Sentirsi al sicuro con un’app?
Quando si tratta di violenza sulle donne è bene lasciar parlare le statistiche. L’ISTAT mantiene un osservatorio dedicato al fenomeno, nel quale sono raccolti i dati su tutti i tipi di violenza possibili, da quella sessuale, a quella fisica, a quella psicologica fino a quella economica. Si tratta di dati che non possono che far rabbrividire, se pensiamo che, stando sempre all’ISTAT, “il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale”. Quasi un terzo delle donne attualmente residenti in Italia ha dunque esperienza di maltrattamenti di varia natura.
Capire la violenza sulle donne
Riteniamo fondamentale premettere che la schiacciante maggioranza delle violenze sessuali, fisiche e psicologiche ai danni delle donne non avviene ad opera di uno sconosciuto: è sempre l’ISTAT a informarci che “gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici“. È dunque importante che le donne sappiano riconoscere i segnali d’allarme il prima possibile, selezionino con estrema cautela le persone a loro più intime e soprattutto si allontanino al primo segno di violenza anche solo verbale. Per quanto sia importante sentirsi al sicuro per le strade delle nostre città, il primo ambito in cui tenere gli occhi bene aperti rimane quello sentimentale e famigliare.
Non vogliamo però ignorare il fatto che negli anni la situazione sia andata migliorando, almeno stando ai dati messi a disposizione sempre dall’ISTAT e riassunti nel seguente grafico:
Il solo periodo drammaticamente in controtendenza è quello recente, a partire dal 2020 in concomitanza con le misure di confinamento adottate per contenere l’epidemia di Covid-19: i dati dell’ISTAT, che potete scaricare dal sito dedicato, mostrano una costante riduzione delle chiamate al 1522 dal primo trimestre del 2018 al primo trimestre del 2020 (le richieste di aiuto per violenza sono scese in questo periodo da 1844 a 1567), ma nel secondo trimestre del 2020, allo scattare del lockdown più duro, le richieste di aiuto sono schizzate a 4225 e, nel momento in cui scriviamo, non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemia (il dato dell’ultimo trimestre del 2021 parla di 2775 richieste di aiuto).
A cosa serve un’app di sicurezza al femminile?
Come vedremo meglio tra poco, esistono diverse tipologie di applicazioni per smartphone studiate per far sentire le donne più al sicuro in determinate circostanze. Alcune sono indirizzate a chi subisce violenza domestica, fornendo informazioni utili e contatti rapidi per ricevere aiuto; molte altre tentano invece di tranquillizzare le donne quando sono da sole in svariate situazioni, dalla passeggiata col cane, al jogging, al semplice tornare a casa a piedi la sera.
Abbiamo analizzato le principali app dedicate alla sicurezza femminile e selezionato le migliori 5 applicazioni che si distinguono a nostro avviso per praticità d’uso, per innovazione e per efficienza.Continuate a leggere per scoprire quali sono i criteri che abbiamo tenuto in considerazione nel valutare queste applicazioni e quali sono quelle che rientrano nella nostra classifica, alcune delle quali sono in realtà utili per la sicurezza personale di tutti e non esclusivamente per quella delle donne.
Tipologia di applicazione
Anche se queste app perseguono tutte lo stesso obiettivo, ovvero far sentire le donne al sicuro, non funzionano in realtà tutte allo stesso modo.
Alcune, infatti, fungono da vera e propria “sentinella virtuale”, permettono anche di contattare direttamente le forze dell’ordine e monitorare la propria posizione, mentre altre sono più semplici e includono dei consigli o degli allarmi sonori e luminosi per aiutare ad uscire da situazioni poco piacevoli o difficili da gestire.
App informativa
In questo gruppo rientrano quelle app che, sebbene forniscano numeri di telefono utili e di soccorso, non nascono come un pronto intervento (sebbene spesso integrino la possibilità di chiamare uno dei servizi di emergenza), ma piuttosto come un’applicazione dedicata allo sviluppo della consapevolezza su certe tematiche e alla prevenzione di situazioni di violenza o di pericolo.
App di tracciamento
Queste app servono per fornire a qualcuno la propria geolocalizzazione, in modo che il “guardiano virtuale” possa monitorare il suo tragitto verso la destinazione e intervenire qualora venisse inviata una richiesta di aiuto. Si tratta di app utili non solo in caso di pericolo effettivo, ma anche per tranquillizzare un parente, un amico o il proprio partner quando si viaggia, quando si va a fare un’escursione da sole o si gira per strada di notte.
App di pronto intervento
Nell’ultima categoria si inseriscono le applicazioni da utilizzare quando ci si sente in una situazione di pericolo percepito o reale e si ha bisogno del supporto immediato di qualcuno, fosse anche solo telefonico e non necessariamente da parte delle forze dell’ordine. Queste app consentono quindi di lanciare un allarme rapido ed efficace in cui, anche in situazioni drammatiche, è possibile inviare in automatico la propria posizione e far intervenire i soccorsi.
Funzioni disponibili
Comprese le diverse tipologie di app, vediamo adesso nel dettaglio quali sono tutte le funzioni che questi strumenti per la sicurezza delle donne prevedono in numero variabile:
- Consigli di comportamento: alcune app, soprattutto quelle pensate per le più giovani, svolgono anche una funzione didattica e divulgativa, includendo dei consigli utili per donne di tutte le età. Si tratta di buone pratiche per prevenire situazioni di pericolo oppure per saperle affrontare al meglio;
- Informazioni legali e centri di supporto: alcune app dedicate alla prevenzione della violenza contro le donne includono delle sezioni informative sugli aspetti legislativi più importanti, insieme a delle informazioni di tipo pratico sui centri di ascolto o anti-violenza che è possibile trovare nella regione di residenza;
- Allarmi e suoni: molte applicazioni prevedono dei pulsanti che attivano dei segnali utili ad attirare l’attenzione di persone nelle vicinanze e disorientare o ancor meglio allontanare eventuali malintenzionati. Si possono infatti attivare dei suoni d’allarme, ma anche dei segnali luminosi, come una torcia fissa o ad intermittenza;
- Chiamate d’emergenza: in alcuni casi basta schiacciare un pulsante per chiamare direttamente numeri di emergenza come il 112 o il 1522;
- Compagnia e sostegno virtuale: i programmi più avanzati prevedono anche un vero e proprio call center attivo 24 ore su 24 e tutti i giorni dell’anno, in modo da poter anche solo tener compagnia telefonica all’utilizzatore che non si senta a suo agio in una particolare situazione;
- Tracciamento e invio posizione: moltissime applicazioni fungono come strumento di monitoraggio della propria posizione, sfruttando il GPS e permettendo quindi di geolocalizzare l’utilizzatore e di inviare la posizione ai soccorsi o ad alcuni contatti preimpostati in caso di emergenza;
- Community: in alcuni casi è possibile segnalare la presenza di eventuali pericoli a tutti gli altri utilizzatori della stessa app che si trovino nei paraggi, in modo che questi possano evitare la zona oppure attraversarla con particolare attenzione;
- Assicurazione in caso di danni: tra le varie app analizzate ne abbiamo individuata una che si distingue perché non si occupa solo della sicurezza in termini di prevenzione, ma anche di rimedi. Prevede infatti un’assicurazione che copre assistenza medica, ripristino serratura e rifacimento chiavi o documenti.
Interfaccia ed usabilità
Un altro aspetto molto importante è il modo in cui l’app si presenta all’utilizzatore, le scelte di design che sono state fatte da chi l’ha ideata e la semplicità con cui tutte le informazioni e funzioni sono accessibili, soprattutto da parte di donne di età diverse.
Ricordiamo, infatti, che queste applicazioni possono essere utilizzate da donne di qualsiasi età, ed è quindi fondamentale che siano accessibili in modo rapido ed intuitivo da qualsiasi tipologia di utente, a prescindere dalla familiarità che questo abbia con gli strumenti tecnologici.
Particolarmente importanti sono due aspetti: l’anonimato delle comunicazioni con eventuali addetti al primo soccorso, in particolare in quelle app indirizzate a chi è vittima di violenza domestica e spesso ha il telefono controllato periodicamente dall’abusatore, e la facilità con cui è possibile avviare una richiesta di soccorso. A questo proposito, sono disponibili app che permettono l’avvio di una chiamata a un numero predefinito o a un numero d’emergenza (112 o 1522) anche senza attivare il display del telefono:
- Con comando vocale: da preimpostare al momento dell’installazione e da ripetere chiaramente in caso di bisogno. In alcuni casi è sufficiente anche un semplice grido per attivare la funzionalità;
- Con comando gestuale: se supportato dal proprio smartphone, è possibile impostare la chiamata d’emergenza semplicemente scuotendo il cellulare.
Lingue
Va detto che le app dedicate alla sicurezza delle donne non sono moltissime e in molti casi sono piuttosto limitate dal punto di vista linguistico. Diverse delle più utilizzate sono monolingue, o solamente in italiano o soltanto in inglese; pochi sono i casi di scelta multilingue.
Sottolineiamo questo aspetto perché, statistiche alla mano, la violenza non ha limiti di nazionalità e coinvolge, talvolta in maniera più marcata, anche le donne straniere residenti in Italia. Poiché le persone immigrate nel nostro Paese sono maggiormente a rischio di restare isolate e non avere accesso immediato ai servizi di emergenza, è importante che possano anch’esse fare affidamento ad applicazioni fruibili in lingue a loro più familiari.
Costo
Infine, ma non per importanza, bisogna valutare se l’app sia scaricabile gratuitamente o se invece sia a pagamento.
La maggior parte delle applicazioni prese in analisi sono a costo zero, in particolare quelle realizzate e promosse da enti senza scopo di lucro quali il Dipartimento per le pari opportunità o il numero unico europeo per le emergenze (112), la cui iniziativa è volta a contrastare in primo luogo le violenze in ambito domestico che, come abbiamo visto, costituiscono la maggior parte degli episodi di abuso.