autonomia. Ecco perché per questi ultimi la custodia è molto importante: oltre ad essere un ottimo strumento per non perdere gli auricolari e proteggerli da urti e graffi, contiene dei piccoli contatti magnetici che li mantengono in una posizione fissa mentre effettuano uno o più cicli di ricarica, in media due.
Ricarica
La ricarica normale può durare una o due ore, il che è poco pratico. Fortunatamente, con l’avvento della ricarica rapida, con 5 minuti si ottiene circa un’ora extra di ascolto, due con gli auricolari più costosi. Gli auricolari premium hanno anche la ricarica magnetica, per cui possono essere poggiati sulle stazioni di ricarica magnetica della casa, magari accanto a smartwatch e smartphone.
5. Funzioni extra
Sono diverse le funzioni aggiuntive di cui possono essere dotati gli auricolari, molte delle quali dipendono dalla fascia di prezzo del modello prescelto. Vediamo le più comuni.
Microfoni
Oggi è praticamente impossibile trovare auricolari privi di microfono, perché tutti li usano anche con il proprio smartphone per rispondere alle chiamate indossando le cuffie.
I microfoni integrati possono essere direzionali, se captano i suoni soltanto da una direzione specifica, oppure omnidirezionali, se captano input audio provenienti da tutte le direzioni. Chiamate con un input della voce eccellente sono spesso il risultato di più microfoni in combinazione tra loro, equipaggiati con beamforming oppure dotati di filtri voce contenenti tecnologie per la riduzione del rumore del vento che soffia intorno a chi parla.Isolamento acustico e ANC
La cancellazione attiva del rumore (Active Noise Cancelling, ANC) è una delle tecnologie reperibili unicamente nei modelli di fascia più alta, inventata da Bose e perfezionata con successo da altre aziende, come Sony, Apple e Samsung. Per avere un ascolto immersivo la premessa indispensabile è l’isolamento acustico passivo dai rumori esterni, che solitamente raggiunge la sua massima efficacia con gommini in silicone della giusta misura e con la perfetta adesione degli auricolari all’orecchio. In mancanza di questo, la tecnologia ANC diventa poco efficace, dato che il suo ruolo è quello di fare da filtro ed eliminare attivamente i restanti rumori provenienti dall’esterno, almeno quelli aventi frequenze costanti, basse e medie.
Se i vostri auricolari hanno un ottimo isolamento passivo e funzione ANC è indispensabile che abbiano anche una modalità d’uso che lasci filtrare i rumori esterni per evitare situazioni di pericolo, ad esempio in ambiente urbano. Quest’ultima assume nomi accattivanti a seconda delle idee dei reparti marketing dei vari produttori, come “Modalità trasparenza” nei prodotti Apple, “Ambient” in quelli Samsung e Sony.Certificazione IP
La certificazione IP indica particolari caratteristiche strutturali che possono rendere degli auricolari resistenti quantomeno all’acqua, il che si traduce fondamentalmente nell’idoneità all’uso sportivo. Infatti, dopo la sigla IP sono presenti normalmente due cifre che indicano il livello di resistenza offerto, come mostra l’immagine che segue. La maggior parte dei modelli ha una certificazione di tipo IPX seguita da un numero, che quanto più è elevato, tanto meglio il modello resiste al sudore, ad esempio IPX4 o IPX7. Se gli auricolari che state valutando hanno invece una certificazione con un altro numero al posto della X, ad esempio “IP67”, questi sono anche resistenti alle infiltrazioni di polvere, pertanto sono perfetti ad esempio per l’uso in spiaggia.
Accessori utili
Per concludere, potrebbe valere la pena notare la presenza (o assenza) di accessori che possono essere inclusi nella confezione oppure acquistati separatamente. Vediamo i principali accessori da considerare prima di scegliere un particolare modello.
Set di gommini
Abbiamo già analizzato l’importanza dei gommini. Consigliamo di controllare se nella confezione siano presenti più paia di dimensioni o materiali differenti.
Stabilizzatori
Si tratta di piccoli ganci in silicone che permettono di mantenere gli auricolari nella corretta posizione, generalmente presenti nei modelli pensati per chi fa sport e deve muoversi costantemente. A volte sono un tutt’uno con i gommini, mentre in altri casi possono essere inseriti o rimossi indipendentemente da questi, potendo così combinare misure diverse a seconda delle proprie esigenze.
Clip
Anche questo piccolo accessorio è preferito da chi fa molto movimento indossando però specificamente auricolari col filo. Permette semplicemente di evitare che gli auricolari cadano a terra se scivolano dall’orecchio, fissandoli alla maglietta come una piccola molletta.
Le domande più frequenti sugli auricolari
Gli auricolari fanno male alla salute?
L’uso degli auricolari di per sé non è dannoso per la salute, ma in generale esporre il proprio udito a suoni continui oltre i 40 decibel (ad esempio in centro città) causa uno stress uditivo che è dannoso sul lungo termine, per cui gli auricolari e le cuffie con cancellazione del rumore potrebbero addirittura allontanare questo rischio. Allo stesso modo, ascoltare musica ad alto volume può portare al calo precoce dell’udito. L’ideale sarebbe restare sui 30 decibel: alcune app e smartphone si preoccupano di controllare la soglia per voi. Se temete di non essere in grado di autoregolarvi, acquistate delle cuffie tradizionali oppure degli auricolari del vecchio tipo earbuds, perché il suono sarà meno traumatico per la membrana del timpano. Ecco perché in questo caso specifico è meglio evitare gli auricolari in-ear, dove il suono è quasi a contatto diretto con la membrana. Infine, se soffrite di infezioni della pelle sul padiglione consultate il vostro medico prima di comprare gli auricolari.
Quanto costano gli auricolari?
Nello specifico, con l’avvento delle tecnologie wireless gli auricolari con filo sono oggi quelli che costano meno. Potete comprarne un paio a un prezzo che va dai 5 ai 20 € circa, oppure, se volete alzare l’asticella con auricolari cablati dotati di funzioni particolari o di un’elevata qualità di riproduzione, pensate a un budget di circa 80-100 €.
Passando agli auricolari Bluetooth, il prezzo per questi è tra i 50 e i 100 € circa per quelli interconnessi con filo, mentre i true wireless partono da 20 € nei casi molto economici, ma arrivano anche oltre i 300 € se integrano chip con intelligenza artificiale e algoritmi sofisticati per la cancellazione del rumore.
Auricolari a meno di 50 €
In generale, è difficile trovare tante buone caratteristiche su auricolari senza fili che costano meno di 50 €. Il nostro consiglio è di abbandonare l’idea della cancellazione del rumore e cercare invece cuffiette con gommini in silicone, perché più isolanti; di accettare una ricarica lenta, purché l’autonomia della batteria sia superiore alle 5 ore; di accontentarsi del solo codec di base SBC se l’aspirazione non è quella di ascoltare spesso la musica; infine la caratteristica più difficile da trovare in fascia economica sarà un microfono in grado di funzionare bene anche fuori da una stanza in cui siete in solitudine e silenzio. Accettando i compromessi elencati, dovreste avere più fortuna su quest’ultima caratteristica.
Come accorgersi se gli auricolari non vanno bene per le orecchie?
Lato comodità, i segnali sono la difficoltà a metterli in posizione, magari si sfilano o si muovono nell’orecchio, oppure non si sentono bene i bassi o penetrano troppo i suoni esterni.
Dove si buttano gli auricolari?
Gli auricolari sono rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), dunque non vanno assolutamente buttati nella raccolta indifferenziata o per strada. I cittadini più coscienziosi possono portarli all’isola ecologica comunale, ma per facilitare il consumatore i rivenditori di elettronica, e-commerce inclusi, hanno l’obbligo di ritirarli e smaltirli a norma di legge. Tutto questo evita il riversamento nell’ambiente di sostanze che potrebbero intossicare sia l’uomo, sia gli animali e l’ecosistema tutto.
Quanto sono sostenibili gli auricolari?
Alcuni produttori applicano delle politiche del lavoro volte a supportare la qualità di vita dei loro dipendenti e investono in progetti utili alla comunità in cui operano. Altri hanno adottato imballaggi in carta riciclata privi di plastica, che è un piccolo gesto utile. Tuttavia, sono oggetti elettronici, nel caso wireless perfino equipaggiati con batterie stilo usa e getta (sì, esistono ancora) oppure mini batterie che con i cicli di ricarica frequente esauriranno presto (rispetto, ad esempio, a un notebook) la loro vita. Il consiglio che diamo a chi fosse interessato alla sostenibilità ambientale è di scegliere un modello cablato o che richieda meno cicli di ricarica possibile, perché il prodotto sarà più longevo.
Esistono auricolari da nuoto?
Sì, sono gli auricolari certificati IPX8, e solitamente i prediletti sono del tipo a conduzione ossea. Con questa certificazione di impermeabilità, infatti, potrete nuotare per un massimo di un’ora a 2 m di profondità. Oltre a verificare questo parametro, è il caso di controllare la memoria disponibile per salvare le proprie tracce preferite, dato che non è possibile nuotare con uno smartphone in tasca. Per questa ragione, di fatto gli auricolari da nuoto sono lettori mp3.
Quali sono le migliori marche di auricolari?
La grande maggioranza degli auricolari con filo viene oggi inclusa nelle confezioni degli smartphone e sono realizzati da terzi per conto dei grandi produttori nel campo della telefonia. È comunque ancora possibile trovare alcuni modelli prodotti dai grandi marchi nell’ambito delle periferiche audio, come Sony, JBL, Bose e Sennheiser. Generalmente questi garantiscono una buona qualità di costruzione e la possibilità di affidarsi a un servizio di assistenza clienti post-vendita.
Per quanto riguarda gli auricolari wireless, Apple, Bose e Sony si sono per prime distinte dalla concorrenza per l’efficacia della cancellazione del rumore, oltre che per la qualità audio dal buono all’ottimo. Samsung è subentrata nel mercato di recente, con prodotti molto interessanti.